Dare informazione e/o intrattenimento! Sono due valori semplici per un contenuto di successo.
Non è solo l’articolo di un Blog che può provocarvi qualche raptus da foglio bianco e successivo spegnimento del computer!
Sono anche post di riflessione sui social, ( Fb, Instagram, Telegram, Linkedin) ed spesso anche i commenti che voi fate ai post di altri, ai post che leggete sui Social!
Scrivete Post veloci ma importanti nella loro semplicità.
Soffermatevi sui post di altri, leggeteli con attenzione e mettete un “ mi piace” ma soprattutto commentate.
E’ poco qualitativo per voi come azienda o professionista mettere solo un mia piace con un veloce click! Commentate, date il vostro contributo, aggiungete info e precisazioni circa il vostro punto di vista.
Farete comprendere chi siete, come la pensate e quanto siete competenti nei confronti di quell’argomento.
Gli utenti che partecipano alla conversazione, esperienza personale, vi assicuro che leggono anche i commenti e, se appropriati, interessanti ed acuti avrete anche molte visualizzazioni del vostro profilo.
Della serie: ..ma fammi vedere chi è questa o quello e di che cosa si occupa nella vita!
Può arrivare anche da lì il tuo futuro cliente.
Siate corretti.
Scrivete quello che pensate davvero, non create stereotipi o non createvi una doppia personalità.
Come fate a portare avanti una parte da attrice/ attore che non vi appartiene?
Siete persone e fatevi vedere, sentire e percepire come siete nella realtà.
Sarà sempre un punto a vostro favore.
Non lavorate sulla quantità ma lavorate sulla qualità. Se riuscite ad abbinare quantità a qualità sarete, con il tempo, vincenti.
La parola più ricercata nei motori di ricerca è “come”. Gli utenti sono curiosi. Hanno capito che mamma Google ti può informare su ogni argomento.
Lo sa mio nipote di 10 anni ed agisce direttamente su smartphone, tablet o computer.
Lo sa mio papà alla veneranda età di 90 ed agisce su smartphone e Tablet come niente fosse e lo sa mia mamma alla bella età ( se mi legge, mi uccide ) di 86 anni che non agisce ma mi dice: Silvia, puoi andare sul telefonino a vedere che cosa dicono della diverticolite ? Puoi guardare sul telefonino e vedere che professionisti ci sono per osteoporosi e che cosa ognuno di essi consiglia? Puoi andare sul telefonino e vedere il nome degli ortopedici a Modena? Ecco. Siamo alla ricerca d’informazioni.
Icontenuti educativi vi posizionano come esperti di un settore, rafforzano la fiducia degli utenti e vi mettono in linea con la vostra nicchia.
Torniamo all’esempio di mia mamma: ha il problema dell’osteoporosi e male alla schiena. E’ alla ricerca di un ortopedico. Faccio la ricerca con parole chiave diverse tra loro e tra queste utilizzo” ortopedici a Modena”. Trovo uno specialista con un sito web, verifico i social e la presenza su di essi è sporadica. Ne trovo uno con una costante presenza on-line. Sito con Blog e molti articoli inseriti, pagina Facebook aggiornata, presenza su Linkedin costante ed anche video nei quali informa e fa esempi di problemi e cure.
Quale dei due ortopedici scelgo secondo voi? Il secondo, ovviamente. Come farebbe il 99% degli utenti. E sapete perché? Semplicemente perché ha condiviso con me contenuti educativi.
La presenza web di questo tipo permette all’ortopedico ed a voi di distinguervi dai competitor e di acquisire clienti più caldi.
Quando scrivete ed informate, il vostro obiettivo non deve essere quello di acquisire clienti. Deve essere quello di dare aiuto alle persone che possono avere bisogno di voi. Vale per i professionisti e per qualsiasi azienda di qualsiasi dimensione.
Intrattenimento
Se non ve la sentite di condividere contenuti educativi, allora potete condividere contenuti di Intrattenimento.
Diverse aziende amano intrattenere il pubblico mettendo sui loro canali social, le persone che lavorano in azienda o case study di clienti. Si connettono con i potenziali clienti ma in un modo differente rispetto all’ informazione.
