L’ultima lettera del Marketing: la E

E’ corretto definire la E come la lettera dell’ E-marketing mix.

L’E-Marketing mix nasce con l’web. Internet ha modificato il modo con il quale le persone acquistano e non mi riferisco solo all’e-commerce ma proprio al loro modo di acquisire informazioni su prodotti e servizi, a chi dare fiducia, da chi vogliono acquistare e le aziende si sono dovute adeguare a questi nuovi comportamenti del pubblico,

Da qui l’esigenza per ogni azienda ( micro, piccola, media e grande) di utilizzare strategie on line per essere conosciuti, riconosciuti e quindi vendere.L’e-marketing mix non è altro che il nostro Marketing Mix rivisitato per l’web.

Ecco spiegato come nascono le 4 E che spiego qui di seguito.

1)E-product

Il processo di acquisto grazie a diverse piattaforme web può essere fortemente personalizzato per ogni singolo utente. Ad esempio le aziende possono offrire a chi sta navigando su di un e-commerce i prodotti correlati nonché raggiungere il cliente del quale hanno acquisito i dati con proposte successive sempre di prodotti correlati o con offerte per prodotti sui quali il cliente si è soffermato e non ha messo nel carrello.

2)E-price

Cosi come nel marketing mix off-line, le politiche di prezzo online, richiedono molta attenzione.  Internet offre ai consumatori il potere di guardarsi intorno per il miglior prezzo. Ad esempio, i siti comparatori paragonano i prezzi da diversi siti web che informano i consumatori del luogo in cui l’offerta è migliore. Non tutti i prodotti e servizi sono uguali. L’impostazione della politica di prezzo è legata al valore percepito dal cliente che dipende dal Posizionamento di Brand che abbiamo dato ai prodotti o servizi.

3)E-place

L’E-place è semplicemente, ma il più grande cambiamento negli acquisti e quindi del marketing , la vendita on-line.

4)E-promotion

Abbiamo assistito e assisteremo sempre di più ad un’evoluzione nei mezzi di comunicazione. Oggi ogni azienda ( micro, piccola, media o grande) non è più in una nella posizione di essere con i suoi clienti l’unica che può comunicare ( pensate ad uno spot televisivo, ad una pagina pubblicitaria, a uno spot radiofonico ). Oggi la comunicazione non è più solo univoca ma biunivoca nella quale Il cliente vuole essere protagonista, considerato, vuole sentirsi unico.

L’azienda parla con il cliente ma anche il cliente parla con l’azienda. Comprendi quanto è importante utilizzare gli strumenti del web e fare un’analisi di quelli che utilizza il tuo tipo di cliente.
Blog, forum, community, social sono tutti strumenti che permettono di instaurare un rapporto nuovo.

Attenzione: anche i mezzi tradizionali non vanno abbandonati. Spesso l’on-line di un prodotto o servizio dipende dal tipo di comunicazione off-line.

Pensa ad Amazon! Più specializzato in tutto il processo della vendita on-line di lui non c’è nessuno ma vedi regolarmente spot televisivi di Amazon, spesso mirati ad un concetto che l’azienda vuole passare al cliente, dai prezzi bassi, a quanto stanno bene i suoi dipendenti, alla velocità di consegna, etc.

Le basi della comunicazione restano le stesse.

Semplicemente la comunicazione si deve ampliare creando una strategia marketing che tenga conto del marketing off-line ed on-line e riuscendo con strategia e tattica collegate alle tempistiche giuste.

Ecco sviscerate tutte le lettere del Marketing: 7 P/ 4 C/ 4 E

Se vuoi passare dalla teoria alla pratica

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Marketing digitale e tradizionale: quanto mettere a budget?

Finisce un anno ed ne inizia un altro. Lo so che i pensieri sono tanti e siete tutti un po’ sotto sopra o sopra sotto ma l’anno nuovo arriva e con esso, sono certa, aria migliore.

Non fate l’errore di lasciarvi andare e non pensare ai budget costi/ricavi. Si deve pensare ai budget, mai come ora davvero importanti per ogni micro, piccola, media e grande impresa. Bisogna prevedere ed annusare la qualità dell’aria economica nei primi 6 mesi e nei secondi 6 mesi del 2021.

Marketing digitale! Quanto mettere a budget?

Marketing tradizionale! Quanto mettere a budget?

Non ho una risposta che va bene per tutti ma ho una frase che per tutti va bene:

dovete tenere una percentuale di budget da investire assolutamente in Marketing digitale.

Quale percentuale?

Molto dipende dalla tipologia di Azienda, dalle dimensioni, dal vostro fatturato, dai vostri obiettivi e dalle risorse finanziarie che l’azienda ha a disposizione.

Dall’analisi dei dati si può avere un budget da assegnare al Marketing Digitale.

 

Ma qual è il marketing digitale?

Per dirla semplice, semplice come piace a me : il marketing digitale o on-line è qualsiasi forma di marketing basata su supporti elettronici come, ad esempio,il sito web, i social media, l’e-mail, la pubblicità pay per click, le apps.

Attenzione, ma qui occorrerà un altro articolo, non bisogna utilizzare questi mezzi a casaccio ma seguendo delle Strategie di Marketing e tutti i ragionamenti su Valore e Brand Positioning.

Mi rifaccio ad uno studio di mercato fatto dalla società di ricerca Gartner.

Secondo alcuni dati rilevati dalla società di ricerca Gartner, le Aziende, in media, investono il 2,5% del loro fatturato annuo per attività di marketing online.

Tra le spese di marketing digitale attenti a che cosa includere: social e mobile marketing, creazione dei contenuti, gestione del sito internet, web design , software, costi del personale in azienda e costi esterno come agenzie e ricerche.

Nello studio Gartner ci dice che la percentuale varia a seconda del tipo di industria:

  • Farmaceutico 2.2%
  • Commercio al dettaglio: 2.5
  • Mezzi di comunicazione: 3.9
  • Industria manifatturiera: 2.8
  • Tecnologia : 2.3
  • Servizi finanziari ed assicurazioni: 2.4

Per arrivare quindi ad un interessante esempio pratico: se la vostra azienda ha un fatturato di 500.000 € l’anno, dovreste prevedere di investire nel web marketing un budget di circa € 12.500 all’anno solo per attività digitali.

Il 2.5% annuo per il digitale non rappresenta il totale del budget da investire nel marketing anche se sta diventando una fetta sempre maggiore negli investimenti complessivi.

Sempre la ricerca Gartner ha preso in considerazione anche i budget di marketing complessivi ( sia il marketing tradizionale che quello digitale). Dalla ricerca ne deriva che, in media, le aziende investono il 10,4% del loro fatturato nel marketing complessivo, di cui la percentuale del marketing digitale è il 2,5%.

La percentuale d’investimento nel budget digitale è da anni in costante aumento ( circa 9% in più all’anno) mentre la percentuale di aumento dl marketing tradizionale ha aumenti più bassi. (circa il 6%).

 

Come si suddivide il 2,5% del budget digitale?

 La pubblicità online ( che ritengo odiosa e fastidiosa) rappresenta ancora la quota più grande del marketing online (12,5%) ma la creazione e la gestione di contenuti (11,6% del budget) cresce molto velocemente con la previsione che superi, nel breve termine, il budget pubblicitario di advertising. Finalmente le aziende hanno capito che la parte dei contenuti di valore è ciò che la maggioranza del pubblico digitale desidera. Il pubblico vuole informazioni utili e costanti. Poi vi premierà con l’acquisto.

Il pubblico è diventato scettico nei confronti della pubblicità on-line ed anche molto infastidito.

 

Come fare per utilizzare bene quel 2,5% del budget digitale?

Il digital marketing è un lavoro complesso nel quale si intersecano fra loro molte e diverse tra loro competenze ed occorrono ore anche per uno studio costante perché il mondo del digital marketing si evolve molto rapidamente.

Tante sono le attività da curare e spesso è meglio esternalizzare: dal sito internet ai social media, dalla creazione di contenuti all’email marketing, alla web analytics al videomarketing.

4 ragioni per esternalizzare il marketing digitale:

  1. Poca esperienza e poco studio dell’evoluzione: il digital marketing è un fiume di nuove tecnologie, nuove piattaforme, algoritmi  dei motori di ricerca. Anche il rimanere aggiornati, lo studiare, richiede tempo e quindi grande lavoro da parte delle persone assunte nel reparto marketing.
  2. Molti manager preferiscono investire sulle risorse interne strettamente legate al loro business, qualsiasi sia il settore aziendale.
  3. Si può risparmiare: soprattutto per le aziende piccole e medie l’esternalizzare il marketing porta a vantaggi sul budget costi.
  4. Il vantaggio dell’esternalizzazione è quello di avere il tempo per stabilire obiettivi chiari, ed avere un piano per misurare i progressi rispetto agli obiettivi stabiliti.

 

Concudendo

 Cosa potete mettere in pratica subito in azienda dopo aver letto questo articolo?

  • Valutate quanto state spendendo ricordandovi di mettere tutti i costi diretti ed indiretti imputabili al reparto marketing digitale.
  • Trovato il costo è necessario calcolare quale percentuale del vostro fatturato rappresenta.
  • Tenete presente che avete come parametro il 2.5% di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo.
  • Importantissimo: considerate con attenzione le attività digitale che producono il costo e quanta parte di esso si sta impiegando per la creazione e gestione dei contenuti.( avete un blog nel sito? Che tipo di contenuti sono utili per i vostri potenziali clienti? Come diffondete questi contenuti?

 

Bisogna avere una strategia dei contenuti da pubblicare e sapere gestire i contatti qualificati che ne derivano con, ad esempio, una buona marketing automation.

Insomma, ora divento di parte, ma potrebbe essere utile ed economico esternalizzare il vostro marketing da chi è specializzato a farlo, da chi lo fa con passione, cuore e cervello.

Vi ho incuriositi?

Quanto investite nel marketing ed anche quanto funziona questo investimento?

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Facebook Shops, la nuova funzione per vendere online!

Anche  Zuckerberg ha bisogno di qualche spintarella, non solo noi.

Da anni voleva trovare il modo di lanciare il suo sistema Web anche nell’e-commerce e non ci è mai riuscito.

Il Covid 19 ed il boom delle vendite online gli hanno dato la giusta spintina e fatto fare il salto.

Nell’ ultimo mese è stato presentato Facebook Shops: la nuova funzione che permette alle Pagine Aziendali di vendere sia su Facebook che su Instagram.

Forse, ma non c’è data certa, entro fine anno in Italia prepariamoci al Social Commerce.

Opportunità per micro e piccole aziende che potranno, senza tutti i rischi di un e-commerce di proprietà, lanciarsi nelle vendite on-line direttamente i Social.

E’ un’opportunità valida e vantaggiosa.

Come ho compreso che dovrebbe funzionare Facebook Shops.

Facebook Shops andrà ben oltre la Vetrina.

Ogni Pagina potrà creare gratuitamente un reale e funzionale shop online.

I navigatori Social potranno accedere a questo Shops on line sia da Facebook che da Instagram.

Gli amministratori della pagina potranno creare un e-commerce targato Facebook in linea con l’immagine dell’azienda! Potrebbe essere la volta buona che decidi di cercare un tuo posizionamento invece di andare alla carlona da utilizzare sia nell’on line che nell’off line.

 

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I navigatori potranno visualizzare lo shop direttamente sulla Pagina Facebook ed Instagram, nelle stories e nelle campagne sponsorizzate di FaceBook Ads ( cosa che consiglio vivamente).

I potenziali clienti, una volta arrivati al tuo Shop, potranno sfogliare la collezione, salvare i prodotti che preferiscono ed effettuare gli ordini direttamente sulla piattaforma

Per rendere l’esperienza di acquisto il più relazionale possibile Facebook &Co daranno la possibilità di richiedere info attraverso l’invio di messaggi su WhatsApp, Messenger e Instagram Direct.

Una f…………ata, tanta roba.

I navigatori potranno fare qualsiasi domanda e voi potrete dare aiuto.

A questo proposito attenzione ad essere sempre sul pezzo pronti a dare risposta esattamente come fareste nella vostra attività fisica.

Vedo ancora diversi negozi di abbigliamento, calzature etc che stanno facendo dirette su Facebook/Instagram.

Per loro e per te, se hai la creatività per crearle, Facebook&Co, hanno in previsione di creare anche la funzionalità Live Shopping.

I prodotti potranno essere taggati all’interno della diretta e, se il cliente vorrà acquistare, basterà un semplice tap sul tag.

 

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Come creare il proprio shop

Lo shop è già partito negli USA, ma non ci sono date certe per l’Italia.

La funzionalità verrà attivata a tutti, dando priorità alle aziende che avranno già impostato il Catalogo Prodotti e Instagram Shopping.

Queste ultime saranno le prime a ricevere una notifica.

Ecco come attivarlo nel dettaglio:

  1. Stai attento alle mail ed alle notifiche di Facebook. Puoi anche controllare il Gestore delle vendite (Gestore delle venditeinclude una serie di strumenti pensati per aiutarti a vendere prodotti, gestire l’inventario ed evadere gli ordini della tua azienda su Facebook e Instagram. … Visualizzare il tuo saldo e quando riceverai i pagamenti per le vendite.). Anzi è l’occasione giusta per verificare se è già funzionante. Se non lo è dovrai attendere! Sigh!
  2. Se hai la funzione del Gestore delle Vendite attivato è il momento di crearlo e configurarlo. Crea e configura il tuo Gestore delle venditeall’interno di Business Manager; associa la tua pagina Facebook, Instagram e l’account pubblicitario seguendo la procedura guidata (ti consiglio di farlo da subito così sarai pronto per l’arrivo della novità)
  3. Inserisci tutti i dati necessari alla configurazione di Facebook Shop, quali i dati aziendali, modalità di gestione pagamento e di reso, modalità di spedizione….insomma come in un vero e proprio sito e-commerce.
  4. Passa alla creazione di un catalogo prodottia cui lo shop attingerà per mostrare le informazioni ai clienti. Puoi anche caricare manualmente i prodotti stessi nello store di Facebook.
  5. Passa alla caricamento delle collezioni all’interno del tuo negozio online
  6. Rendilo il più personalizzato possibile in linea con l’immagine che vuoi dare di te ( mi raccomando fai in modo che l’on-line corrisponda all’off-line), scegli i colori ed i testi, scegli la grafica…tutto come in un tuo mini sito web!
  7. Attendiamo FaceBook&Co ma intanto prepariamoci!

Come ?

Facciamo i punti 2 e 3 intanto!

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Professionista o Imprenditore tu sia!

 

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Il Marketing che funziona? La differenza la fai Tu!

E’ quello se si lavora con micro, piccoli, medi imprenditori che hanno aspettative su loro stessi!

Sai che cosa accade se riduci le tue aspettative perché tanto non c’è niente che tu possa fare per arrivare dove sognavi?

  • non stai più sognando, immaginando, visualizzando.
  • diminuisce la possibilità che tu arrivi ad un risultato.

Quel risultato che qualche tempo prima era entusiasmo per te stesso: lo si vedeva fuori e lo sentivi dentro. Energia allo stato puro.

Adesso vuoi vendere con il Black Friday in luglio (snaturando ancora di più il mercato o meglio, distruggendolo).

Nel distruggere il mercato stai distruggendo te stesso, la tua persona, la tua micro, piccola, media o grande impesa.

Dimentichi del tuo Valore o pensi di non averlo!

Il tuo Valore non è più in linea con il mercato…?

Cercane uno nuovo che ben si ambienti nel contesto del momento.

Non è una missione impossibile ma è continuare a creare Valore ed a proporlo sul mercato ad un prezzo che sia remunerativo per la tua attività.

Se ti viene proposto qualche cosa gratis, sminuisci il valore di ciò che ti viene dato e se tu diminuisci i prezzi o il tuo business è lo sconto dalla nascita o verrai valutato poco o niente. Il prezzo basso offusca il Valore.

Frase d’ordine: non ridurre le tue aspettative e non sminuirti mai!

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

 

 

 

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E-commerce fatto. Fai partire la Promozione se non vuoi trovarti con un pugno di mosche in mano ed il conto corrente più leggero!

Eh già, dopo averlo fatto,( ti può interessare  E-commerce dopo Covid 19! Attenti alle false promesse di vendita immediata dei vostri prodotti o servizi. )se non lo promuovi è come comperare dalla Panda alla Ferrari senza mettere la benzina.

Non vai da nessuna parte ed invece vuoi quasi che il tuo e-commerce sia un’astronave che ti porta su Marte!

Risultati da sogno! Li vuoi, li sogni?

Allora seguimi che ti spiego come arrivare a gioire del tuo viaggio!

Come terreno base: semina tanta pazienza in te stesso ed apri il portafoglio!

Devi usare tutto il marketing sia quello on line che quello off line e spesso devono essere pianificate in contemporanea.

 

1)Pianificazione comunicazione off-line

 Fai una pianificazione pubblicitaria off-line locale se sei un’attività od un’impresa locale.

Con gli e-commerce funziona molto il canale televisivo.

Crei Conoscenza della Marca ( e-commerce ) e lo spot deve essere assolutamente creativo ed attrattivo come il miele per gli orsi.

Se sei un’attività o azienda locale utilizza un’emittente privata che abbia buoni dati di ascolto e pianifica nelle fasce orarie più seguite ( prima, durante e dopo il tg, ad esempio ).

Rimane famoso il caso di Zalando che è “ partito come un missile” solo dopo una straordinaria campagna di spot televisivi sui canali nazionali e, ti faccio notare come un Amazon ( chi non conosce Amazon???? ) faccia ancora stupendi spot televisivi pubblicitari nazionali.

 

2) Lavorare sui contenuti del tuo sito (Content Marketing)

La parola magica nel marketing è STRATEGIA.