Creare contenuti che sanno intrattenere senza diventare banali è difficile. Si confonde spesso intrattenimento con divertimento e l’umorismo deve essere capito dal chi ci legge. Difficilissimo!
Meglio intrattenere quindi con storie, raccontare storie. (non inteso come bugie eh?).
Strutturate una storia con:
– un personaggio
– un obiettivo (o un bersaglio) per il personaggio
– un ostacolo che impedisca al personaggio di raggiungere il suo obiettivo
– come il personaggio riesce a superare l’ostacolo.
Gli utenti si devono identificare nel vostro personaggio. Questo è fondamentale.
Non c’è bisogno di inventare. Utilizzate storie che davvero avvengono in azienda con clienti! Senza bisogno di fare nomi e cognomi, raccontatela o chiedete il permesso al cliente di nominarlo e di portarlo come esempio nel web.
Come ogni giorno verifico sempre di più, non si può fare a meno del web, del blog, dei video, di raccontare, raccontarsi, informare e così via!
Non stancatevi mai di scrivere contenuti e non arrendetevi! E’ lungo, ma possibile, creare un’azienda conosciuta e con una buona reputazione ma dovete dare tanto!
Seth Godin: “Il marketing fatto interrompendo le persone, non è così efficace rispetto ai costi sostenuti. Non sarete efficaci distribuendo tonnellate di messaggi di marketing non richiesti, sperando che qualcuno acquisti. Al contrario, il futuro appartiene a quegli uomini di marketing che pongono le basi per un processo in cui le persone interessate possono comprendere quando convenga a loro ciò che proponete. Quando le persone inizieranno a parlare di voi senza essere stimolate”
Il bello è che queste tonnellate di messaggi non richiesti ( interruption marketing ) li trovi anche nel digitale: you tube, google, siti di quotidiani, app ed etc, sono stracolmi di messaggi pubblicitari che interrompono una tua richiesta ben specifica nel web. INSOPPORTABILI.
A questo aggiungi che oggi c’è la possibilità di una modalità diversa per essere notati.
Seth Godin insegna che oggi vendi se hanno compreso chi sei, quanto sei diverso, quanto sei attento alla sostenibilità, quanto sei innovativo: insomma trova un perchè esisti che porti nuovi vantaggi al tuo potenziale cliente. Tanti propongono prodotti o servizi ma pochi parlano della propria visione.
Un esempio di come ha fatti Seth Godin con il suo libro“Unleashing the Idea Virus”( trad. Sprigionare un’idea virale)
Il libro “Unleashing the Idea Virus” fu regalato da Seth Godin sul suo Blog nel 2001. è Ha ottenuto 4.000.000 download. E’ stato un successo editoriale eclatante tanto che altri scrittori lo criticarono dicendo: “va bene, ma come fa a vivere facendo questo?”. Ecco come ha fatto Seth. L’anno successivo ( 2012 ) lo stesso libro contenente le stesse identiche parole ma con copertina rigida e dal costo di 40$, diventò un best seller mondiale.
Consideriamo anche il valore dei 4.000.000 di download che hanno permesso a Seth di avere 4.000.000 di indirizzi mail.
Il marketing nello spazio temporale di una vendita viene prima della stessa.
Il marketing prepara il terreno alla vendita con lo scopo di farla accadere in modo naturale.
E’ improbabile vendere solo con una sponsorizzata di Facebook od Instagram o solo per avere messo on-line un e-commerce. ( quest’ultimo caso poi è improponibile).
Il marketing dal titolare o imprenditore spesso viene percepito come:
Inutile
Troppo faticoso
Troppo costoso
Troppo lungo
Lontano dalla vendita
Ecco perché il 99% delle aziende ( di ogni ordine e grado NON fa marketing).
Quello che io considero FONDAMENTALE nel marketing è trovare un VALORE dell’azienda da far percepire al giusto pubblico.
Il Valore deve essere studiato a tavolino ma non solo; stare tra il pubblico e studiare e capire come quel pubblico si comporta su tutto l’web.