Le parole magiche da abbinare a STRATEGIA nel Content Marketing sono PIANO EDITORIALE.

E’ necessario creare una strategia di contenuti che non coinvolga soltanto il sito ma anche i contenuti delle pagine social, i video, le e-mail.

Occorre sicuramente lavorare molto ai contenuti come le schede prodotto del tuo e-commerce o attività di contenuti terze ( blog di settore ad esempio…spesso sono a pagamento ) a supporto della strategia generale per sponsorizzare il negozio online.

Per quanto riguarda le schede prodotto attenzione a :

  • Non riportare pari pari la descrizioni del catalogo produttori. Umanizzale il più possibile nella descrizione.

L’esperienza di acquisto comprende anche il leggere descrizioni variopinte ed emozionali dei prodotti.

 

  • Fate fare ad un vostro fotografo delle belle foto dei prodotti. Saranno anche più “ leggere” nel caricamento dell’e-commerce rispetto a quelle del catalogo dei produttori e la velocità di caricamento del sito è basilare affinchè l’utente non abbandoni già dal tentativo di collegarsi al vostro sito.

 

3) Utilizzo Social! Che fare?

I Social sono tanti e la prima cosa da valutare è l’obiettivo che ha ogni piattaforma. Qui vale molto anche il tono di comunicazione perché ogni Social ha il suo. Anche solo Facebook ed Instagram hanno bisogno di un tipo di linguaggio e grafica diversi. Vi ricordo la strategia della quale ho parlato prima. Quindi strategia di contenuti simili ma diversi come comunicazione.

Morale: i Social devono assolutamente essere usati ( con campagne a pagamento se no, mi spiace, ma non funzionano) ma diversifica sempre il tuo messaggio online.

  • Chiedi le recensioni ai tuoi clienti

I tuoi clienti hanno avuto un’esperienza nel tuo e-commerce. Chiedi espressamente una recensione su Google o sui Social. Ascolta l’esperienza dei tuoi clienti perché anche le recensioni non proprio positive, ti possono dare indicazioni per migliorare. Rispondi sempre alle recensioni sia positive che negative.

 

4) Utilizza l’e-mail marketing automatico

Anche qui si parla di Strategia che è quella dell’e-mail.( e-mail marketing )

Invia con costanza e senza diventare uno stress delle informazioni via mail ai clienti che si sono iscritti al tuo e-commerce con contenuti che possono loro interessare.

Se, ad esempio, hai un e-commerce di prodotti per fotografia, fai e-mail che spiegano la differenza tra le varie tipologie ed utilizzi migliori delle macchine fotografiche.

Guarda lo screen qui sotto.

 

Ho digitato nella barra di Google: i tipi di macchina fotografica e subito Google mi propone direttamente le tipologie di macchine ma anche un sito: www.fotografareindigitale.com con un Title ( la riga blu ) che mi ridà proprio l’impressione di fare al caso mio. Ora, il sito indicato non è un e-commerce ma se tu, nel tuo e-commerce, avessi un blog, sarebbe apparso l’articolo del blog del tuo e-commerce ed avresti ottenuto rilevanza per quell’utente perché ti avrebbe considerato competente e quindi affidabile per un acquisto. Ehh si, il famoso acquisto: difficilmente un potenziale cliente acquista alla prima visita, ne occorrono ,di media, almeno 5 di visite prima di acquistare, sempre che tu venga considerato un sito di fiducia. Ecco lo stesso articolo potresti inviarlo come e-mail ai tuoi già clienti. Invia ogni 15 giorni la tua newsletter. L’email marketing deve essere costante nel tempo. È inutile inviare una newsletter tutti i giorni la prima settimana e poi sparire, come è inutile scrivere un post 1 volta ogni tre mesi.

Ecco alcuni dei servizi di e-mail marketing ai quali ti puoi appoggiare:

Sono in parte gratuiti fino ad un certo numero di mail che devi inviare ( se ben ricordo il numero è abbastanza alto ) e poi diventano a pagamento con un canone mensile.

Ricorda: il cliente vuole sempre sentirsi coccolato e tu devi farlo. 

Sappi anche che costa molto meno mantenere un cliente fidelizzato che acquisirne uno nuovo. Con questo non voglio dire che tu non debba fare attenzione ai clienti nuovi, anzi, ma non dimenticarti dei vecchi perché spesso diventano scontati e di scontato sia nella vita che nel business non c’è nulla.

  • Altri aspetti che sembrano banali ma sono importanti per promuovere il tuo e-commerce

  • Ottimizza sempre il tuo sito per il mobile – è fondamentale per vendere online, dato che oggi in moltissime persone acquistano da mobile.
  • Se ti rivolgi a mercati esteri, traduci il tuo sito nella lingua utilizzata nel mercato di riferimento (attento che anche la valuta cambia ed anche i fusi orari ).
  • Analizza molto bene il tuo potenziale target ( buyer personas…ti può interessare).
  • Avvia campagne pubblicitarie geolocalizzate sui territori di tuo interesse e non partire con: “ Voglio raggiungere tutta Europa”, a meno che tu non abbia un budget ampio ma molto ampio.
  • Programma attività di up-selling sui prodotti o servizi che proponi per aumentare le possibilità di vendita. Ad esempio se hai l’e-commerce di macchine fotografiche ed il cliente ne ha acquistato una, proponi l’acquisto di accessori della macchina fotografica.

 

Ecco, mi auguro di esserti stata utile per farti comprendere che “ Fare un E-Commerce non è un giochino tecnico” ma è come aprire un negozio fisico certamente con problematiche ed aspetti differenti da valutare e, per farlo bene, ci vuole una grande squadra che lavori in Team! Ti ripropongo il mio primo articolo sull’e-commerce dopo Covid 19 così il quadro lo avrai completo! (E-commerce dopo Covid 19! Attenti alle false promesse di vendita immediata dei vostri prodotti o servizi.

Non rimanere con un pugno di mosche in mano ed il conto corrente più leggero!

Se hai necessità di approfondire ti invito a contattarmi.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Professionista od Imprenditore tu sia.

 

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E-commerce dopo Covid 19! Attenti alle false promesse di vendita immediata dei vostri prodotti o servizi.

Attento alle persone che fanno false promesse su di un e-commerce a poco prezzo

I consulenti che si occupano di e-commerce hanno ben chiaro quanto siano complesse:

  • la creazione di un e-commerce  
  • il fare macinare vendite a questa macchina da guerra.

A meno che tu non voglia un e- commerce basta che sia, perchè c’è stato il Covid 19, così hai la coscienza in pace e nel contempo ti convinci di avere in mano un potente strumento di vendita ( perché questo di fanno credere ) il coinvolgimento di figure e di competenze è ampio.

Prima di partire con un investimento importante ( ho detto importante quindi se ti propongono la soluzione dai 2.000 ai 5.000 € , sappi che è una bufala vera) occorrono azioni di ricerca e valutazioni con il titolare ed anche l’ufficio vendite o almeno il responsabile vendite.

Da prendere in considerazione PRIMA di pensare all’e-commerce:

  • Analisi tipologia merceologica del cliente ed analisi
  • Analisi del venduto per area geografica che vogliamo coinvolgere
  • Conoscenza del Brand
  • Analisi della concorrenza con e-commerce
  • Verifica della concorrenza su Amazon e E-Bay ( almeno questi )

Occorrono quindi analisi di marketing a monte della decisione di fare un e-commerce di proprietà.

Oggi percepisco una tendenza che mi fa paura: l’e-commerce è la panacea di tutti i Virus. Questo è un pensiero che sfiora i titolari di attività, è un’onda cavalcata da chi vuole vendere a tutti i costi gli e-commerce, è una faccenda da studiare per chi fa marketing a seconda del cliente che ha davanti.

Tutti ne parlano, colossi del web ( vedi Italia On Line ) arrivano con spot televisivi dicendo una bugia pazzesca. Recita circa così lo spot: fai il tuo e-commerce con noi , VENDI DA SUBITO e paghi tra tre mesi.

Ribadisco che non tutti sanno che cos’è e che cosa comporta lanciarsi in questa parte del mondo del marketing on-line.

Scartiamolo direttamente per piccole attività con pochi prodotti ed un magazzino scarso.

Prego tutti gli altri di informarsi bene, di comprendere i requisiti importanti per avere successo e quante fasi bisogna attraversare.

4 Semplici Informazioni di base prima di avventurarsi in un e-commerce

  1. Il negozio on-line può essere di prodotti e di servizi.

Pensando ad un e-commerce ci viene in mente Amazon o Zalando o Luisa Via Roma

Ma ci sono moltissimi e-commerce di servizi come quelli dei corsi Marketing o di servizi legati al mondo del turismo.

Quindi se hai un servizio da vendere on line sappi che anche quello è un e-commerce.

  • Il tuo e-commerce è BtB ( business to business cioè da azienda ad azienda) o BtC ( da business a consumer cioè da azienda a consumatore )  
  • Nel primo caso del BtC ( da azienda a consumatore) la vendita è strettamente collegata alla relazione con il cliente finale. Deve essere molto attenta, curata, coccolosa, con un servizio di customare care eccezionale. Il percorso dell’utente all’interno della piattaforma deve essere semplice, chiaro come chiare devono essere le promesse di consegna e di ritiro nel caso in cui il prodotto sia da rendere.

Amazon è così. Non si potrà mai fare una piattaforma come Amazon ma da lui c’è tanto da imparare. E’ riuscito a conquistare la Fiducia del consumatore.

  • Nel secondo caso del BtB ( da azienda ad azienda) occorrerà curare sempre la relazione con l’utente che naviga sul nostro e-commerce ma dovrà essere ottimizzata al massimo la scheda del prodotto o del servizio in modo che l’azienda che sta cercando una fornitura abbia tutte le indicazioni sull’acquisto che sta facendo senza dover telefonare.

In questo caso è molto utile una chat dove però ci deve essere una risposta immediata.

Ricordate hanno tutti fretta. Devono trovarvi, avere chiarezza sul prodotto o servizio affinchè possano arrivare all’ordine con consegna in data certa e clausole di reso.

Cosa vuol dire davvero aprire un e-commerce oggi?

Aprire un e-commerce oggi, come da sempre, vuol dire: aprire un negozio come se fosse un negozio fisico. L’impegno è lo stesso, anzi anche di più perché nell’aprire un negozio fisico sai già quali passi compiere e che cosa ti aspetta.

Non è notizia diffusa che i primi negozi fisici non avevano “le vetrine” come oggi le vediamo. 

L’idea di avere una vetrina venne per caso, come tutte le grandi scoperte.

Nacque quindi l’esigenza della vetrinista che doveva creare vetrine attrattive per i passanti e stimolarli nell’entrare.

Da quel momento in poi gli investimenti dei negozi per allestimento vetrine si alzarono notevolmente ma anche gli introiti si alzavano e quindi i risultati dell’investimento erano ottimi.

Poi è giunta l’ora di fare attenzione agli e-commerce da quando è arrivato internet, ed ad oggi nell’esperienza Covid 19 la tendenza verso l’acquisto on-line è cresciuta in maniera paurosa.

Aprire un e-commerce comporta molti investimenti. 

Vediamo la prima domanda che ti devi porre (tutte le volte che faccio domande ai miei clienti, arrivano quasi sempre a scoprire la loro attività in modo diverso) .

Quali sono i tuoi obiettivi – vendere certo, ma occorre definire una tabella per step temporali come il numero medio di vendite per i primi 6 mesi ed un importo di maggior fatturato (sempre per lo stesso arco temporale) e così via di spazio temporale in spazio temporale, in modo da riuscire a capire che cosa dobbiamo fare come operazioni per raggiungere quegli obiettivi ( oltre all’e-commerce ).

Ti spiego in modo chiaro: scordati di mettere on-line il più bello, facile e chiaro e-commerce e lasciarlo girare su internet per avere risultati.

Operazioni successive:

  1. Scegliere la piattaforma sulla quale creare in nostro e-commerce. Attenzione questa non può essere una scelta tua. Devi avere in squadra un web master serio e competente di e-commerce che ti interroga o che relaziona con chi fa la strategia marketing.

     Questa scelta è cruciale.

Ti parleranno di Magento, Woo-Coomerce, Joomla, Drupal, Prestashop, Shopify o di piattaforma proprietaria (creata appositamente per te).

Non mi dilungo ora sulle diverse caratteristiche di queste piattaforme. Ti spaventeresti e ti stancheresti.

Sappi che non è compito tuo: qui occorre un web master o il consulente che ha preparato la strategia e che parla con lui.

  • Una volta scelta la piattaforma occorre sempre investire sul copy writing cioè sulla creazione dei contenuti.

            La figura esperta che dovrai avere è un copy writer.

3) Dovrai avere un esperto di Seo che affianca il copywriter per strutturare una un buon posizionamento su Google.

  • Dovrai avere un esperto di User Experience ( esperienza di come gli utenti si muovono su di un e-commerce ) Parte importantissima, ad esempio, la fase finale di checkout che è la conferma dell’acquisto dopo aver riempito il carrello. Sono in molti coloro che abbandonano il carrello perché spese di trasporto, sconti o modulo di pagamento non sono chiari.

Molte altre domande alle quali rispondere ed aspetti da prendere in considerazione ed altro arriveranno mano a mano che si porterà avanti l’e-commerce.

Questo è il motivo per il quale molti preferiscono affidare tutto a professionisti che si occupino di dirigere l’orchestra delle varie figure che devono essere coinvolte.

Avere un proprio e-commerce: vantaggi e svantaggi

Vantaggi: 

  • Potenzialità di poter entrare in contatto con un maggior numero di clienti oltre a quelli del tuo punto vendita.
  • La tua attività non ha orari di apertura e chiusura, puoi vendere notte e giorno.
  • È più semplice se devi vendere prodotti di nicchia perchè potrai intercettare le richieste con l’ottimizzazione SEO o con apposite campagne web anche geolocalizzando le sponsorizzazioni.
  • Puoi vendere a più persone contemporaneamente e niente file!
  • Conoscerai meglio i gusti e le preferenze dei tuoi clienti in base al prodotto o servizio che acquistano.

Avrai quindi la loro mail e potrai inviare offerte, sconti o promozioni su quel genere di prodotto o servizio.

Svantaggi

Eh si, mi spiace ma ci sono svantaggi importanti dei quali il “venditore di e-commerce” non ti parla. Te ne parlo io.

  • Non puoi relazionare quindi spiegare e rispondere a tante domande del tuo potenziale il cliente mentre fa l’acquisto. Non puoi far leva sulle emozioni che portano il cliente all’acquisto.
  •      Devi scrivere contenuti molto specifici e chiari oltre a            pubblicare foto prese da diverse angolazioni del tuo prodotto.
  • Ti consiglio di creare una pagina per le FAQ. E’ la pagina che contiene le più frequenti domande che sai che ti possono essere fatte da un cliente mentre effettua l’acquisto in negozio.
  • Devi avere un magazzino sufficiente per rispondere a tutte le richieste di acquisto.
  • Devi creare una “vetrina digitale” attrattiva.
  • Devi trovare un corriere che risponda alle tue esigenze di consegna sul territorio che hai deciso di coprire.
  • Abbiamo detto che il tuo e-commerce non ha orari e né sabati né domeniche. Vuol dire che anche la persona preposta alla gestione del tuo e-commerce deve sempre essere disponibile. Se il cliente ha qualche dubbio mentre sta facendo un ordine, ed ha una domanda, devi esserci.
  • Devi trovare delle strategie che ti aiutino a mantenere il contatto virtuale con l’utente. I clienti sono pieni di alternative al tuo e-commerce e quindi devi sempre ricordare loro che ci sei e che li pensi. Devi imparare a mantenere il contatto con il cliente in modo virtuale, e creare un’esperienza d’acquisto molto efficace.
  • Attenzione alla privacy. Ci sono molte norme relative alla tutela della privacy. L’unica è consultare un esperto che potrà darti delle indicazioni certe. Basta una persona puntigliosa per farti poi dannare se hai sbagliato qualche cosa.

Hai compreso quante valutazioni devi fare?

Hai compreso a quante domande devi rispondere?

Hai compreso che occorre un budget alto per fare un e-commerce visto tutte le figure coinvolte?

Insomma, se vuoi fare seriamente, costruisci un e-commerce con alcune indicazioni che ti ho dato….e non sono neanche tutte.

Contattami ! Possiamo incontrarci!

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

L’obiettivo aziendale e professionale, nel 2020 anno del Covid 19, è rimanere in vita e passare al 2021.

Cari micro, piccoli, medi e grandi Imprenditori sono , Silvia Migliorini, sono nella vostra stessa situazione d’insicurezza.

E’ inutile che noi professionisti del Marketing e della Comunicazione facciamo i “ fighi” e vogliamo farci percepire come i risolutori con la bacchetta magica.

Sono una libera professionista del Marketing e della Comunicazione che sta cercando di capire come muoversi per essere utile.

Vi assicuro che i fantomatici corsi miracolosi che vedo in numero impressionante di Facebook ed Instagram, mi spaventano.

Stanno spuntando nello stesso numero dei contagi giorno per giorno.

Li ho osservati e studiati e sono creati “ ad egoismo”, non per aiutare ma  per guadagnare senza etica sulla vostra paura: “ ma come faro’ ad andare avanti? E vi spillano soldi.

Io, come voi, non sono in un momento semplice ma so che non bisogna demordere nell’osservare, immaginare i potenziali scenari, ognuno per il suo settore ed essere certi che una soluzione c’è.

Sono passata anche, come forse tanti di voi, nella crisi 2008.

Non senza dolori e fallimenti, sono rinata e mi sono rimessa in gioco.

La data della ipotetica riapertura è il 4 maggio.

Bene. Prendiamola per buona anche se sarà rimandata.

Il punto non è avere la certezza della data di riapertura ma avere almeno un’idea di strategia da mettere in atto.

Le persone ma anche le aziende sono nella Fase 1 ma devono pensare ora per allora a quale potrebbe essere lo scenario della Fase 2.

Da che cosa occorre partire?

Dalla Strategia.

Oggi ho pubblicato su Facebook e Linkedin questo post. Interessa il Paese e quindi anche voi:

L’italia è anche un’azienda.

Come tale va gestita.

Qual’e il punto di partenza del valido marketing di ogni azienda?

La Strategia.

Ora lo è anche per L’italia.

 Dal momento in cui si inizia a studiare una Strategia passa tempo prima di metterla in atto e per l’azienda Italia in questo momento ne occorre molto più del solito.

 Operazioni: – osservare le varie tipolologie di target ( pensate L’italia quante ne ha).

 – osservare le tipologie di target in base a dati CERTI epidemiologici ( ipotizzare più scenari)

 – Geolocalizzazione in base alle regioni ed anche in base alle province. –

Scrivere una chiara Dichiarazione d’intenti da comunicare a tutti i target. Semplice, chiara e rassicurante. – Dichiarare un budget certo necessario.

 – Sono solo alcune delle operazioni da studiare.

Il più grosso problema è che ci sono troppe teste, troppe voci, troppe notizie che trapelano, troppa confusione, errori di comunicazione.

 Il tutto per dire che, peri i motivi di cui sopra, occorre pensare alla Fase 2 anche se siamo nella Fase 1. Dare il via alla Fase 2 , giusto per fare, e senza strategia, vuol dire ammazzare l’Azienda Italia. Le Aziende sono fatte da persone che è la 5 P del marketing. Io, personalmente, l’ho sempre ritenuta la più importante.

Volevo quindi dirvi che la soluzione c’è ma nessun esperto di marketing e comunicazione ha la bacchetta magica perché nessuno di noi marketer si è mai trovato in questa situazione.

Quindi stop ai geni del Marketing e della Comunicazione.

L’unica soluzione è osservare lo scenario giorno per giorno e confrontarsi tra marketer ed imprenditori micro, piccolo, medi e grandi, per fare vere riunioni per capire come si potrà fare,

Per questo motivo ho creato un brand , sempre mio, ma parallelo e con uno scopo diverso.

Incontrare e fare consulenza a chi di voi vorrà, via skype da subito o, fissando un appuntamento dopo il 4 maggio per ascoltarvi nelle vostre problematiche e, talvolta, potervi suggerirvi anche consulenti diversi da me ma che sono più adatti per il vostro bisogno.

IL servizio è La Marketer in Affitto.

Mi chiami quando hai bisogno di confronto, di sfogo, di idee e di supporto per strategie da pensare ora per allora.

L’invetimento è davvero da Corona: € 50 orarie con emissione fattura dopo bonifico e senza iva aggiuntiva.

Ti aspetto per un confronto.

Tu imprenditore non sei solo. Io ci sono.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Professionista od Imprenditore tu sia.

 

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Raggiungere gli obbiettivi aziendali Dopo Covid 19 E se il corona virus ammazzasse Amazon ?

Diversi sono i modi, ma ci sono.

Bisogna studiare, ingegnarsi, usare il pensiero laterale, il cuore ed il cervello.

Oggi ti voglio dare uno spunto sulla 3° P del Marketing e cioè: Placement ( luoghi di distribuzione o meglio ancora : In che luoghi sono in vendita i tuoi prodotti?)

Tantissimi i fattori da valutare e tantissime le tipologie di prodotti e servizi.

Oggi parto dal Retail che è uno dei settore anche prima del Corona Virus, più in difficoltà.

A chi con arringhe, rabbia, disappunto i titolari attribuiscono la responsabilità di questa difficoltà di vendite? AD AMAZON

E se il corona virus ammazzasse Amazon?

Ma devi agire anche tu.
Seguimi!

Il contesto ed il bisogno attuale ( quindi nel periodo Corona Virus) , portano modifiche nel business di negozi ed attività varie.

Il retail s’ingegna!

Non ho visto solo la ristorazione e gli alimentari fare consegne a domicilio ( Riso Scotti, Gdo, medi e piccoli negozi alimentari di quartiere, negozi di frutta e verdura, panifici,gelaterie, etc.) ma anche una serie di attività con punto vendita locale che si sono letteralmente mossi ed hanno accettato una sfida: le consegne a domicilio.

Abbigliamento, scarpe , materassi, bigiotteria, etc…e quante altre attività del retail potrebbero farlo?
Come lo comunicano asesso ?

Fanno il fai da te: Facebook ed Instagram sono i piu’ gettonati.
Foto, video e dirette fatte in casa.
Scrivi in whatsapp puoi ordinare e ti porto il prodotto a casa.
Nessun e-commerce.

Da sempre polemiche con Amazon.
Ora state facendo come Amazon a livello locale.

Al bando pigrizia e lamentele, finalmente!

Gli ostacoli ci vengono dati per essere superati!

 Riflettete quindi anche sul Dopo Corona Virus sulla 3 P del marketing: placement cioè canali di distribuzione.

Riaprirete il vostro negozio certo e poi? Che cosa cambierete ?

Riflettete anche sull’utilizzo degli strumenti di Marketing e Comunicazione.

Per ora il cliente vi perdona ( foto, testi, video e dirette inguardabili ) ma poi il vostro Marketing e la vostra Comunicazione dovranno essere perfette e non potrete più fare il fai da te.

Amazon, del resto è Maestro anche in questo !

Pensa ora al Dopo Corona Virus.

Contattami e
1) ti preparo sulla 3 P del marketing: placement cioè canali di distribuzione
2) ti preparo sul tuo marketing e sulla tua comunicazione che dovranno essere perfette.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!😀😀😀

 Prendiamo già un appuntamento per il 4 maggio!!!!

 

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Come utilizzare in modo utile i social nei giorni del Coronavirus

Cerchiamo tutti di sfruttare i social in modo utile in questi giorni nei quali dobbiamo restare a casa.

Ricordate che:  meglio annoiati che intubati.

Magari non pubblicate post simil scientifici sul Corona Virus e verificate sempre le notizie che spesso arrivano su what’s up e che sono l’ennesimo inoltro e la fonte non è certa.

Consiglio di verificare le notizie su Google e controllare la fonte.

Dobbiamo essere in grado di utilizzare tutti i fantastici strumenti che abbiamo in modo utile.

Le persone hanno un’ incredibile voglia di comunicare in questi giorni di isolamento e questo è un dato estremamente positivo.

Pensate se nessuno vi scrivesse o registrasse what’s pensando a voi….ci rimarreste male. Dove sono finiti tutti i miei “amici”?

Quindi anche voi pensate e scrivete a loro, qualsiasi sia il social di comunicazione che avete scelto.

C’è anche un effetto positivo per il vostro lavoro.

AVETE IL TEMPO DI COMUNICARE CON CALMA E SENZA FRETTA CON I VOSTRI CLIENTI.

Oltre a fare campagne social ( che non vanno fermate ma vanno talvolta adattate al contesto in cui siamo) potete scrivere what’s, mail ma anche telefonare.

Non mi sto riferendo a comunicazioni di lavoro ma ad una comunicazione da persona a persona.

Chiedete come stanno loro e la famiglia, come passano il tempo, come si sentono dentro.

E’ la volta buona per essere umani.

Poi se è il cliente a chiedervi cose di lavoro, ben venga.

Un’altra operazione importante che potete fare è pensare ai vostri clienti uno ad uno, pensare al loro business e verificare se ci può essere qualche idea per farli lavorare oggi o su come comportarsi in modo efficace al loro rientro.

Siate utili e non per emettere fatture ma per far sentire la vostra vicinanza social a tutte le persone e sorridete, mandate un sorriso od un abbraccio virtuale.

Mai come ora con il vostro comportamento e la vostra comunicazione potete dimostrate i vostri valori e dare beneficio agli altri.

Un sorriso qualunque Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

 

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3 LEVE DI COMUNICAZIONE AZIENDALE VALIDE ANCHE NEI GIORNI DEL CORONA VIRUS .

Attenzione: Siete chiusi che è molto diverso dall’avete chiuso!

Se non foste chiusi ma se aveste chiuso non vi scriverei.

In questi giorni i principali pensieri di tutte le persone sono la salute propria, dei propri cari, di amici e conoscenti.

Stiamo a casa.  E’ciò che dobbiamo fare.

Sono sacrifici perché la nostra quotidianità è stata profondamente cambiata ma il pericolo è reale e quindi meglio isolati che intubati.

Mi rivolgo in questo post a tutte le attività miei clienti o potenziali clienti: micro, piccole, medie imprese e professionisti.

Il vostro mondo si è fermato, certo, ma MOMENTANEAMENTE.

Per prima cosa pensate che si è fermato per tutti.

Pensate anche che non tutto della vostra azienda si è fermato.

Potete continuare a comunicare tramite siti, blog, campagne Fb, Instagram, You tube, televisione, giornali.

I miei clienti mi chiedono: Silvia, dobbiamo fermare la campagna ( qualsiasi campagna sia) ?

No, dico io e ti spiego il perché.

La comunicazione ha 3 leve principali.

  • INFORMARE
  • PERSUADERE
  • RICORDARE

 

INFORMARE

“Le parole ‘informazione’ e ‘comunicazione’ sono spesso usate come sinonimi, ma significano cose molto diverse. Attraverso le informazioni butti fuori; con la comunicazione ottieni un ritorno – Sydney J. Harris

Continuate a buttare fuori contenuti informativi per il target dei vostri clienti.

Anche loro restano a casa ma ORA RESTANO A CASA. Misura provvisoria.

 PERSUADERE

 La persuasione veniva definita dal grande filosofo Aristotele come l’arte di indurre le persone a compiere azioni che normalmente non compierebbero se non lo chiedessimo loro.

Quindi continuate a persuadere con una comunicazione che sia anche adatta al momento in cui siamo e non fate scivoloni.

 RICORDARE

 ECCOCI AL PUNTO CRUCIALE.

Il ricordo è la leva principale della comunicazione.

Perché oggi io potrei non avere bisogno o non essere matura per acquistare in supermercati biologici.

Tra un mese cambio il mio punto di vita sull’alimentazione e penso a nomi di supermercati biologici.

Quale mi viene in mente? Mi viene in mente chi ha spinto di più nel farsi vedere in comunicazione sui giusti canali pubblicitari.

Quindi RICORDO….NON TI SCORDAR DI ME!!!

Ad oggi ricordare che ci siete, che cosa fate, aggiornare il sito, scrivere nel blog è un’operazione che tutti

voi aziende dovete fare.,

Questa è da sempre la leva principale della comunicazione e mai come ora è valida.

Ricordate che tra poco dovrete ripartire e chi si sarà fatto ricordare meglio degli altri, non ripartirà da zero.

Se volete approfondire contattatemi e potrò darvi consulenza via telefono o via Skype.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.

‘Ricorda che : VA tutto bene e non ANDRA’ tutto bene.

 

 

 

 

 

 

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Marketing è cultura sociale

Che cosa fa la differenza in ambito imprenditoriale?

La differenza in imprenditoria, nell’ambito marketing, la fa la cultura che è sensibilità verso la società intesa come capacità di attenzione e studio degli atteggiamenti delle persone.

Perché è cultura?

Perché si cerca di comprendere in modo sempre più approfondito i bisogni delle persone, le loro necessità, le loro paure e che cosa non hanno ancora trovato sul mercato.

Una volta compresi i bisogni occorre creare le soluzioni più adatte a loro.

Create le soluzioni, il punto focale è costruire la fiducia tra la tua impresa e la parte di società alla quale ti rivolgi.

Ho tratto spunto per questo post da un post di Riccardo Scandellari che è professionista attento e capace.

Scandellari dice:  (www.skande.com ) da Il Marketing è questione di cultura.

Quanto sei disposto a pagare?

Nel marketing è facile distinguere un’operazione di successo. Questione di piccole percentuali.
Se i tuoi costi si sono limitati al 90% dei guadagni è stato un trionfo, se i tuoi costi superano il 100% dei tuoi guadagni rischi di chiudere. La differenza tra prosperare e chiudere si limita a un misero 10% sul totale delle tue azioni e del tuo fatturato.
Per un singolo professionista, l’investimento più oneroso, che incide moltissimo su questa diabolica percentuale, è il tempo più che il denaro. Per un’azienda la logica è contraria: prima viene il denaro con cui acquistare risorse, strumenti e servizi. Il tempo ha una rilevanza inferiore in quanto viene acquistato anch’esso attraverso l’assunzione dei dipendenti.
Sia per i professionisti che per le aziende, l’eterna lotta consiste nel ridurre i costi e il tempo sotto la fatidica soglia del 100%. Maggiore sarà la distanza, superiore sarà il guadagno.

So cosa stai pensando: che non ho detto nulla di nuovo; questa logica è vecchia come il mondo, tuttavia essendo così nota molti cercano di perseguirla risparmiando. Ciò che è poco noto, addirittura controintuitivo, è che ogni azione ha un effetto sul costo.
Succede che se risparmi nella promozione, accetti un compromesso: qualcuno ti propone una scorciatoia a basso prezzo, la ritieni utile e interessante per contenere i costi sotto la soglia del 100%. In realtà potresti accorgerti, dopo qualche mese, di aver perso più tempo e di conseguenza soldi, intaccando considerevolmente i costi che ritenevi inizialmente vantaggiosi.
Il problema con i clienti consiste nel conoscere il loro prezzo di acquisizione. Certo, perché anche i clienti si pagano. Hanno un costo che devi essere pronto a pagare per ottenerli. Decidi tu con che moneta ripagarli. Potrebbe essere la tua attenzione, il servizio, prodotti omaggio, informazioni, sconti, cene e aperitivi, un sorriso o un costo di acquisizione su una piattaforma di advertising.

Il marketing è semplice: ci sono le persone e i luoghi in cui si ritrovano.
A te il compito di conoscere bene il contesto, le sue regole e come metterti in evidenza al meglio. Ma soprattutto dovrai conoscere le persone, cosa le gratifica, cosa cercano e di cosa hanno timore. Questi due elementi si gestiscono meglio se hai sviluppato una conoscenza approfondita di te stesso e di ciò che spinge le persone ad attivarsi. Si chiama cultura.
Il marketing è semplicemente questione di cultura.

  • Nel marketing è facile distinguere un’operazione di successo. Questione di piccole percentuali.
    Se i tuoi costi si sono limitati al 90% dei guadagni è stato un trionfo, se i tuoi costi superano il 100% dei tuoi guadagni rischi di chiudere. La differenza tra prosperare e chiudere si limita a un misero 10% sul totale delle tue azioni e del tuo fatturato.
    Per un singolo professionista, l’investimento più oneroso, che incide moltissimo su questa diabolica percentuale, è il tempo più che il denaro. Per un’azienda la logica è contraria: prima viene il denaro con cui acquistare risorse, strumenti e servizi. Il tempo ha una rilevanza inferiore in quanto viene acquistato anch’esso attraverso l’assunzione dei dipendenti.
    Sia per i professionisti che per le aziende, l’eterna lotta consiste nel ridurre i costi e il tempo sotto la fatidica soglia del 100%. Maggiore sarà la distanza, superiore sarà il guadagno. Da www.skande.com

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Io ho aggiunto a Cultura l’aggettivo Sociale

Perché è la nostra società che dobbiamo conoscere e la conosci stando con esse, osservando e facendoti tante domande che iniziano con Perché?

Poi pensi, ragioni, spremi le meningi per tante ore ed alla fine arrivi a delle giuste conclusioni che sono quelle che ti servono per fare un buon marketing.

Perché voi aziende e voi imprenditori non siete tutti uguali.

Possiamo parlare di te e della tua azienda.

Contattami senza impegno.

Un saluto sorridente qualunque Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.

 

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Quali strumenti di marketing devo utilizzare per la mia azienda?

La risposta è: dipende.

Dipende da che obiettivi vuoi raggiungere, da come sei posizionato sul mercato, da chi sono i tuoi potenziali clienti, da chi è la tua concorrenza, da come si muove la tua concorrenza, da che servizi e prodotti proponi, da che budget hai e da un’altra serie di variabili.

Prima di pensare agli strumenti devi pensare alla Strategia da applicare.

La strategia deve essere studiata da un marketer che entra in azienda, chiedendo permesso ed usando educazione, ma con grande curiosità per comprendere il tuo tipo di business, facendo domande, guardandosi intorno, osservando ed ascoltando.

Il bravo marketer deve, ad esempio se hai più punti vendita, andare presso gli stessi in veste di cliente e notare ciò che funziona, ciò che non funziona e che abbassa le vendite.

Il bravo marketer deve andare dalla tua concorrenza e fingersi cliente verificando come lavora e quali sono i punti di forza che utilizza e che magari tu non hai.

Il marketer non deve vederti, come purtroppo accade, come un pollo da spennare, ma come un imprenditore che si rende conto di dover fare operazioni marketing e comunicazione per vivere bene sul mercato e per conquistare sempre più quote.

Marketing digitale e Marketing tradizionale

I potenziali clienti, nel primo contatto telefonico, mi chiedono:

“Silvia, tu utilizzi il marketing digitale o il marketing tradizionale?”

Specifico he Il Marketing è Uno solo.

Il Marketing nasce anni ed anni fa e le fondamenta dello stesso, anche con l’avvento del digitale sono sempre quelle.

Non puoi prescindere dalle basi del marketing come, ad esempio, l’identità di marca, il perché esiste la tua azienda, la mission, la vision, lo stile di comunicazione.

Ad oggi è vero che esistono nuovi strumenti da utilizzare.

Perché esistono?

Perché c’è stato l’avvento di internet e, con la grande diffusione del suo utilizzo, sono nati nuovi canali pubblicitari che devono essere utilizzati con i giusti metodi.