All’inizio cedi VALORE gratuitamente (vedi Seth con il suo libro ) e poi sarai comperato proprio per quel VALORE.
Nel caso dell’e-commerce che ho definito poco fa IMPROPONIBILE come semplice messa on-line e poi vendita quasi automatica (aspetto a braccia incrociate davanti al computer è profondamente sbagliata) ti dico che spot televisivi che recitano circa così:“ Incomincia a vendere da subito con il tuo sito on-line e paga tra 3 mesi”, sarebbero da proibire.
Le parole di questo spot non fanno che dare forza alla falsa idea che si è diffusa grazie al lock down che basta un e-commerce, qualche campagna Facebook ed Instagram ed un po’ di Google Ads. Non nego che occorra questo tipo di pubblicità ma dopo che avrai dato consigli di valore, dopo che ti sarai esposto con la tu mission, dopo che avrai spiegato perché esisti e dopo che avrai risposto a commenti negativi e positivi sotto ai tuoi post. Anni di duro lavoro che ti portano ad essere conosciuto dal tuo pubblico e degno di fiducia.
Riassumendo:
“Il marketing fatto interrompendo le persone, non è così efficace rispetto ai costi sostenuti. Non sarete efficaci distribuendo tonnellate di messaggi di marketing non richiesti, sperando che qualcuno acquisti. Al contrario, il futuro appartiene a quegli uomini di marketing che pongono le basi per un processo in cui le persone interessate possono comprendere quando convenga a loro ciò che proponete. Quando le persone inizieranno a parlare di voi senza essere stimolate”
Il marketing nello spazio temporale di una vendita viene prima della stessa
Venderai dopo che avrai fatto marketing: consigli di valore, mission dichiarata, il perché esisti dichiarato ed avrai conquistato la fiducia dei tuoi potenziali clienti con anni di duro Marketing.
Se hai voglia di avere successo: Fai cose che gli altri non fanno!
Sono una consulente marketing&comunicazione che si esprime in italiano con i propri clienti e che motiva il perché delle scelte di strategia che ti propongo, affinchè tu imprenditore non sia soffocato da incomprensibili parole in inglese.
Tradurre la parola marketing in italiano non è semplice ma potremmo usare una frase : Piazzare sul Mercato.
Ti scrivo 4 spiegazioni anzi 5 ( l’ultima è la mia ) che ti chiariscono il Marketing.
American Marketing Association dice:
1)Il Marketing è l’attività di creazione, comunicazione, consegna e scambio di valore per i clienti, i partners e le società.
In questa definizione il concetto differenziante per i tuoi beni o servizi è il Valore.
Investopedia dice:
2) Il Marketing è la disciplina che svolge tutte le azioni che un’azienda compie per acquisire clienti e rimanere in contatto con loro.
In questa definizione il concetto differenziante per i tuoi beni o servizi è la Relazione.
Sergio Zima dice:
3) Il Marketing è vendere più roba a più persone per più tempo, per più soldi in maniera efficiente.
Questa è una definizione decisamente pratica e concreta.
4) Philip Kotler dice:
Il marketing è la scienza e l’arte di capire, creare ed offrire valore per soddisfare i bisogni dei clienti e fare profitto.
In questa definizione il concetto differenziante è dato da due concetti: il Valore ed il Bisogno.
5) Silvia Migliorini dice:
«Scoprire e definire il Valore del prodotto o servizio di un’Azienda o di una Professionista ed identificare la giusta strategia per far percepire il Valore al potenziale cliente, al fine di favorire la vendita dei prodotti o servizi aziendali o professionali per raggiungere gli obiettivi di business desiderati.»
In questa definizione il concetto differenziante è dato dalla somma tra il Valore, la Strategia ed il Raggiungimento degli obiettivi di business.
La mia mucca viola !!!!
Nella definizione n. 5 (la mia) inizio con SCOPRIRE E DEFINIRE IL VALORE DEL…..
Questo è un compito importantissimo dell’ufficio o consulente marketing da svolgere con gli input del titolare, imprenditore o professionista, dell’analisi della concorrenza.