Quando nacquero i giornali, nel tempo, diventarono grandi e validi mezzi di comunicazione al servizio di strategie di marketing.

Il bravo marketer deve riconoscere il valore che ogni strumento ha per sviluppare il tipo di strategia studiato.

Il marketer non deve essere legato al proporre lo strumento che gli è più familiare o che gli piace di più.

Chi si occupa di marketing, di strategia di marketing, deve riconoscere il valore che ogni canale o strumento ha per l’azienda.

L’errore che non devi fare è cercare nella barra di Google, ad esempio:

Come fare marketing con Facebook?

Come fare marketing con Google?

Come fare marketing con Instagram?

Come fare marketing con You tube?

Queste ricerche sono profondamente sbagliate.

Non devi cercare il Canale per fare marketing, devi trovare il modo, la strategia per farlo e, di conseguenza, capirai quali strumenti usare.

La Strategia parte sempre dal sistema di acquisto dei tuoi clienti e poi approfondisce.

Occorre, in primis, una sinergia di lavoro tra l’imprenditore e il marketer per, a titolo esemplificativo:

  • Conoscere i tuoi clienti giusti (quelli che ora vengono chiamati Buyer Personas)
  • Studiare e capire dove cercano informazioni per acquistare.
  • Dove effettivamente acquistano.
  • Qual’ è o quali sono il problemi principali da risolvere.
  • Quali sono i loro desideri.

Solo dopo aver compreso tutto ciò di cui sopra (ed anche altro ma il punto di parenza è questo) il marketer potrà:

  • Studiare e creare la giusta Strategia a di marketing per raggiungere il tuo cliente e vendere il tuo prodotto
  • Scegliere i canali di comunicazioni digitali o tradizionali od entrambi.
  • Decidere quanto Investire su questi canali.
  • Verificare i risultati anche durante la campagna per comprendere se bisogna portare correttivi. (questo lo si può fare con gli strumenti digitali ).

 

Hai domande? Vuoi approfondire?

 

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Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia.

 

 

Marketing – Vedi le mie meches rosa? Ti piacciono ?

Sono la prova che il passaparola è il miglior marketing.

Nulla di più vero fu mai detto.

Tutti i marketer ti rispondono ( io compresa ) che è vero ma che il passaparola crea troppi pochi contatti per arrivare al fatturato che  necessita ad un’azienda o ad un negozio.

Mi hanno parlato di Luciana, una parrucchiera specializzata in colori ( sai quei colori arcobaleno o fortissimi dal viola al giallo al verde che alcune ragazze portano con disinvoltura ).

Avevo voglia di rinnovare un pochino il mio look e sono andata da Luciana. Le ho spiegato il mio desiderio di rimanere fine ma di rafforzare la mia impronta personale.

Ecco, il passaparola per Luciana ha funzionato ed io sono diventata sua cliente.

Ma a Luciana non basta questo passaparola per portare avanti il suo negozio di parrucchiera.

Quindi deve affiancare al passaparola, una strategia di marketing e comunicazione che crei attrazione, attenzione, fiducia e storie.

L’attrazione iniziale la conquisti con un bel titolo attrattivo e si trova all’inizio del trenino del marketing. Da attrazione la persona deve arrivare a darti attenzione (continua a leggere il tuo post od ad ascoltare il tuo video etc..) .

Ma non basta 1 post a settimana sul tuo blog per 1/2/3/4 settimane nel quale dai informazioni utili al tuo potenziale cliente, non basta condividerli su Face Book od su altri social per tre mesi.

Bravi i guru del marketing che ti danno validissime informazioni teoriche e pratiche di come fare marketing, forti i grandi guru che ti portano esempi di come grandi Brand hanno sviluppato strategie di marketing vincenti…ma tu non sei un brand (ancora), non ti hanno spiegato come, nella tua attività puoi attrarre, poi ottenere attenzione, poi come conquistare fiducia e come creare storie che facciano sentire fighi, importanti, attraenti i tuoi clienti ( ho usato tre aggettivi a caso ).

Ecco Luciana è come te. Ha infarinature di marketing ma mi ha chiesto: Silvia, come faccio a applicare questi concetti di marketing alla mia attività?

Luciana è’ stanca di sentire parlare di Apple, Nike, Nutella, Barilla, Amazon etc.

Bene allora dico a Luciana, come dico a te, che hai un negozio, uno studio professionale, una piccola o media impresa che anche tu puoi attrarre, ottenere attenzione, conquistare fiducia e creare una storia.

Non è solo per i grandi …è anche per i piccoli/ medi imprenditori ed essendo io in contatto con essi tutti i giorni, caspita come ti capisco nella confusione mentale che hai.

Ti svelo tre caratteristiche che tu devi per forza avere per riuscire a diventare Brand, Personal Brand e per distinguerti dalla tua concorrenza: 1 ) tenacia, 2 ) costanza 3) pazienza.

Se non hai queste 3 caratteristiche, non contattarmi perché non potrò esserti utile e butterai via dei soldi.

Se le hai contattami e potremo fare un’ottima strategia di marketing.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.

 

Lezione di Marketing Personale: non arrendersi mai.

Silvia Migliorini. Marketing e Comunicazione a Modena

La mia definizione di marketing è: trovare il Valore di un’azienda o di un professionista e farlo scoprire ai potenziali clienti giusti per arrivare a raggiungere gli obiettivi aziendali o personali.

Il Valore di cui vi parlo oggi è quello che è all’interno di ogni persona. Le persone si comportano in modo differente quando tutto va bene rispetto a quando tutto o in parte va male e ci sono tanti ostacoli che non permetto di vivere serenamente.

Sono talvolta mal di sentimenti e talvolta mal di materia prima per vivere: soldi

Il consiglio di  marketing di oggi non è per aziende e per professionisti quindi non è un marketing lavorativo ma è un incitamento da una persona, io, che fa marketing e che è sopravvissuta a disastri famigliari ed aziendali che avrebbero potuto rompere anche una lastra del materiale più resistente che c’è. Direi il grafene.

Ho sempre fatto l’imprenditrice in editoria e mi sono formata sulla comunicazione off-line e sull’old marketing.

Pazza come una cavalla ( ad oggi il mio marchio ) ho iniziato un’avventura editoriale a 18 anni senza un euro ma con una carica emotiva e fisica che riusciva a scalfire ogni dubbio, ogni razionale ragionamento sull’impossibilità di raggiungere il mio obiettivo che sentivo così mio, che aveva la mia fisicità, il mio viso, i miei occhi, la mia bocca.

Si, volevo mettere in contatto i privati tra loro per qualsiasi tipo di cerca/ trova e far decollare negozi ed aziende grazie alla loro presenza pubblicitaria sul mio primo ( poi arrivarono a 10 ) giornale di annunci economici gratuiti Il Caffè.

Nulla e nessuno mi fermavano neanche i negozianti dai quali entravo e mi dicevano che non avevano bisogno della macchinetta del caffè.

Ce l’ho fatta nel 1990 e sono partita nel 1981.

Dal 90 fino al 2008 fu tutta una crescita e mi sono formata con esperti coach nella gestione aziendale, gestione del personale, gestione commerciale , comunicazione e marketing.

Come forse si comprende, il lavoro era la mia vita e le mie 53 dipendenti ( 48 donne e 5 uomini ) erano la mia seconda famiglia.

In primis c’erano i miei figli Simone ed Andrea che, a posteriori, comprendo hanno avuto una mamma un pochino troppo lavoratrice.

Nel 2014 l’azienda scompare con un fallimento inaspettato ed io cado in un cratere che arriva al centro della terra e da lì non volevo più muovermi.

Con pazienza, resilienza, non ho voluto morire ma ho voluto ( meglio ho cercato ) di ripartire.

Ed eccomi qua, ripartita nel marketing on-line ed off line, nella comunicazione e nella gestione commerciale.

Studio, imparo, metto a frutto le mie esperienze.

Il mio obiettivo è sempre quello di conoscere aziende piccole e medie nonché professionisti per comprendere i loro obiettivi e farglieli raggiungere.

Non è un obiettivo diverso da quello che avevo a 18 anni.

Ne ho 57 e la voglia prorompente di essere utile all’imprenditore (attenzione che anche un tabaccaio per me è imprenditore ) non è mutata di volume ma è maturata e si è innovata.

Quindi ho ritrovato il mio valore come persona e lo sto mettendo a frutto.

Oggi vorrei dare un barlume di speranza a tutti colori (e sono tanti ) che non hanno un lavoro o che hanno un lavoro che non amano ma anche ad imprenditori che sono soli e stanno cercando di uscire dal tunnel.

Prendetevi il tempo che vi serve, pensate a ciò che vi farebbe felici e cercate il modo di farlo.

Quando faccio consulenze di Marketing e Comunicazione la mia prima attenzione è dedicata alla persona che ho davanti.

Uso empatia ed i suoi problemi diventano i miei, i suoi desideri diventano i miei, le sue difficoltà diventano le mie.

Tutte le ricerche, le analisi. I  tecnicismi e le strategie arrivano solo dopo che ho compreso la persona.

 

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia.

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

 

 

 

Migliora il posizionamento nella Serp: Goolge diventa un soggetto che ci comprende nel nostro linguaggio naturale grazie a Google Bert.

 

Ad ottobre 2019 è arrivato Google Bert.
E’ un aggiornamento dell’algoritmo di Google. A me ricorda una scimmietta ed invece è l’acronimo di Bidirectional Encoder Representation from Trasfomers.

Ma che cos’è Google Bert?
E’ un nuovissimo sistema di intelligenza artificiale che prende spunto dal funzionamento dei neuroni dell’intelligenza umana.
Prepara già da ora.

Google Bert comprenderà meglio il linguaggio degli uomini, i loro intenti di ricerca, le loro necessità perché comprenderà meglio le domande che ogni persona metterà nella barra di Google grazie alla comprensione delle tante variabili di significato come, ad esempio, l’importanza delle preposizioni e delle congiunzioni.

Prima di Google Bert queste preposizioni e congiunzioni non venivano assolutamente considerate dall’algoritmo di Google.
Esempio:
ricerca: andare da Milano a Roma nel più breve tempo possibile.
Grazie a Google Bert, ci verranno mostrati in prima pagina i siti che comprendono il DA MILANO A ROMA comprendendo così il bisogno dell’utente di andare da Milano a Roma e non semplicemente il sito di Trenitalia o di Italo.

Pandu Nayak, responsabile di Google Search, dice che alla base di Google Bert c’è la consapevolezza che, nonostante l’innovazione tecnologica degli ultimi anni, il motore di ricerca non riuscisse ancora a comprendere tutte le keywords.
“ Se c’è una cosa che ho imparato negli ultimi 15 anni lavorando su Ricerca Google, è che la curiosità delle persone è infinita. Vediamo miliardi di ricerche ogni giorno e il 15% di quelle query sono quelle che non abbiamo mai visto prima”

Google vuole sempre di più presentare i migliori contenuti per rispondere a questa curiosità umana.
Google Bert entra nella quotidianità del linguaggio umano percependone le sfumature ed interpretando il significato delle parole nel contesto della frase.

L’esigenza di questo nuovo algoritmo nasce anche dalle ricerche vocali che sempre più vengono utilizzate dalle persone.
Dialogtech.com riporta una statistica: il 65% degli utenti tra i 25 ed i 49 anni parla al dispositivo almeno una volta al giorno. Molto spesso ciò che viene “chiesto” è un’attività commerciale. Il 28% dopo aver effettuato la ricerca vocale, chiama il negozio trovato direttamente il pulsante Chiama nella scheda Google My Business.

In genere le ricerche vocali sono più ampie e specifiche di quelle scritte quindi occorre adeguare la scrittura dei contenuti a quella più utilizzata verbalmente, diretta, chiara, più scorrevole senza fare giri di parole troppo complesse ed utilizzando correttamente congiunzioni e preposizioni.

C’è un pubblico estremamente curioso che prima di arrivare ad una scelta di acquisto considera ancora diverse soluzioni al problema e quindi digita Keywords di almeno 5 parole.
Grazie a questo tipo di ricerca possiamo essere tutti più specifici, nel sito o blog, nel dare risposte dirette.

Esempi di ricerca: mal di testa ( ricerca generica ) come si cura

cefalea a grappolo come si può curare quando vengono attacchi
cefalea pre-mestruo rimedi efficaci subito

Se ti occupi ed hai fatto studi sui rimdi per la Cefalea a grappolo, non scrivere solo cefalea a grappolo nel tuo sito, ma scrivi: Curiamo attacchi di cefalea a grappolo con nuovo sistema di terapia.
Quindi studia bene come vengono fatte le ricerche dai tuoi clienti tipo ( Buyer Personas ) ed dai risposte a domande ben precise.

Scrittura più fluida e la risposta alla domanda del potenziale cliente dalla all’inizio del testo senza fare la cronistoria della cefalea a grappolo, di quanti tipi di cefalea a grappolo ci sono, di quanto può durare una cefalea a grappolo, etc…lo scrivi dopo, in modo che le persone comprendano che sei competente e che si possono fidare di te.
Google Bert verrà introdotto prima nei paesi Anglosassoni e poi in Italia.

Comincia da subito a tenere presente Google Bert e fallo diventare un punto a tuo favore rispetto alla concorrenza: il tempo vola.
Concludendo: prepara testi esaustivi ed approfonditi ma offri una risposta immediata, semplice, comprensibile e senza fronzoli.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

E-Commerce: si o no ? Se si, come aumentare le vendite?

La prima importantissima valutazione da fare è: mi conviene avere un e-commerce?

Te lo dico perché spesso si sottovalutano e non vengono presi in considerazione aspetti base per la proficuità di un e-commerce per la propria attività che sia di prodotti o di servizi.

5 Aspetti da valutare prima di aprire un e-commerce

  • Chi è la mia azienda per essere cercata sul web e per essere presa in considerazione? Per dirla in altre parole: si fidano del nome della mia azienda?
  • Quali Brand del mio settore sono già presenti sul web e la fanno da padroni?
  • Quanto denaro occorre per riuscire ad entrare nella mente dei potenziali clienti e per essere quindi cercato, per ottenere fiducia, per avere visibilità nei canali giusti?
  • Che cosa ho di diverso rispetto agli altri e-commerce del mio settore? Per quale motivo, anche se non sono ancora nella mente dei miei potenziali clienti, vedendomi sul web dovrebbero fare un ordine? Riesco ad essere attrattivo e persuasivo nella mia comunicazione?
  • Ho il potenziale per seguire gli aggiornamenti dell’e-commerce, i carichi e le spedizioni?

Ecco, una volta che hai risposto positivamente a tutte queste domande puoi cominciare a organizzare il tuo e-commerce.

 

8 Strategie di Marketing che possono esserti utili per aumentare le vendite del tuo e-commerce.

1) Prevedi la sezione Blog nel tuo e-Commerce

 

Il Blog è una sezione molto impegnativa. Il Blog deve essere uno spazio nel quale pubblichi argomenti che interessano al tuo target clienti o meglio Buyer Personas( ti può interessare Il tuo Cliente Potenziale deve diventare un Cliente Nuovo) e riesci ad ottenere la loro fiducia. Anche se in cerca di un prodotto le persone amano saperne di più di quel prodotto o dell’ambito merceologico nel quale è inserito. Quindi il Blog è uno strumento che può rivelarsi importante ed utile per spingere i tuoi clienti all’acquisto. Perché il Blog sia propedeutico per canalizzare l’interesse dei tuoi clienti verso il tuo brand, devi scrivere articoli ottimizzati per la Seo. Qui sarebbe bene l’intervento di un/una professionista che ti indica con che frasi e parole, devi esprimerti ed anche che concetti devi spiegare ed approfondire.

2 ) Utilizza bene i canali Social

I Social possono aiutarti ad incrementare l’attrazione del pubblico giusto (inbound marketing ). Il primo passo riguarda la scelta dei Social più idonei da attivare. Non tutti possono essere adatti al tuo tipo di business.

Anche per l’utilizzo dei Social è opportuno affidarsi ad una persona esperta in tal senso. Piano editoriale, contenuti, foto, video, costanza di pubblicazione, tipo di sponsorizzazione incidono moltissimo sull’ intercettare l’interesse del tuo pubblico giusto che dal post deve passare al sito od ad una pagina di atterraggio ( Landing Page ) apposita per un determinato prodotto o servizio.

Fai remarketing anche sui Social. ( il meccanismo di riproporre il tuo post a chi ha già interagito )

 

3) Fai E-Mail Marketing

Tassativo: non comperare liste di indirizzi mail anche se ti firmano col sangue che corrispondono esattamente al tuo target.

Inserisci in un sistema di automazione d’invio mail ( marketing automation ). La scelta di questi sistemi è molto ampia: Mailchimp, GetResponse, Hobspot.

Inserisci il data base dei tuoi clienti e poi trova una strategia che ti permetta di avere mail valide dei tuoi potenziali clienti giusti.

Questa operazione riesci a farla con il tuo Blog , con degli e-book gratuiti da scaricare etc. e con la costruzione di pagine di atterraggio ben costruite che invoglino il tuo cliente giusto ad inviarti la loro mail più valida

 

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4) Utilizza campagne pubblicitarie su Google.

Google, la piattaforma regina, ti offre la possibilità di pubblicizzare il tuo e-commerce con Adwords che puoi utilizzare con campagne di annunci “ a parole “ ( search ) o con banner pubblicitari ( display ) posizionati nei canali più efficaci ( sempre in rapporto al tuo business. Adwords  ti permette di portare visite qualificate, contatti e traffico.

La display è più adatta se devi far conoscere la tua marca ( brand awarness ).

Fai remarketing sui tuoi visitatori. Il remarketing è quella funzione che ripropone la tua comunicazione agli utenti che hanno già visitato il tuo sito e per un qualsiasi motivo sono usciti prima di acquistare.

 

5) Studia un e-commerce fruibile, usabile e autorevole

Mettiti nei panni di una persona che deve acquistare : oltre ad infondere fiducia devi agevolare e rendere semplice l’acquisto. Devi dare delle garanzie per qualità e per resi. Il cliente deve essere sempre soddisfatto di tutto. Il tuo cliente deve lasciare recensioni positive vere e reali.

6) Utilizza Analytics per monitorare il comportamento dei tuoi clienti

Analytics è uno strumento potente per capire se c’è qualche cosa che non funziona nel tuo e-commerce.

Quante persone entrano ogni giorno, che percorso fanno, che pagine visitano, quante persone riempiono il carrello e lo abbandonano prima di terminare il pagamento?

Analytics ti può dare tutte le risposte a queste domande.

Anche nel fissare gli obiettivi da monitorare sarebbe bene avvalersi di chi conosce bene i meccanismi di utilizzo e di lettura dei dati.

 

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7) Dai il Benvenuto di persona ai tuoi clienti

Ogni volta che un cliente si registra al tuo e-commerce, fagli telefonare da una persona che con una voce sorridente che lo ringrazi per la registrazione e gli dica che dietro ad una schermata di un e-commerce ci sono persone che sono a sua disposizione al n 234567oppure che possono scrivere ad una mail……..per qualsiasi problema.

8) Fai delle promozioni

Sopratutto se sei da poco on-line crea promozioni magri solo su alcuni prodotti e fai la spedizione ed il reso gratis

Morale: attenzione a spendere soldi per creare un e-commerce e i soldi sono sempre tanti perché al di là della realizzazione dello stesso da parte di un’agenzia ( che deve sapere alla perfezione come si crea una buona piattaforma di e-commerce) devi anche avere le persone giuste che ( prima della realizzazione del sito ) ti spieghino le “ di marketing e comunicazione che dovranno essere fatte dopo la messa on-line e delle cifre che dovrai investire.

Gli acquisti on-line ci saranno se saprai come gestire la strategia e se hai molti soldi da investire.

Non annebbiare la tua decisione di avere un e-commerce solo perché c’è Amazon e perché tutti ti dicono che il mondo gira sul web.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

 

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Che cosa sono il marketing e la comunicazione H2H ?

Te lo spiego subito, chiaramente ed in italiano,  ma prima devo dirti una cosa:

  • il marketing e la comunicazione H2H comprendono il marketing e la comunicazione BTB e BTC.

Chiariamo, anche perché io, a differenza della maggioranza dei miei colleghi mi spiego e tratto il marketing e la comunicazione con parole italiane.

– marketing BTC = marketing che parte da un’azienda ( B cioè Business ) verso il consumatore ( C cioè consumatore)

– marketing BTB = marketing che parte da un’azienda ( B cioè business ) verso un’altra azienda ( B cioè business )

Domandatevi : che differenza c’è tra un’azienda che parla ad un consumatore ed un’azienda che parla ad un’altra azienda? 

Risposta: non c’è alcuna differenza perché un’azienda, qualsiasi servizio o prodotto venda si rivolge ad UNA PERSONA che lavora per un’altra azienda.

Questa Persona può essere, ad esempio, un responsabile acquisti di un’azienda quindi una PERSONA.

Da questo ragionamento molto semplice nascono il marketing  e la comunicazione H2H cioè da Persona a Persona.

Questo è quello che tutti dobbiamo ricordare.

Esempio:

Quando la mia commerciale Sara è molto agitata prima di un incontro con una persona dal ruolo importante, ad esempio, il direttore marketing di una catena di grande distribuzione, io le dico sempre:

“ Non essere agitata  Sara, ricorda che il Sig. XY, che ricopre un ruolo molto importante è una persona come te. Ha 1 testa, 2 braccia, 2 mani, 2 gambe, 2 piedi etc…e come te è sensibile alle emozioni. Vuole solo sentirsi importante e vuole avere la netta sensazione che tu possa aiutarlo a risolvere qualche problema in azienda o per la sua azienda. Il Sig. XY, avrà degli obiettivi e dovrà capire se tu sei in grado di aiutarlo a raggiungerli.Il responsabile marketing con il quale hai appuntamento Sara è un essere umano, cioè una persona in carne ed ossa, non un mostro computerizzato”.

Sara mi guarda con la bocca aperta e gli occhi spalancati e, dopo qualche  secondo di silenzio, mi dice:

“Ma sai Silvia che non ci avevo pensato ? E’ proprio vero, vado a parlare con una persona come me”.

Quindi, ad oggi, non ci sono più tante differenze nel marketing come nella comunicazione tra:

-un’azienda che offre i suoi prodotti o servizi ad un’altra azienda e

– tra un’azienda che offre i suoi prodotti o servizi ad un consumatore privato.

Dobbiamo sempre pensare sia nel marketing che nella comunicazione al HUMAN 2 HUMAN: da persona a persona.

Il marketing e la comunicazione devono parlare ad un singolo e comprendere i suoi bisogni e dargli soluzioni.

Se fai i Buyer Personas ( ti può interessare Il tuo cliende potenziale deve diventare un nuovo cliente .) di un’azienda farai dei buyer personas che sono PERSONE e non MURI AZIENDALI.

Adesso che te l’ho spiegato ti potrà sembrare quasi banale questo H2H ( Human 2 human) ma non lo è evidentemente se, per anni, si è parlato solo di BTC e BTB.

Devi far “ sentire”a quella persona che ricopre il ruolo di responsabile ufficio acquisti che vorresti entrare in contatto con lui per aiutarlo, per essergli utile e per dargli soluzioni.

Le imprese non hanno emozioni. Le persone hanno emozioni.

Per farti conoscere, che tu sia un’azienda od un professionista, devi umanizzarti nel modo di presentarti, devi parlare anche di te, dei tuoi errori, dei tuoi successi o dei tuoi fallimenti.

Se non ti fai sentire un’azienda umana, come fai a farti percepire tale da un potenziale cliente?

Parla dei tuoi dipendenti, di che programmi state facendo in azienda per la loro crescita personale e farli sentire non come dei numeri ma come delle persone.

Come si dice che dietro ad ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna, diciamo anche che dietro una grande marca ci sono grandi persone.

Ti faccio un esempio.

Dovevo fare il sito ad un’azienda di trasporti. L’azienda di trasporti, chiaramente, si doveva rivolgere ad altre aziende che avevano necessità di trasporti.

In prima pagina di un sito cerco sempre di mettere i Buyer Personas ( ti può interessare Il Tuo potenziale Cliente deve diventare un nuovo cliente ) dell’azienda.

Prima ho spiegato, non solo al titolare ma anche ai dipendenti, che cosa sono i Buyer Personas ed ho preparato delle schede per identificarli.

Ti assicuro che, pur avendomi seguito bene nella presentazione dei Buyer Personas mi guardavano con due occhioni sgranati ogni volta che incominciavo una scheda chiedendo “ :-

“ Come si chiama questo Buyer Personas ? “

Al termine del mio lavoro e cioè quando ho studiato le schede, fatto ricerche ed ho presentato loro i 3 buyer personas delle aziende loro clienti mi hanno detto : “ Wow ma è proprio vero che la maggiornaza dei nostri clienti è tra queste tre PERSONE…”

Risultarono questi 3 tipi di Buyer Personas che sono dipendenti di un’azienda ma ,ognuno di loro, pur avendo bisogno di un trasporto, aveva un bisogno diverso con emozioni e problematiche diverse.

Ne risultarono:

Per Trasporti immediati e veloci

Godi la giornata! Lavora Tranquillo e pensa alla cena al ristorante stasera con gli amici. Il tuo cliente ti chiede un trasporto adesso per adesso? Ti concede 15/30/45 minuti per organizzarlo?
Non preoccuparti. Noi di Autotrasporti XY siamo organizzati per farlo.

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Per Trasporti programmati ( Prima Buyer Persona )

Non temere nulla e sorridi ogni giorno! Tutto sarà come i tuoi clienti si aspettano. Per Te che hai la responsabilità di mantenere ciò che la tua azienda ha promesso: le programmazioni regolari e puntuali di qualsiasi tipo di trasporto in tutta Italia con Autotrasporti XY sono una certezza.

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Per Trasporti su misura ( Seconda Buyer Persona)

Vivi sereno! Stasera sarai in palestra puntuale. Hai tanti clienti da soddisfare che ogni giorno attendono i tuoi materiali? Niente ansie! Organizzare consegne in sequenza in più luoghi con anche variazioni di percorso noi di Autotrasporti XY lo sappiamo fare bene.

Per Trasporti immediati e veloci ( Terza Buyer Persona )

Godi la giornata! Lavora Tranquillo e pensa alla cena al ristorante stasera con gli amici. Il tuo cliente ti chiede un trasporto adesso per adesso? Ti concede 15/30/45 minuti per organizzarlo?
Non preoccuparti. Noi di Autotrasporti XY siamo organizzati per farlo.

Clicca qui!

Insomma, concludendo, sei un essere umano che si rivolge ad un altro essere umano.

Facile no ?

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

Vuoi parlare con me del tuo marketing o della tua comunicazione ?

 

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Quanti, quanto, perché e come le persone stanno sui Social?

Tantissime persone che mi conoscono, mi chiedono la mia opinione se, davvero, i Social sono così utilizzati e, chi non li utilizza mi chiede anche il perché vengono utilizzati.
Ecco i dati.
Possono essere utili a te che li usi od anche per rispondere a lecite domande di chi non li usa.

Gli Italiani su Facebook e Instagram.

Facebook e Instagram rappresentano 2 dei social più abitati al mondo, ma:
– di che numeri parliamo in Italia?
– quanti sono davvero gli italiani attivi?
– perché usano Facebook e cosa si aspettano dalle aziende che seguono sul social
– quanto incide davvero Instagram sugli acquisti?
Ci sono fonti esterne ai social, molto attendibili che ci danno dei numeri comeHootsuite, WeAreSocial, Agcom e Blogmeter.

Quanti italiani sono presenti su Facebook e Instagram?

Stando agli ultimi dati diffusi da Agcom, ci sono ben 35,7 milioni di utenti attivi su Facebook e 22,3 milioni di utenti su Instagram
Instagram è una delle delle piattaforme social dal più alto potenziale di crescita.
Nonostante ciò che abbiamo pensato un po’ tutti con i vari scandali che hanno colpito Facebook negli ultimi anni, anch’esso continua a salire e a restare leader per utilizzo.
Quanti italiani attivi su Internet usano Facebook e Instagram?
I dati di Report Digital 2019, ci dicono che tra utenti internet dai 16 ai 34 anni, l’81% utilizza Facebook, mentre il 55% usa Instagram. Ai primi posti per utilizzo YouTube e WhatsApp, con rispettivamente l’87% e il 58% degli utenti.

Quanto tempo stanno mediamente ogni giorno gli italiani sui Social Network?

Secondo il report Globalwebindex condotto nel 1° trimestre del 2019, gli italiani trascorrono 1 ora e 46 minuti quotidianamente sui social, mentre secondo il report We are social + Hootsuite 2019, il tempo trascorso è di 1 ora e 51 minuti, risultati molto simili.
Sempre secondo We are social + Hootsuite , il 98% degli utenti social accede ad una piattaforma tutti i giorni.

Che cosa cercano in Facebook e Instagram gli utenti ?

Blogmeter, nella Terza Edizione della ricerca “Italiani e Social Media” riporta Facebook come piattaforma primaria per condividere momenti, informarsi e leggere le recensioni, mentre Instagram è al primo posto per seguire le celebrità e va immediatamente dietro a Facebook nella condivisione di momenti importanti. Entrambi i social figurano nel podio insieme a YouTube come luoghi di svago.
ATTENZIONE AZIENDE MICRO, PICCOLE, MEDIE, GRANDI E PROFESSIONISTI: quasi il 37% degli Italiani usa i social media per leggere recensioni e parlare con aziende o marche ed è un trend cruciale di cui tenere conto per l’importanza che i social rivestono, ogni giorno di più, nel processo di acquisto.

Gli italiani sono attivi o passivi sui social ?

Secondo Bloogmeter una buona percentuale di italiani legge contenuti di altri, ma non ne produce e “solo” il 35% dichiara di scrivere post originali e commentarne di altri.
Sono molte le persone che quindi leggono e seguono, ma meno quelle che partecipano attivamente alla conversazione o pubblicano contenuti propri.Un altro dato presente nel report importante da riportare è che 1 italiano su 3 preferisce guardare Stories anziché leggere post sui social.
Perché gli Italiani utilizzano i Social?
Secondo il report Globalwebindex del 2019, il 42% degli intervistati afferma di usare questi mezzi per restare aggiornato su novità ed eventi, il 36% per seguire i brand che gli piacciono e il 18% per scoprire nuovi brand attraverso i commenti.

Quale tipologia di contenuto gli italiani vogliono vedere da parte dei brand?

Guardando i dati raccolti da Facebook in una ricerca di fine 2018 si comprende come gli italiani che navigano sul Social vogliano in realtà vedere più contenuti autentici da parte delle aziende (46%), creatività (44%) ,informazioni (42%) ed intrattenimento (41%) .La parola d’ordine è, come più volte detto, rilevanza. Se non riusciamo a suscitare un’emozione o rispondere a un bisogno/desiderio di chi ci segue, difficilmente riusciremo a catturarne l’attenzione e l’interesse.
Instagram e acquisti, accoppiata vincente
Su Instagram si sta investendo sempre più in strumenti che permettono l’acquisto immediato, infatti sempre da rilevazioni di Facebook in collaborazione con Ipsos emerge come questo Instagram aiuti gli utenti italiani non solo nella scoperta di nuovi prodotti, ma anche nella ricerca attiva di prodotti e servizi e nella decisione di acquisto.
E cosa fanno le persone nel processo di acquisto dopo che hanno visto un prodotto su Instagram?
Cercano maggiori informazioni (78%), visitano sito o app del brand (63%), procedono direttamente all’acquisto online o offline (41%), visitano lo store del retailer (31%) o seguono il brand online (23%).

Esserci o non esserci ? Questo è il dilemma.
No, nessun dilemma.
Bisogna esserci!

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

 

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Personal Branding: è un marketing lumaca. Niente fretta, tanto impegno ma risultati eccezionali.

Mi chiama Francesca, una mia cara amica che due anni fa è diventata avvocato.

Da qualche mese ha aperto un suo studio e nella telefonata mi dice: ” Silvia, mi devo differenziare dai miei colleghi , ho bisogno di te perché  voglio creare il mio Personal Branding..VELOCEMENTE”.

Il progetto mi piace, anzi, ne sono entusiasta,  ma mi spaventa una parolina che ha detto: VELOCEMENTE.

Fissiamo un incontro dove le spiego che tutte le strategie di marketing e quindi anche quella di Personal Branding, si applicano senza fretta e con tanta pazienza e costanza.

Si deve prima identificare la strategia e poi sia io che Francesca dovremo lavorare alacremente tante ore.

Ognuno deve fare la sua parte.

Gli 8 Principi del Personal Branding.

1) Avere una specializzazione
2) Avere Leadership
3) Avere un marchio personale
4) Dichiarare esplicitamente una distinzione dalla concorrenza
5) Visibilità : essere costantemente visibili nei canali di comunicazione che più sono adatti per il suo target ( buyer personas)
6) Costanza
7) Perseveranza
8) Coerenza

Questi sono 8 principi e tante attività sono connesse ad essi.

Da questi 8 punti potete dedurre che il Personal Branding non si può fare VELOCEMENTE.

Ieri leggo in interessantissimo post del maestro Riccardo Scandellari www.skande.it che, guarda, guarda, cade proprio a fagiolo sulle tempistiche che occorrono per le 4 principali attività per fare Personal Branding.

Vi riporto integralmente le parole di Riccardo Scandellari sulle 4 attività principali da fare. 

1) Essere trovato: ( 2/4 ore al mese ) ( H3)
Questa è l’attività meno impegnativa dal punto di vista contenutistico e rappresenta la base di qualsiasi professionista,
Se qualcuno parla di te o ti segnala, dove può reperire informazioni su di te e come contattarti?
Anche questa attività ha livelli crescenti di impegno e difficoltà: puoi partire con un profilo Linkedin per arrivare ad avere un sito con il tuo nome e tutte le informazioni che ti riguardano. L’importante è che tu ti faccia trovare agevolmente dove ti cercano, in base al tuo settore. Questo presupposto è un buon punto di partenza che ti differenzia dal 90% dei tuoi colleghi.

2) Proporti ad un determinato pubblico ( 30 minuti al giorno ).H3 Oltre ad essere trovato, puoi facilitare l’ottenimento di attenzione creando occasioni per essere visto: ad esempio la condivisione di contenuti di altri oppure piccoli post in cui racconti una tua esperienza o quello che pensi di un determinato argomento professionale, L’errore più comune consiste nel cercare like più che rendersi credibili dal punto di vista lavorativo, rendendo inutile o addirittura deleteria la propria comunicazione.

3) Generare aspettative ( 1/2 ore al giorno)H3
Questa è l’attività ideale, quella che spinge anche a me a creare contenuti ogni giorno. Si tratta di pubblicare tutorial o articoli in cui aiuti il mercato a formarsi, rendi consapevoli le persone e le aziende e tenti di elargire soluzioni ai più comuni problemi. Di fatto, facendo questo, chi ti nota non potrà fare a meno di ritenerti un professionista capace, in grado di risolvere una sua criticità.