Morale: se non c’è un Valore differenziante io devo trovarlo e crearlo e solo dopo devo trovare la giusta strategia per comunicarlo e farti fare più vendite.
Non per niente il mio pay off ( la frasetta che messa sotto al marchio ridà nell’ immediato la principale caratteristica dell’azienda ) è: IL TUO VALORE, IL MIO MARKETING!
Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia.
Non vai da nessuna parte ed invece vuoi quasi che il tuo e-commerce sia un’astronave che ti porta su Marte!
Risultati da sogno! Li vuoi, li sogni?
Allora seguimi che ti spiego come arrivare a gioire del tuo viaggio!
Come terreno base: semina tanta pazienza in te stesso ed apri il portafoglio!
Devi usare tutto il marketing sia quello on line che quello off line e spesso devono essere pianificate in contemporanea.
1)Pianificazione comunicazione off-line
Fai una pianificazione pubblicitaria off-line locale se sei un’attività od un’impresa locale.
Con gli e-commerce funziona molto il canale televisivo.
Crei Conoscenza della Marca ( e-commerce ) e lo spot deve essere assolutamente creativo ed attrattivo come il miele per gli orsi.
Se sei un’attività o azienda locale utilizza un’emittente privata che abbia buoni dati di ascolto e pianifica nelle fasce orarie più seguite ( prima, durante e dopo il tg, ad esempio ).
Rimane famoso il caso di Zalando che è “ partito come un missile” solo dopo una straordinaria campagna di spot televisivi sui canali nazionali e, ti faccio notare come un Amazon ( chi non conosce Amazon???? ) faccia ancora stupendi spot televisivi pubblicitari nazionali.
2) Lavorare sui contenuti del tuo sito (Content Marketing)
La parola magica nel marketing è STRATEGIA.
Le parole magiche da abbinare a STRATEGIA nel Content Marketing sono PIANO EDITORIALE.
E’ necessario creare una strategia di contenuti che non coinvolga soltanto il sito ma anche i contenuti delle pagine social, i video, le e-mail.
Occorre sicuramente lavorare molto ai contenuti come le schede prodotto del tuo e-commerce o attività di contenuti terze ( blog di settore ad esempio…spesso sono a pagamento ) a supporto della strategia generale per sponsorizzare il negozio online.
Per quanto riguarda le schede prodotto attenzione a :
Non riportare pari pari la descrizioni del catalogo produttori. Umanizzale il più possibile nella descrizione.
L’esperienza di acquisto comprende anche il leggere descrizioni variopinte ed emozionali dei prodotti.
Fate fare ad un vostro fotografo delle belle foto dei prodotti. Saranno anche più “ leggere” nel caricamento dell’e-commerce rispetto a quelle del catalogo dei produttori e la velocità di caricamento del sito è basilare affinchè l’utente non abbandoni già dal tentativo di collegarsi al vostro sito.
3) Utilizzo Social! Che fare?
I Social sono tanti e la prima cosa da valutare è l’obiettivo che ha ogni piattaforma. Qui vale molto anche il tono di comunicazione perché ogni Social ha il suo. Anche solo Facebook ed Instagram hanno bisogno di un tipo di linguaggio e grafica diversi. Vi ricordo la strategia della quale ho parlato prima. Quindi strategia di contenuti simili ma diversi come comunicazione.
Morale: i Social devono assolutamente essere usati ( con campagne a pagamento se no, mi spiace, ma non funzionano) ma diversifica sempre il tuo messaggio online.
Chiedi le recensioni ai tuoi clienti
I tuoi clienti hanno avuto un’esperienza nel tuo e-commerce. Chiedi espressamente una recensione su Google o sui Social. Ascolta l’esperienza dei tuoi clienti perché anche le recensioni non proprio positive, ti possono dare indicazioni per migliorare. Rispondi sempre alle recensioni sia positive che negative.