4) Essere un Opinion Leader ( 4/8 ore al giorno) H3
Non credo tu possa partire da questo obiettivo che è più una conseguenza di anni di produzione di contenuti finalizzati all’effettiva generazione di pubblico. Per essere “Guru” del proprio settore , l’impegno dedicato ai contenuti, alla cura di contatti e relazioni, alla auto formazione e alla sperimentazione occuperà gran parte della giornata . Si tratta di generare e distribuire in modo molto serrato, video, post, libri e motivi di attrazione rivolti ad un grande pubblico. In pratica si tratta di diventare un professionista esposto mediaticamente che punta a vivere di corsi, eventi, infoprodotti ed editoria professionale.

Sono 4 punti descritti da Sandellari che valgono oro.Grazie maestro.
L’articolo integrale www.skande.it

 

Impegnatevi tutti e fatene buon uso.

 

Dimenticavo: nell’incontro Francesca ha compreso che la parolina velocemente era da eliminare e sto preparando la strategia al fine di Far Comprendere il Valore dell’ Avvocato Francesca facendo Personal Branding.

 

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!😃😃

 

 

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Neuromarketing non manipolazione

“Hai il cervello fuso”.

Quante volte hai detto, ti sei sentito dire o hai sentito questa frase?

Beh, fuso o non fuso, è sbagliata.

Si dovrebbe dire : “ hai tutti e tre i cervelli fusi “

Si, abbiamo 3 cervelli, scientificamente provato:

  • Cervello antico: è il primo ad entrare in azione. Regola funzioni di base come il respirare, la sensazione di pericolo o di sicurezza, il sesso e la sensazione di fame.
  • Cervello intermedio: è nel sistema limbico ed è la parte più nascosta del nostro cervello. E’ ancestrale, automatico ed è la sede dell’amigdala che ci fa provare le sensazioni di paura, fiducia ed è anche la sede del talamo ( felicità, tristezza e disgusto), nonché sede della dopamina, ormone del piacere e dell’appagamento.
  • Cervello recente/ razionale: questo cervello è presente solo nell’uomo ed in esso risiedono le funzioni cognitive evolute, la pianificazione, il problem solving, l’apprendimento , il linguaggio,etc…

Nelle nostre scelte d’acquisto il  cervello razionale è perdente nel senso che è quello che entra in azione per ultimo.

Per questo motivo nel Marketing ed anche nella Comunicazione di dedica tanto spazio allo studio del Neuromarketing.

Neuromarketing, cos’è e come ha cambiato il Marketing. Un inchino ai maestri Martin Lindstrom e David Goleman.

Il Neuromarketing, l’avrete capito dall’apertura dedicata ai 3 cervelli, studia la risposta emotiva a una pubblicità, ad uno spot, ad un sito, ad un marchio, etc., analizzando le immagini del cervello attraverso tecniche come la risonanza magnetica.

Il neuromarketing si focalizza su come funziona la mente umana quando ci troviamo a risolvere problemi che riguardano il denaro in nostro possesso, come ad esempio un acquisto, e che tenta d’ individuare ed attrarre l’attenzione ed influenzare i processi decisionali del nostro cervello.

Il Neuromarketing è quindi uno strumento a disposizione dei marketer ( e delle aziende ) che permette di “entrare nella mente dei consumatori” per scoprire le emozioni che guidano le scelte d’acquisto.

« Martin Lindstrom, il guru del Neuromarketing, ci dice che oltre il 30% dei 100 marchi di Fortune sta utilizzando il Neuromarketing per la ricerca strategica. Il Neuromarketing ha dimostrato che oggi non bisogna più vendere prodotti, ma piuttosto di sedurre i clienti».La funzione del Marketing è infatti trovare nuove strade per spingere le persone a fare un’azione come, ad esempio, comperare qualche cosa.  Capire i meccanismi della mente umana è stato sempre un mistero difficile da comprendere. Per questo, negli ultimi dieci anni gli esperti di marketing si sono sempre più appassionati al cervello umano. È in questo contesto che il Neuromarketing viene in aiuto.

Ogni volta che acquistiamo, anche se pensiamo di farlo per una ragione razionale, lo stiamo facendo per una scelta emotiva

«La ragione – spiega Daniel Goleman, il noto studioso e autore di bestseller sull’Intelligenza emotiva – è che il nostro cervello è progettato, quando ci troviamo di fronte ad una decisione, per valutare e soppesare emotivamente ciascuna opzione. Nessuna decisione nella vita prescinde dall’emozione, a meno che non siamo nell’ambito della matematica, che è un universo puramente teorico. È un’emozione tacita, impercettibile, ma molto rilevante».

Chi lavora nel marketing e nella comunicazione per le imprese che siamo micro, piccole , medie o grandi, deve comprendere come stimolare la capacità di evocare una risposta emotiva, per esempio,  da uno spot o da una promozione.

«Non è possibile chiedere alla gente la loro impressione su un odore o una sensazione tattile o un sapore – spiega – Lindstrom – È difficile verbalizzare una sensazione, perché ancora non abbiamo il vocabolario giusto per farlo. Nel 2008, ho condotto il più grande esperimento di neuromarketing nel mondo usando la risonanza magnetica funzionale per la scansione del cervello dei consumatori per capire cosa succede veramente nella nostra parte inconscia del cervello. L’idea di base di questo esperimento è che se siamo in grado di dare un senso alla parte inconscia del nostro cervello – che gestisce l’85% di tutto quello che facciamo tutti i giorni – allora saremo più vicini a scoprire che cosa sentiamo veramente quando viviamo e acquistiamo cose tutti i giorni. E sulla base di questo, potremmo forse creare campagne pubblicitarie che abbiano un po’ più di successo di quanto non ne abbiano oggi».

Fantastico vero?

«La pubblicità non funziona più – afferma senza mezzi termini Lindstrom – . I marketer spendono una quantità enorme di soldi e la gente non ricorda veramente nulla. Ovviamente, qualcosa succede. Forse memorizziamo le conoscenze a livello inconscio, che è quello che stiamo cercando di capire, o forse vanno solo in un buco nero: io fondamentalmente non credo che ci dimentichiamo tutto, ma che archiviamo le informazioni da qualche parte. Il neuromarketing aiuta a capire dove vanno questi messaggi e come influiscono su di noi, ed è probabilmente la migliore e l’unica scelta che abbiamo in questo momento nella comprensione del consumatore e del futuro della pubblicità».

Il Marker somatico

 

I marcatori somatici possono essere definiti l’origine dei nostri pensieri e delle nostre azioni.

I marcatori somatici si trovano nel cervello ed intervengono nelle nostre decisioni di acquisto. La loro funzione è quella di salvare nel nostro software cerebrale le nostre esperienze e utilizzarle quando dobbiamo decidere che cosa acquistare o come scegliere o come prendere una decisione..

I marker somatici sono generati a partire dalle emozioni secondarie cioè a emozioni che sono state registrate nel nostro cervello tramite le esperienze della vita e l’apprendimento..

Essi, danno quindi un SEGNO quando dobbiamo prendere una decisione in base alle esperienza pregresse: NEGATIVO – allarme o POSITIVO – tranquillità.

Le aziende dovrebbero costruire il proprio Brand in modo da rimanere impresse nella nostra mente. Quando dobbiamo acquistare un vasetto di crema al cioccolato, nella nostra mente appare il brand Nutella, per quanto ci possano essere creme al cioccolato altrettanto buono e magari più genuino ma non così impresso nella nostra mente.

Nutella ha giocato una grande partita di Brand Positioning e l’ha vinta. Oltretutto non abbandona la presa. Nutella è sempre presente in spot e campagne pubblicitarie. Mia nonna la comperava a mia mamma e mia mamma la comperava a me e via così .

Un altro esempio che ho trovato sul web è quello di Orange.

Orange è una società di telecomunicazioni degli Stati Uniti che ha offerto a tutti gli studenti di verniciare gratis le loro automobili con il colore arancione. Idea ingegnosa , creativa e fuori dai soliti schemi di comunicazione. All’improvviso sono comparse 5 mila vetture arancioni in giro per San Francisco, che hanno creato così un marcatore somatico.

I brand si devono rivolgere ai nostri 5 sensi: tatto, gusto, olfatto , vista e udito in modo costante e continuo.

Il logo sarà sempre importante, ma non semplicemente perché è un logo, ma perché dovrà muovere in chi lo visualizza un sentimento nei confronti del brand.

Etica del Neuromarketing

Ho pubblicato alcuni post con alcuni concetti del neuromarketing su Instagram ed un mio cliente / amico mi ha scritto che lui non è d’accordo nell’utilizzare il neuromarketing poiché pericoloso.

Gli ho risposto su Instagram che il neuromarketing deve essere etico ed utilizzato per un solo scopo.Quello che ci spiegano qui sotto prima Lindstrom e poi Goleman:

«Non stiamo mettendo l’etica da parte – sostiene Lindstrom. La pubblicità ci sta bombardando: siamo esposti a 2 milioni di spot televisivi nel corso della nostra vita. Possiamo imparare un modo per rendere un annuncio più influente, e così ridurre il numero di annunci. Questo era davvero l’obiettivo. E la risposta è stata, sì, funziona davvero». Questi studi secondo l’esperto, non puntano in assoluto a vendere sempre più prodotti, ma a una comunicazione di migliore qualità e più efficace.

«Mi sono chiesto se sia etico, per esempio, esaminare gli stati cerebrali, e direi che non è né più né meno etico di qualsiasi altro tipo di studio di marketing. Ha probabilmente sia molti difetti che benefici – dice Goleman – Ma sono opportuni degli avvertimenti. Per esempio, per fare uno studio sul cervello, si mette una persona in una situazione artificiale e si vede come il suo cervello reagisce alla marca X o Y. Ma non può essere una replica reale di come agiranno effettivamente. E il consumatore deve sapere quello che sta succedendo: in ogni marchio ci deve essere trasparenza al 100%. Non si può più agire dietro uno specchio oscurato, sperando che nessuno noterà quello che sta succedendo in una stanza nascosta sul retro. La prossima generazione di marketer avrà nuove regole cui obbedire per sopravvivere, perché viviamo in un mondo di Wikileaks dove non ci sono più segreti. Come consumatori non c’è molto che possiamo fare. La buona notizia, però, è che se siamo consapevoli, subiamo meno le influenze».

Io adoro il Neuromarketing e quindi gli Small Data di Martin Lindstrom ma, come è nella mia natura, utilizzo anche i Big Data.

Quando lavori in una disciplina così affascinante come il marketing non puoi esimerti dallo studiare ed utilizzare di volta in volta ciò che lo studio di Guru ed anche ciò che  le tue intuzuioni personali ti hanno portato come bagaglio esperienziale.

Un saluto sorridente, qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia.

 

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Marketing: differenza tra Case Study e Case History!

Ti rispondo subito e non ci sarà nessun concetto da comprendere.

Case History nel marketing non si usa.

Si usa solo Case Study.

Semplice, però aspetta che ti racconto perché.

Ero ad un appuntamento da uno studio di avvocati e tra le sezioni del sito ho proposto Case History.

Il cliente mi dice: “ Secondo me Silvia sono Case Study”

Non contraddico la sua opinione e gli dico “ Si, Case History o Case Study”

Torno in ufficio e controllo.

Trovo un post molto interessante di Gianluigi Bonanomi che tratta proprio la differenza tra i due termini.

Case History nel mondo anglosassone vuol dire: La storia personale di colui che nel passato è stato afflitto da problemi o sopraffatto da eventi, specialmente nella sua storia medica.

Ops!!!!

Nel Marketing non raccontiamo i malanni del titolare di un’azienda o dell’amministratore delegato.

Case Study da Wikipedia nasce come definizione nel mondo scientifico anche se poi utilizzato molto nel marketing.

Definizione Case Study da Wikipedia : Il caso di studio (oppure caso studio) è un metodo di ricerca utilizzato, nell’ambito di questioni complesse, per estendere l’esperienza o rafforzare ciò che è già noto da precedenti ricerche. Viene impiegato in diverse aree della scienza, in particolare se ne fa ampio uso nelle scienze sociali, e permette di porre enfasi sull’analisi contestuale dettagliata di un numero limitato di eventi o condizioni e le loro relazioni.

Il fatto che, come dice Gianluigi Bonanomi, moltissime aziende utilizzano il termine Case Hystory e cita l’esempio di Cisco, vuol dire che anche tra i Big c’è disinformazione.

Ho fatto un giro su web digitando il brand di 4 aziende multinazionali ed alla quarta….la CASE HISTORY.

Eccola:

 

I grandi di Web Ranking ma non sono gli unici, guarda caso, utilizzano il giusto termine Case Study.

 

Che dire ?

Come dico io: Non si è mai finito d’imparare, non bisogna mai smettere di studiare, bisogna sempre essere curiosi  e, se non sei certo di una cosa, lasciare in sospeso la risposta e documentarsi

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!

 

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Marketing operativo. Le 9 leve che devi costruire per far guadagnare la tua azienda o il tuo negozio.

 

Dopo aver parlato del marketing strategico ( ti può interessare link marketing strategico e l’Arte della Guerra) torniamo sul marketing operativo ( ti può interessare link interno Marketing operativo : si parte per la battaglia )

Vi parlo oggi delle specifiche leve da utilizzare per un efficace marketing operativo. Sono nove.

 

  • 1 ) Posiziona il Tuo Prodotto

Ribadisco che il tuo marketing operativo deve essere organizzato solo ed esclusivamente dopo la pianificazione del marketing strategico e dopo che hai dedicato tempo studiando quale vuoi che sia il posizionamento del tuo prodotto nella mente del tuo cliente giusto. ( Brand Positioning)

Marketing Strategico: studio di tattiche e strategie. Marketing operativo: studio delle azioni da fare per arrivare agli obiettivi definiti dal marketing strategico che corrispondono agli obiettivi aziendali.

Esempio chiarificatore e dopo non ti confonderai più:

  • Il Marketing Strategico è uguale allo studio da parte dell’allenatore di una squadra di calcio del posizionamento sul campo dei giocatori.
  • Il Marketing operativo è uguale alle singole mosse che i giocatori devono mettere in atto in maniera coordinata per mettere la palla in rete…risultato Marketing Strategico + Marketing Operativo: GOALLLLLL!!!!!

 

  • 2) L’imbuto del marketing operativo

Per acquistare il tuo prodotto, posto che sia ben posizionato, il cliente deve passare attraverso in un imbuto formato da 5 step:

  1. Consapevolezza: il tuo cliente deve avere bisogno di un determinato prodotto o servizio oppure anche solo il desiderio di avere un determinato prodotto o servizio.
  2. Scelta: tra tutti i tipi di prodotti o servizi presenti sul mercato il cliente deve scegliere quello che soddisferà meglio il suo bisogno o desiderio.
  • Scelta: il cliente deve scegliere quale fornitore gli ispira più fiducia od ha più valore al fine di acquistare da lui quel prodotto o quel servizio.
  • Prezzo: il prezzo del prodotto o servizio deve essere considerato corretto e quindi deve essere accettato dal cliente.
  • Essere: il cliente deve essere nel momento giusto per acquistare e quindi trovare una ragione per agire immediatamente e non rimandare.

 

Posso quindi concludere e sarete sicuramente d’accordo che:

Senza un marketing che prende per mano i nuovi potenziali clienti, le nostre vendite si sperderanno uscendo come acqua fresca dai buchi del nostro imbuto.

 

3) Identificare i giusti buyer personas ( target di clientela )

Se mi dici che “ Il tuo prodotto va bene per tutti” , mi metto a piangere ed il trucco mi cola sul viso. Lo so che è un concetto contro-intuitivo ma mettitelo bene nella zucca che il tuo prodotto NON può andare bene per tutti. E’ impossibile.

Se sei ancora convinto che vada bene per tutti, torna al punto 1 e rifai il posizionamento del tuo prodotto.

Supponiamo tu debba aprire una gelateria.

Come deve essere strutturato il tuo piano di marketing operativo e qual è la cosa più importante per fare il botto con la tua gelateria?

  1. Un arredamento del locale che ricorda un Iceberg?
  2. Avere una squadra di persone molto efficienti e motivate?
  3. Comodità di parcheggio?
  4. Panchine fuori dalla gelateria ?
  5. Un ampio parcheggio?
  6. Essere su una strada di forte transito?
  7. Quanti gusti di gelato proponi ?
  8. Un buon prezzo?
  9. Un gelato tanto buono da leccarsi i baffi ?

Se intervisti tanti gelatai, ognuno di loro ti risponderà con una delle caratteristiche qui sopra o con un suo “mix” di esse.

La risposta reale in realtà é: nessuna di queste qui sopra.

Ciò di cui hai bisogno è una folla di gente che sia contemporaneamente amante /drogata di gelato ed in cerca di un alimento rinfrescante.

Quindi non vuoi ad esempio raggiungere persone che non vogliono zuccheri od alle quali il gelato proprio non piace o quelli che amano avere la scorta di gelati confezionati in frezeer e mangiarseli in mutande sul divano. Devi raggiungere il tuo pubblico giusto sia con strumenti off-line es: radio ed on-line es: Facebook . Questi due strumenti li puoi programmare in orari particolari: metà pomeriggio per la merenda e dalle 19 in poi per la passeggiata serale o perché si fermino nella tua gelateria a prendere il kilo di gelato da portare a casa. Devi identificare la squadra di persone amanti/ drogate di gelato ed in cerca di un alimento rinfrescante.

 

4 ) Ottenere la fiducia del cliente

Qualsiasi imprenditore che si trovi a fare marketing, si trova nella condizione di dover ottenere la fiducia del cliente perché lo scetticismo e la reticenza hanno l’asticella molto alta nel’io del cliente.

L’unica possibilità che un’azienda ha, per conquistare fiducia, è quella di sollevare per prima dubbi e perplessità del cliente e dare la soluzione.

Nell’incontro con un cliente per il venditore è possibile rispondere alle obiezioni, superandole. Conosco molto bene anche la vendita.

Nel marketing operativo on ed off line non possiamo dialogare col cliente.

Occorre quindi nel nostro marketing operativo inserire quelle caratteristiche che sono tipiche del lavoro di un venditore vero e proprio, anche se il venditore non c’è.

 

  • 5) Come risolvere le obiezioni anche se il cliente non c’è

Il cliente ha sempre un’infinità di obiezioni.

Per fortuna nel marketing on-line la tecnologia ha fatto grandi passi avanti.

E’ possibile lavorare sui clienti con un piano editoriale per un blog, con video, con piani di email marketing automatizzati etc….

Qualunque sia la via maestra che scegliamo per creare il nostro piano di marketing operativo, dobbiamo sempre ricordarci di risolvere le obiezioni dei potenziali clienti…non ditemi che non sapete le obiezioni che il vostro potenziale cliente potrebbe porre al vostro venditore. Inoltre dobbiamo aggiornare continuamenti il nostro Piano di superamento obiezioni aggiungendo le nuove obiezioni che riscontriamo negli incontri con nuovi clienti.

 

  • 6) Avere referenze positive

 

C’è una frase che spesso i miei clienti dicono ( e sono d’accordo): il miglior marketing è il passaparola vis a vis.La riprova sociale data dai nostri amici e clienti soddisfatti è una delle caratteristiche fondamentali nel nostro marketing operativo ed è importante pubblicarle là dove possono essere pubblicate. ( sito, scheda Google my business, pagina facebook e possono essere anche sotto forma di video.)E’ di vitale importanza raccogliere quante più testimonianze possibili dai nostri clienti.

Se si deve partire con una nuova attività, un nuovo prodotto o servizio, il modo più corretto non è quello di partire al galoppo pensando solo alla vendita.

Talvolta, nelle giuste occasioni, si dovrebbe proporre il proprio prodotto o servizio in modo gratuito anche solo per la formula di vendita di Front End (prodotto o servizio vantaggioso nel prezzo che serve per acquisire per la prima volta un cliente) sotto forma di test gratuito ad un nucleo selezionato di potenziali clienti in cambio di una testimonianza positiva in caso di reale soddisfazione.

Quest’ultima azione, oltre che a raccogliere testimonianze,  ci dà la possibilità di “ aggiustare il tiro” e correggere errori di progettazione, servizio, qualità.

 

  • 7) Regole del marketing operativo in negozio ( in-store )

Perché le grandi aziende vincono la battaglia contro le piccole aziende? Perché possono permettersi di spendere di più per acquisire un cliente? NO.

Perché applicano benissimo il marketing operativo in negozio.

Il piccolo negoziante vuole guadagnare subito dalla prima transazione con il cliente. Vuole marginare subito sul primo oggetto che vende. Il grande negoziante no.

Questo non solo perché ha più potere finanziario ( anche quello incide certo ) ma perché  l’azienda strutturata ha persone all’interno che “fanno i conti” e dicono al reparto marketing quanto può spendere per acquisire un cliente.

Ecco un esempio per chiarire:

Il negozio di abbigliamento ( medio /piccolo )  non fa marketing in store cioè in negozio. Aspetta che, magari essendo in una zona di forte passaggio (…e, cavolo, con l’affitto che paga….) la porta sia aperta dai clienti che guardano la vetrina.

Quando un cliente entra, il negoziante o la commessa vogliono vendergli a 100€ un paio di pantaloni che sono costati 40€, in modo da guadagnare subito 60€.                   ( facciamo i conti della serva per rendere chiaro l’esempio e non mettiamo le spese fisse del negozio ).

La commessa poi chiede al cliente : “ C’è qualche altro capo che le piace e che vuole provare?”

La maggioranza dei clienti risponde “ no grazie” perché non ha voglia di comperare un altro capo a prezzo pieno.

Il grande negozio, le cui commesse hanno ricevuto ordini da chi ha creato il marketing operativo in-store,  si comporta in modo diverso,

Fase iniziale di acquisizione cliente nuovo: ti propongono in offerta un paio di pantaloni da 100€ (che loro pagano 40€) a 50$. In questo modo si pagano il costo dei pantaloni e del marketing (10€ di ads su Fb, simuliamo) perchè lo scopo non è guadagnare dalla prima transazione

Il loro scopo è attirare il cliente nuovo in negozio per acquisirlo come cliente. Non sono interessati ai soldi che il cliente spende.

E a che cosa sono interessati? Sono interessati ad un valore molto più alto del margine operativo.

Vogliono i tuoi dati di contatto per poterti “inseguire con il marketing”.

Poi ti propongono ancora una maglia in tinta con i pantaloni, sempre con la stessa formula.

Cavalcano la tua voglia di acquistare del cliente che poi è felice di uscire dal negozio con un completo molto carino e non solo con un paio di pantaloni.

Poi ti offrono un foulard per completare l’effetto e via altri soldi…

Alla fine, dopo aver upsellato ( aggiunto vendite inerenti al primo acquisto ) , la transazione media per cliente porta il margine all’esercente dell’esercente a 50€ ogni vendita perché:

– qualcuno acquista solo l’offerta a pareggio
– qualcuno acquista qualche cosa d’altro
– qualcuno acquista anche l’impossibile

La media tra i clienti con i quali non guadagno nulla, quelli che mi comprano qualcosa e qualche cliente top che mi compra tantissimo, è di 50 € per ogni vendita.

Quindi, tirando le somme:

il piccolo / medio negozio di abbigliamento margina 60 sul singolo cliente e ipotizziamo che venda a 2/3 clienti al giorno e, tolte tutte le spese, a fine anno ha portato a casa uno stipendio decoroso.

Il grande negozio di abbigliamento invece attirando clienti col marketing operativo vende a una media di 60 clienti al giorno con un margine di 3500 € tutti buoni contro i 120- 180 € di margine giornaliero fatto dal piccolo/ medio negozio di abbigliamento.

Inoltre il grande negozio ha i dati di contatto dei clienti e continuerà a comunicare con loro senza fermarsi mai e li riporterà in negozio senza che debbano tornare a passare, per caso, di fronte alla vetrina.

Quindi, conclusione: ti ho dimostrato come il grande batte il piccolo non perché è pieno di soldi da spendere in spot pubblicitari me perché, conoscendo i suoi numeri, ha creato un imbuto di marketing operativo che funziona e lo fa guadagnare.

 

  • 8)Fidelizzare il cliente

 

Abbiamo parlato fin’ora di acquisizione di clienti nuovi. Benissimo ed importantissimo.

Ma, attenzione a non dimenticare di coccolare i clienti vecchi che sono il vero valore del nostro conto economico quindi prepariamo un piano di marketing operativo per i nostri carissimi vecchi clienti.

In Italia i negozi solitamente aprono la serranda la mattina e sperano che entrino i clienti.

I liberi professionisti aprono lo studio e si affidano al passaparola o al pensiero positivo: arriveranno di sicuro clienti…

Ciò vuol dire che quando aprono negozi o studi di professionisti i titolari a tutto pensano ( architetto, arredi, colori, quadri, grande buffet per l’inaugurazione, etc…) tranne che al marketing. Ho lavorato per tanti anni nell’editoria ed i nuovi negozi  neanche mettevano 500 € a budget per qualche uscita pubblicitaria.Ti dicevano: “ Ho avuto tante spese per l’apertura ed ora dobbiamo aspettare”. Mi veniva da urlare…ma se non fai sapere che ci sei aspetti che il Karma ti porti clienti? Roba da matti.

Digressione a parte diciamo che il 70% circa dei clienti vecchi ci lascia perché  gli ignoriamo. La nostra totale indifferenza nei loro confronti, ci rende poco importanti nella loro vita. Nessuno, o pochi piccoli negozi, raccolgono i dati di contatto, nessuno manda email, what’up, un regalino, gli auguri di compleanno, una news letter ,etc…

 

Una volta almeno mandavano una cartolina per Natale..adesso fanno un post su FB augurando Buon Natale.

Che tristezza!

 

  • 9) Dare una spinta al passa parola

I nostri clienti non pensano che abbiamo bisogno di nuovi clienti.

Bisogna ricordarglielo, nel giusto modo di segnalarci ad amici, conoscenti, parenti etc…

Il passaparola positivo o le referenze bisogna meritarsele.

Mi spiego meglio: ci deve essere, da parte del nostro cliente, una vera e forte soddisfazione per ricordarsi di noi e consigliarci vivamente ad una qualsiasi persona.

Sto pensando a quante attività conosco e dalle quali mi servo con soddisfazione ma non così tanto da indicarlo ad altre persone.

Penso anche a quelle persone che hanno un’attività i cui prodotti o servizi mi entusiasmano e quindi li consiglierei senza neanche pensarci come, ad esempio il mio parrucchiere o la mia estetista.

Voi dovete essere come il mio parrucchiere o la mia estetista.

Non possiamo aspettarci quindi che il passaparola accada in modo spontaneo. Dobbiamo mettere in atto delle azioni che lo “ spingano”.

Ad esempio, possiamo chiedere ai nostri clienti soddisfatti una referenza.

Usa biglietti da visita appositi, ad esempio con la tua pagina Fb o la tua scheda Google My Business ed una frase del tipo: “Sei stato soddisfatto del nostro prodotto o servizio ? Se si, lasceresti una recensione su Fb o Google?”

Puoi creare un piano d’incentivi. Molti clienti non faranno nulla in cambia di qualcosa. Le persone amano segnalare chi li fa star bene e li coccola. Ogni segnalazione può diventare un buono sconto, un premio, un omaggio, etc…

 

Queste 9 azioni sono le fondamenta per costruire un piano di successo di marketing operativo.

Poi si approfondiranno certi aspetti mano a mano che i tempi passano..

Tutto deve essere sotto controllo. Le nostre orecchie ed i nostri occhi devono essere antenne in grado di trasmetterci tutti i cambiamenti di mercato e soprattutto le abitudini di acquisto dei clienti che possono subire variazioni.

Una certezza, che ho sentito anche dal grande Philp Kotler, al Kotler Forum Marketing 2018 , è che, ad oggi, bisogna essere sempre pronti ad:

 IMPARARE/ DISIMPARARE/ REIMPARARE.

Un saluto sorridente qualunque persona, imprenditore o professionista tu sia!!!

 

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Marketing geniale: marketing persuasivo!

Il marketing persuasivo riesce ad avere ottimi risultati poiché agisce su dei meccanismi che quidano consapevolmente o incosapevolmentte il nostro cervello .

I clienti tengono conto del prezzo solo quando non hanno nient’altro da prendere in considerazione
(Seth Godin
)

 

Come fa il marketing persuasivo a spingerci all’acquisto ?

 

  • influenze pubblicitarie che ci attraggono nelle loro tentacoli da polipi: annunci per TV, cartelloni pubblicitari, internet, facebook, intsagram. Quando acquistiamo siamo avvolti da un senso di sicurezza. Ti ricordi quando hai acquistato la tua auto o il tuo cellulare ?
  • Un altro grosso potere delle aziende è essere presenti in luoghi affollati dando in omaggio i loro prodotti da provare per avere poi recensioni su Google o suiSocial. Se poi questo omaggio promozionale è presentato da personaggi conosciuti il successo è assicurato. Ti immagini un portachiavi da bimbi in regalo dato da Ronaldo, se acquisti in pallone da calci ?
  • Sensazione d’urgenza. Se ti dicono che quell’offerta sulla crema miracolosa per le rughe finisce stasera alle 19. Scommetti che, se sei sensibile al problema rughe alle 18 la comperi anche andando a chiedere i soldi a tua mamma?

 

Il marketing persuasivo agisce sui 5 sensi

 

Il marketing ,il web, la comunicazione creano una connessione con i nostri 5 sensi…..parliamo di emozioni! .

Si perche , ragionate, tanti sono i robot, i programmi automatizzate etc… presenti nei nostri Pc e nei nostri cellulari ma dietro al Pc ed al llulare avrete sempre una PERSONA.  Ecco l’importanza del marketing persuasivo.

Le immagini, i suoni, gli odori, i sapori devono spingerci ad un’esperienza unica con il prodotto od il servizio.

 

Psicologia della comunicazione persuasiva

Ecco un esempio:

Cessate o mortali, dal contaminare con vivande nefaste i vostri corpi! Vi son messi, vi son frutti, che curvano con il loro peso i rami e, sulle viti, turgide uve. Vi son dolci verdure ed altri prodotti che la fiamma può far graditi e teneri. Né il liquido latte manca a voi, né il miele odoroso di fior di timo. A voi offre ricchezze la provvida Terra, ed alimenti miti, offre vivande senza stragi e senza sangue.” 

Ovidio

 

In questo caso i prodotti naturali della terra che hanno un rapporto affine con la salute dell’uomo e una stimolazione poli-sensoriale che evoca sensazioni con immagini, colori, profumi, senso di salute e simboli,

Questa descrizione attiva la vista con i colori dei frutti, delle foglie, degli alberi da frutto, il gusto con il sapore di frutti, verdure e miele, l’oflatto con i profumi di coltivazioni, l’udito con i cibi che  vengono cotti in cucina ed il tatto col prendere in mano uva, mirtilli, arance, insalata, cavoli etc….

Nel marketing persuasivo, il consumatore attratto dalla confezione del prodotto. Gli occhi Siamo  influenzati dalla nostra percezione quando osserviamo il packaging, il layout dei vari messaggi promozionali ed i colori del packaging,

.Ogni colore suscita una particolare reazione emotiva ed è associato anche ad un gusto specifico.

 

Dagli studi su questa tematica di colori è emerso che:

  • Il Giallo è associato all’ottimismo e alla giovinezza, spesso è utilizzato per attirare l’attenzione sulle vetrine nei negozi.
  • Il Rossoall’energia; aumento del battito cardiaco in caso di urgenze ovvero spesso usato per indicare i saldi.
  • Il Blu alla fiducia e alla sicurezza, quindi è utilizzato spesso nelle banche e nel business.
  • Il Verdeal benessere, è il colore più leggero agli occhi per cui è usato nei negozi per trasmettere relax.
  • L’Arancioneall’aggressività e richiama le azioni di sottoscriversi, acquisto o vendita.
  • Il Rosa è romantico e femminile ed è utilizzato nei prodotti per donne o ragazze.
  • Il Nero,potente ed elegante, è spesso usato nei brand di lusso.
  • Il Violarappresenta la calma ed è un colore ampiamente utilizzato nei prodotti anti-età e di bellezza in generale.

Come indagare e misurare il comportamento del visitatore sul Web

Per capire come un utente si muove sul tuo sito, puoi usare strumenti come Google Analytics (tramite il quale puoi capire il percorso che fa, quali sono le pagine più visitate, quanto tempo resta sulla pagina) o Google Search Console,  un software gratuito che consente di controllare lo stato di salute di un sito

Perché il web marketing ha bisogno di marketing persuasivo.

Brian Eisenberg afferma:

I tuoi visitatori non si preoccupano del tuo processo di vendita (e tutto ciò che riguarda il tuo processo di vendita deve essere progettato in modo che non debbano preoccuparsene) – ricorda, il tuo processo di vendita è tutto su di te, ma devi assolutamente preoccuparti di come comprano. La chiave per un sito persuasivo è mappare i processi di acquisto al processo di vendita, perfezionando il processo di vendita quando diventa intrusivo o controproducente “.

La creazione di un sito è sicuramente importante, ma per fare marketing deve essere persuasivo.

Non scimmiottate qualcuno, siate sempre voi stessi.

Essere se stessi porta sempre enormi vantaggi. Trasmettete i vostri valori, il perché vi dedicate con passione a quel servizio od a quel prodotto. Siate sinceramente voi , trasmettete tutto di voi.

Con la sincerità e toccando la sensibilità dei vostri clienti e facendoli emozionare riuscirete a coinvolgere le persone nel mondo che avete creato.

Non dimenticate mail un blog che il vostro sia un sito o che sia un e-commerce,

Se, e solo se, avrete davvero la passione per ciò che fare e non solo la conquista di denaro ce la farete.

 

Per la stragrande maggioranza i professionisti di marketing non sono psicologi. Ma molti professionisti di successo utilizzano regolarmente la psicologia per attrarre i consumatori. I professionisti intelligenti, abili, onesti usano la psicologia in modo etico, legale e rispettoso per attrarre e coinvolgere i consumatori convincendoli ad acquistare” ha detto Robert Rosenthal.

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia !

 

 

 

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Hai un’attività locale? Utilizza il local marketing!

Le strategie di marketing possono essere focalizzate a diffondere il tuo brand, i tuoi prodotti o servizi a livello locale.

Da statistica si sa che 4 ricerche su 5 utilizzano Google per trovare informazioni relative ad attività locali.    Se hai un’attività a livello locale questa notizia dovrebbe proprio piacerti.

Si, cercano te, Signora Attività Locale, che hai tanta rabbia verso gli e-commerce e l’web.

Le persone spesso ricercano on-line per acquistare off-line.

Quindi non ti serve brontolare e dire che il web sta mettendo in crisi la tua attività. Anzi è una grande opportunità poter utilizzare una strategia di marketing per avere visibilità anche solo a livello locale.

 

Come puoi organizzarti per avere visibilità a livello locale?

Le più importanti azioni da fare sono 3:

  • Non bistrattare la scheda Google my Business. La maggioranza delle attività che visito neanche sanno di averla.

Questo strumento creato da Google è una delle bacchette magiche per la ricerca locale.

Devi strutturarla bene, mettere tutte le tue informazioni, pubblicare regolarmente nuovi post e quindi tenerla aggiornata con foto e testi.

Scommetto che quando ricevi la mail da Google con scritto: Attenzione il tuo post sta per scadere neanche la apri.( sempre che tu abbia fatto il primo post)

Errore madornale: i tuoi utenti guardano quello che pubblichi e Google è così carino che ti fa vedere anche una Dashboard nella quale visualizzerai quanti utenti in un mese hanno guardato la tua scheda Google My Business ed anche quante persone hanno visitato il tuo sito che dovrai aver inserito nella scheda.