4) Utilizza l’e-mail marketing automatico
Anche qui si parla di Strategia che è quella dell’e-mail.( e-mail marketing )
Invia con costanza e senza diventare uno stress delle informazioni via mail ai clienti che si sono iscritti al tuo e-commerce con contenuti che possono loro interessare.
Se, ad esempio, hai un e-commerce di prodotti per fotografia, fai e-mail che spiegano la differenza tra le varie tipologie ed utilizzi migliori delle macchine fotografiche.
Guarda lo screen qui sotto.
Ho digitato nella barra di Google: i tipi di macchina fotografica e subito Google mi propone direttamente le tipologie di macchine ma anche un sito: www.fotografareindigitale.com con un Title ( la riga blu ) che mi ridà proprio l’impressione di fare al caso mio. Ora, il sito indicato non è un e-commerce ma se tu, nel tuo e-commerce, avessi un blog, sarebbe apparso l’articolo del blog del tuo e-commerce ed avresti ottenuto rilevanza per quell’utente perché ti avrebbe considerato competente e quindi affidabile per un acquisto. Ehh si, il famoso acquisto: difficilmente un potenziale cliente acquista alla prima visita, ne occorrono ,di media, almeno 5 di visite prima di acquistare, sempre che tu venga considerato un sito di fiducia. Ecco lo stesso articolo potresti inviarlo come e-mail ai tuoi già clienti. Invia ogni 15 giorni la tua newsletter. L’email marketing deve essere costante nel tempo. È inutile inviare una newsletter tutti i giorni la prima settimana e poi sparire, come è inutile scrivere un post 1 volta ogni tre mesi.
Ecco alcuni dei servizi di e-mail marketing ai quali ti puoi appoggiare:
Sono in parte gratuiti fino ad un certo numero di mail che devi inviare ( se ben ricordo il numero è abbastanza alto ) e poi diventano a pagamento con un canone mensile.
Ricorda: il cliente vuole sempre sentirsi coccolato e tu devi farlo.
Sappi anche che costa molto meno mantenere un cliente fidelizzato che acquisirne uno nuovo. Con questo non voglio dire che tu non debba fare attenzione ai clienti nuovi, anzi, ma non dimenticarti dei vecchi perché spesso diventano scontati e di scontato sia nella vita che nel business non c’è nulla.
Altri aspetti che sembrano banali ma sono importanti per promuovere il tuo e-commerce
Ottimizza sempre il tuo sito per il mobile – è fondamentale per vendere online, dato che oggi in moltissime persone acquistano da mobile.
Se ti rivolgi a mercati esteri, traduci il tuo sito nella lingua utilizzata nel mercato di riferimento (attento che anche la valuta cambia ed anche i fusi orari ).
Analizza molto bene il tuo potenziale target ( buyer personas…ti può interessare).
Avvia campagne pubblicitarie geolocalizzate sui territori di tuo interesse e non partire con: “ Voglio raggiungere tutta Europa”, a meno che tu non abbia un budget ampio ma molto ampio.
Programma attività di up-selling sui prodotti o servizi che proponi per aumentare le possibilità di vendita. Ad esempio se hai l’e-commerce di macchine fotografiche ed il cliente ne ha acquistato una, proponi l’acquisto di accessori della macchina fotografica.
Ecco, mi auguro di esserti stata utile per farti comprendere che “ Fare un E-Commerce non è un giochino tecnico” ma è come aprire un negozio fisico certamente con problematiche ed aspetti differenti da valutare e, per farlo bene, ci vuole una grande squadra che lavori in Team! Ti ripropongo il mio primo articolo sull’e-commerce dopo Covid 19 così il quadro lo avrai completo! (E-commerce dopo Covid 19! Attenti alle false promesse di vendita immediata dei vostri prodotti o servizi.
Non rimanere con un pugno di mosche in mano ed il conto corrente più leggero!
Se hai necessità di approfondire ti invito a contattarmi.
Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Professionista od Imprenditore tu sia.
Il bravo giornalista di un quotidiano non è anche un buon scrittore di testi per il web.
Il web ha le sue regole.
Fare ricerche degli argomenti più richiesti dal potenziale cliente.