Inoltre nelle schede potrai avere recensioni che possono arrivare naturalmente dai tuoi clienti o che puoi gentilmente chiedere ad essi e magari, mentre le chiedi dai un piccolo gadget . Insomma è uno strumento essenziale da utilizzare per farti notare nel local marketing.

 

       2) Ottimizzare il tuo sito internet per la Local Seo ( ricerca organica quindi gratuita su Google )

L’analisi per la creazione del tuo sito dovrà partire e seguire tutti i criteri per poter rispondere perfettamente alle ricerche in ambito locale.

La S.E.O. comprende tutte le attività utili a posizionare un sito nei primi risultati delle ricerche, la Local S.E.O. lavora allo stesso modo ma in ambito locale.

 

    3) Utilizzare correttamente  Facebook ed Instagram per la promozione in ambito locale

Facebook ed Instagram sono due strumenti potenti per la tua promozione della tua attività, dei tuoi prodotti o dei tuoi servizi a livello locale, in maniera mirata ed efficace utilizzando le FACEBOOK ADS ( inserzioni sponsorizzate con un pubblico ben definito sulla località e con un’ottima profilazione dei tuoi Buyer Personas ). –  ti può interessare Come far diventare cliente un tuo potenziale cliente –

D’ora in avanti i marchi investiranno sempre di più sul marketing locale. Il 25% del budget destinato al marketing dei maggiori brand internazionali viene già oggi speso proprio per questo genere di attività.

Nel 2016 sono stati spesi 12,4 miliardi di dollari dalle aziende statunitensi per la pubblicità “location-target”.

Le proiezioni prevedono che questo importo crescerà fino a 32,4 miliardi di dollari nel 2021, l’equivalente del 45% di tutte le entrate pubblicitarie indirizzate verso i dispositivi mobili.

Allo stesso modo dovrebbero comportarsi le piccole aziende, registrandosi anche sulle directory locali che il web mette a disposizione a costi sostenibili.

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia !

 

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Facebook ti fa schifo? Beh, la tua azienda deve comunque esserci!

Eh si, spesso i miei clienti con un faccino schifato mi dicono questa frase.

Comprendo che Facebook possa non piacere ma agli italiani  piace e frequentano il social.

Il tuo potenziale cliente è su questa piattaforma.

Perchè perdi l’occasione di potergli parlare ?

Una volta una pagina sul Corriere della Sera costava 20.000 €, oggi con 5000 € la comperi.

Perchè? Perchè anni fa Il Corriere della Sera era comperato dai tuoi potenziali clienti, oggi molto molto molto meno.

Quindi il buon Mark ha creato la Piazza e, poichè tutti vanno in Piazza, si fa pagare e tu ci devi essere.

Partiamo da : STRATEGIA E PIANIFICAZIONE DEL MARKETING DIGITALE: Che cos’è ?

La strategia e pianificazione del marketing digitale è un Processo d’integrazione delle attività di digital marketing, grazie al quale possiamo creare un piano di esecuzione di una campagna di pubbliciataria di successo,misurabile e che dia un ritorno positivo sul business.

 

IL PRINCIPIO DELLE 3 I : che cos‘è ?

Il principio delle 3i ( Iniziare,Iterare,Integrare) costituiscono il fondamento di tutte le metodologie del Digital Marketing e sono la chiave per qualsiasi strategia di successo.

Il principio d‘ iniziare dice che il cliente è il punto di partenza e di arrivo per ogni attività di marketing digitale. Per ogni domanda la risposta è: lascia decidere al cliente come ti vuole trovare.

Il principio d’iterare significa che, dopo un medio periodo, da quando è stato pubblicato un annuncio possiamo vedere quanti sono gli utenti che hanno fatto clic sull’annuncio stesso e quanti hanno risposto all’azione proposta dall’annuncio.

Questa possibilità permette di arrivare al punto 3 che è Integrare cioè andare a modificare ciò che non sta funzionando come risposta che vorremmo da parte del cliente, in modo da prendere decisioni di modifica sui mezzi o sui tipi di contenuti di mktg digitale.

 

COS’E’ E COME SI DEVE OPERARE IN UNA CAMPAGNA FACEBOOK


Le campagne Facebook hanno tutt’altro obiettivo rispetto ai siti e soprattutto alle  ricerche Google ( con il sito e con gli strumenti a pagamento di Google come, ad esempio una campagna ADWORDS l’obiettivo è quello d’intercettare e poi inseguire, volendo, il potenziale cliente,  quando quest’ultimo fa una ricerca diretta mettendo una domanda sulla barra di Google)

Nelle campagne Social l’obiettivo è quello di catturare l’attenzione del potenziale fruitore dei nostri servizi o prodotti mentre naviga su Facebook per diletto. In questo modo andiamo a trovare/colpire/attrarre coloro che hanno un bisogno latente e tale bisogno corrisponde ad uno dei nostri prodotti/ servizi.

I Social, ad oggi, sono strumenti molto potenti ma devono essere usati in modo efficace.

Il punto è che dobbiamo comprendere che non è sufficiente pensare di “fare pubblicità su Facebook ” ma FARLA CON UNA STRATEGIA EDITORIALE e con IL GIUSTO MESSAGGIO

( POST ) attrattivo e con espressioni impattanti e pagando una campagna di FaceBook Ads.

Face Book ha , ad oggi, una portata organica inferiore al 4% rispetto ai like che abbiamo sulla pagina.

Questo significa, ad esempio, che se abbiamo 1000 like sulla pagina, si pensa che il nostro messaggio arrivi sotto agli occhi dei nostri 1000 fans, invece, arriverà sotto agli occhi di 30/40 fans.

Quindi, gli strumenti social sono indispensabili ma se non vengono utilizzati in modo corretto si dirà che la pubblicità su Facebook non funziona.

Che cosa significa avere una strategia ben definita?

Occorre rispondere a domande tipo:

  • A cosa mi serve la mia pagina FB/ Instagram? Se, ad esempio, la risposta è: ad attirare clienti allora continuo rispondendo ad altre domande.
  • Chi è la mia concorrenza ?
  • Che tipo di clienti?
  • Quali sono le abitudini dei miei clienti?
  • Con che immagini e parole posso attrarre le persone sulla mia pagina Fb e poi sul mio sito?
  • Quali sono i bisogni/ desideri dei miei clienti?
  • In che cosa vogliono essere rassicurati i miei clienti?

Quindi è fondamentale:

  • capire qual’è IL NOSTRO PUBBLICO capire qual’è il giusto MESSAGGIO CREATIVO E DI PAROLE E CALL TO ACTION per avere ENGAGEMENT ( attrazione ) per il nostro tipo di pubblico.
  • Investire su Facebook/ Instagram ADS per riuscire a monitorare il ritorno della Facebook ha 31.000.000 di utenti attivi ed in Italia ed è il Social più potente.

Osservando più da vicino le caratteristiche anagrafiche degli utenti italiani iscritti a FB, secondo gli ultimi rilevamenti, la presenza maschile supera (seppur di poco) quella femminile: sulla totalità degli utenti, infatti, il 53% degli iscritti è uomo, mentre il 46% è donna.

Per quanto riguarda le fasce d’età che utilizzano in modo più massiccio il social network, a sorpresa, il primato non va alla fascia dei giovanissimi! Al primo posto troviamo la fascia di età tra i 36 ed i 45 anni, seguita a ruota dai più giovani (19/24 anni).

 

 Tutto questo per farti comprendere come, prima d’iniziare una campagna Social, occorra fare dei ragionamenti sul Brand , sul posizionamento dello stesso e sul tuo Pubblico.

Ogni tua attività sui social dove essere quindi inserita in una più ampia strategia.

La condivisione di contenuti di valore che si connettono con fan e potenziali clienti è ciò su cui devi investire in prima battuta quindi valuta e pianifica il tuo mix di contenuti

Ti consiglio d’ iniziare scegliendo la regola 80/20 o la regola dei terzi.

Se segui la regola 80-20, utilizzerai l’80% dei post di Facebook per informare, educare e intrattenere e l’altro 20% per promuovere il tuo marchio.

L’uso di Facebook per il business si fonda sulla costruzione di relazioni e l’autocelebrazione non è assolutamente consigliato.

Ma se fornisci un valore sufficiente, il tuo pubblico sarà predisposto e propenso a conoscere i tuoi prodotti e servizi in quel 20% di post che sono maggiormente focalizzati sulleL’algoritmo di Facebook penalizza i marchi che spingono troppo le vendite.

L’ algoritmo “vuole” che i feed delle notizie degli utenti siano pieni di contenuti utili, che gli utenti amano e sono spinti a condividere.

Un altro punto fondamentale di un piano di marketing Facebook è determinare quando e quanto spesso pubblicare. Ciò richiederà alcune prove ed errori da definire per la tua attività specifica (utilizzando i dati di coinvolgimento ottenuti da Page Insights). Poiché è importante pubblicare in modo coerente, crea un calendario editoriale per aiutarti a bilanciare il tuo mix di tipi di contenuti e mantieni traccia della tua pianificazione dei post.

Insomma attrai e regala contenuti di valore ai tuoi potenziali clienti.

Saranno felici di scoprirti su Fb.

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia !

 

 

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Marketing Mix: le 7P e le 4C

Ed eccoci di nuovo sulla lettera più diffusa nel Marketing : la lettera P ed aggiungiamo anche la lettera  C.

Nel mio precedente post “ le 4 P del marketing” ho voluto già introdurre la 5 P di Persone ( People ) ) che rimane, a mio avviso, la più importante.

Abbiamo altre 2 P da aggiungere al Marketing Mix di oggi ed arriviamo a 7 P che sono leve decisionali per il proprio prodotto o servizio.

A queste 7 P si affiancano 4 C anch’esse molto importanti. Le 4 C infatti non sono altro che le prime 4 P del marketing ma viste dal punto di vista esperienziale del nostro cliente.

Rivediamo quindi il marketing Mix con 7 P e 4 C.

Per essere più chiara prima entrerò nello specifico delle prime 4 P e poi nello specifico delle 4 C per finire le con le ultime 3 P del Marketing.

Definizione di marketing mix: è una teoria di Marketing che ha lo scopo di definire una combinazione di leve decisionali e variabili ( le 7 P  e le 4 C ) che vengono adottate dalle imprese per riuscire a raggiungere gli obiettivi stabiliti.

4 P del Marketing Mix

Le 4 P del marketing:

  • Prodotto
  • Prezzo
  • Placement ( luogo )
  • Promotion

Vedi articolo precedente CLICCA QUI

  • Prodotto:

Quando si parla di prodotto ( già esistente sul mercato o che ne deve ancora fare l’ingresso, al fine di soddisfare nuove esigenze del pubblico ) ci si riferisce a qualunque tipo di prodotto che sia tangibile od intangibile, beni, servizi, prestazioni professionali.

La prima valutazione da fare è quella di trovare un prodotto che risponde ai bisogni del target ed analizzare la potenzialità del ciclo di vita di quel prodotto.

Il marketing avrà poi diverse strade da percorrere affinchè, una volta raggiunta la fase calante delle vendite ,come ad esempio innovare il prodotto o diversificare la linea prodotti.

  • Prezzo

Bisogna porsi  le giuste domande sul Prezzo di un prodotto. Il prezzo del prodotto è di fondamentale importanza soprattutto per la percezione dell’utente. Inoltre il prezzo è importante poiché con esso si può definisce anche il profitto finale. Questa variabile può avere un forte impatto su ogni singola azione di marketing in quanto quest’ultimo può incentivare o ridurre la domanda del prodotto. Se poi il prodotto è l’unico dell’azienda può addirittura determinare la sopravvivenza o meno della stessa.

Come il prezzo è legato alla percezione.

Un prezzo più basso del mercato può far percepire ad un potenziale cliente una scarsa qualità rispetto ad altri prodotti simili sul mercato.

Attenzione perché anche un prezzo più alto potrebbe far percepire il prodotto meno vantaggioso a quello dei competitor.

Ci deve essere un lavoro di tutte le leve del marketing affinchè né un prezzo troppo basso né un prezzo troppo alto portino il prodotto a fare Flop.

  • Place ( distribuzione )

Dove distribuire i propri prodotti per renderli facilmente raggiungibili dai propri clienti e potenziali clienti ?

Anche qui ci deve essere una profonda analisi del target e delle sue abitudini o di quelle che potrebbero facilmente diventare sue abitudini.

Tante, tante domande anche per rispondere a questa terza leva del marketing.

  • Promozione

Anche la Promozione è una leva importante. Se abbiamo il giusto prodotto, al giusto prezzo e che può essere reperito nei giusti posti è ovvio che dobbiamo farlo sapere al giusto potenziale cliente.

Inoltre la promozione può anche aumentare il riconoscimento di marca.

La Promozione comprende fattori come : pubblicità, organizzazione di vendita, promozioni delle vendite, relazioni pubbliche.

Valutate, come avete fatto sia nel Prodotto che nel Prezzo che nella Distribuzione. che cosa sta facendo la vostra concorrenza.

Le 4 C del Marketing Mix

Ed ora le 4 C…..visto che siamo freschi dalle prime 4 P.

Sono interessanti e tengono presente la teoria diffusa nel marketing , anche in  quello digitale, che tutto parte ed inizia dall’analisi del tuo potenziale cliente.

 

Le 4 C !!!! Chapeaux ( ohh attenzione che la C di Cahpeaux non è una delle 4 C ma sono le 4 C che meritano Chapeaux )

Dovete sapere che le 4 C risalgono al 1993 quando Robert F. Lauterbon , noto come il pioniere della comunicazione integrata, propose la classificazione degli elementi tipici del Marketing Mix, spostando il focus da visione dell’impresa a quella della visione del cliente rendendo così le 4 leve più esperienziali.

Attenzione: le prime 4 P del Marketing Mix rimangono valide ma occorre anche valutarle nell’ottica dell’orientamento completo al cliente con le 4 C. Insomma le 4 P vanno INTEGRATE CON LE 4 C, non sostituite.

La trasformazione fu la seguente:

  • Consumer need ( necessità/ desideri/ bisogni del cliente ) al posto di Product ( prodotto ). Occorre impersonificarsi nel potenziale acquirente e comprendere di quali servizi accessori potrebbe aver bisogno al momento dell’acquisto che attualmente la concorrenza non fornisce in modo da aver un vantaggio da prima mossa. Comprendi l’importanza dell’attenta analisi del mercato per avere un vantaggio competitivo eccezionale rispetto alla concorrenza? Questo ti aiuta anche nel Posizionamento di Marca ( Brand Positioning ).
  • Cost to the consumer ( comprendere il prezzo che il consumatore è disposto a pagare ) al posto di Price ( Prezzo ). Quando hai individuato il bisogno occorre comprendere il prezzo al quale il cliente è finanziariamente soddisfatto nell’acquistare.
  • Communication ( Comunicazione orientata al consumatore ) al posto di Promotion ( Promozione ). Questa C sottintende una concezione più ampia rispetto alla pubblicità o promozione e si riferisce alla creazione di un vero legame duraturo tra l’azienda o il prodotto ed il consumatore. Comunicazione finalizzata anche alla fidelizzazione del cliente.
  • Convenience (  Comodità del consumatore ) al posto di Place ( Distribuzione ). Questa C si riferisce alla reale comodità del cliente nell’acquistare un prodotto od un servizio , mettendo in secondo piano la tipologia di distribuzione che sarebbe dettata dall’ottimizzazione aziendale.

Ti piacerebbe sapere come si integrano le 4 P con le 4 C ???….sarò semplice e veloce…Ti assicuro è intrigante…..

  • Nel modello delle 4 P del marketing mix al centro troviamo sempre il prodotto non considerando quello che è il mercato di riferimento nel quale si inserisce, mentre nel modello delle 4 C ,l’attenzione si focalizza sul consumatore.
  • Quindi quando analizzi devi tenere presente i due aspetti. Brief su brief con proprietà o manager, ufficio marketing ed ufficio vendite.

 

E dalla C…torniamo alla P: le tre nuove P del Marketing Mix

Le ultime 3 P introdotte nel Marketing Mix

  • Persone ( People ) . Come già detto penso sia la P più importante poiché senza le persone che lavorano in azienda, la stessa può essere nessuno o qualcuno, può fatturare o non fatturare, può essere amata od odiata, può avere margini od avere perdite etc… Queste persone sono i tuoi dipendenti interni e collaboratori ma anche fornitori.

Troviamo nella 5° P anche le persone come clienti. Essi sono da comprendere come esseri umani e da soddisfare e coccolare.

 

  • Processi ( Process ). Questa P identifica tutti i processi che riguardano la fornitura di un prodotto o la fruizione di un servizio. Il servizio offerto deve essere di qualità e l’azienda deve minimizzare le spese. Il minimizzare le spese dipende dall’organizzazione aziendale la quale, a sua volta, deve avere processi efficienti . Essi vengono percepiti anche dal consumatore ed aumenteranno la soddisfazione verso il prodotto o servizio nonché la fidelizzazione.
  • Evidenza fisica ( Physical Evidence ). E’ la testimonianza reale del nostro prodotto o servizio. E’ la valutazione di ciò che pensa il cliente che ha usufruito del prodotto o servizio. E’ il vecchio ( ma intramontabile, passaparola ) che è approdato anche sul web dove le persone cercano testimonianze, recensioni dopo aver scoperto un prodotto ma prima di acquistarlo.

 

Ti è piaciuto questo post? Hai avuto modo di fare qualche riflessione ?

Hai qualche cosa da chiarire o da aggiungere?

Silvia Migliorini Marketing

Un in bocca al lupo sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!

 

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