Studiare e comprendere l’intento di ricerca delle persone che interrogano Google.(Search Intent)
Utilizzare parole e frasi che fanno apparire il tuo articolo nella prima pagina di Google.
Scrivere consigli utili per chi ti legge, tendendo presente che devi piacere anche a Google.
Dovrai fare ricerche per conoscere il tuo pubblico giusto, anche di nicchia.
Metti la keyword più importante del Tag Title ( il titolo che appare scritto in blu nelle pagine di ricerca di Goolge ) , metti il tag alt nelle immagini.
La scrittura per il web ( soprattutto dopo l’avvento ad ottobre 2019 di Google Bert ) deve essere ancor più performante nell’espressione. ( Punto 2 dell’elenco iniziale )
Ma esattamente che cos’è il SEO COPWRITING?
Il SEO COPYWRITING è una materia da studiare e dovrebbe essere inserito in ogni scuola superiore.
Questa materia si studia unendo l’ottimizzazione SEO on-page e lo studio delle intenzioni di ricerca della persorna.
Pensa quante possibilità di trovare lavoro avrebbero gli studenti che si diplomano e sanno già scrivere per il web.
Studiare e comprendere l’intento di ricerca delle persone che interrogano Google si viene chiamato SEARCH INTENT. ( Punto 2 dell’elenco iniziale )
Esempio pratico.
Coloro che interrogano mamma Google possono avere 4 intenti di ricerca:
Intento informativo: le persone fanno delle domande dalle quali Google comprende che queste persone stanno solo cercando solo informazioni e metterà tra i primi risultati i siti o blog che hanno questo contenuto informativo.
Intento navigazionale: le persone fanno delle domande dalle quali Google capisce che la persona sta cercando determinati siti e quindi mostrerà, nelle prima pagina, i siti che le persone stanno cercando.
Intento commerciale: le persone fanno delle domande per avere informazioni più specifiche su prodotti o servizi dei quali conoscono l’esistenza ma, prima di acquistare, vogliono saperne di più o confrontare più case produttrici o professionisti e quindi Google mostrerà nella prima pagina i siti che danno queste risposte specifiche.
Intento Transazionale: le persona scrivono domande che fanno capire a Google che la persona è pronta per comperare e quindi Google metterà in prima pagina e-commerce e siti che possono essere giusti per l’acquisto di quel prodotto o servizio.
Comprendi quindi quanto sia importante ciò che scrivi sia nel Blog che nel sito? Devi pensare a chi fa ricerche informative, a chi le fa navigazionali, a chi le fa commerciali ed a chi le fa transazionali.
Google comprende l’intento della persona che mette le domande o le parole singole o a coda lunga sulla onnipotente barra di Google.
ESEMPIO:
Una persona cerca Tute da ginnastica su Google.
Vuole conoscere come è nata la tuta da ginnastica? Vuole vedere i modelli proposti di tute da ginnastica? Vuole sapere quali sono i migliori tessuti per chi suda molto ? Vuole sapere quali sono i migliori tessuti da mettere in lavatrice? Vuole sapere quali sono i modelli ed i colori di moda per fare la figura da “ fighino “ in palestra?
Se stai scrivendo un articolo per soddisfare una di queste domande cerca di dare all’inizio la risposta.
Non tenerla al caldo per il finale del tuo articolo…otterrai l’effetto abbandono pagina” mentre se all’inizio del post dai subito un consiglio valido, il lettore sarà portato a leggere anche le specifiche ulteriori.
Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.
Non vorrei apparire tra i risultati di ricerca di Google con la frase: Cura dimagrante ma con la frase di ricerca: Il Marketing con Passione o Come si fa a lavorare con Passione.
Fare buon Marketing e fare buona comunicazione non è un lavoro semplice e non è un lavoro per tutti.
Due gli aspetti:
1) Fare consulenze Marketing & Comunicazione, fare azioni Marketing & Comunicazione presuppone una, prima buona, poi ottima conoscenza del mercato di riferimento, del cliente per il quale lavori e dei pubblico giusto del tuo cliente.
Devi comprendere l’obiettivo del tuo cliente e FARLO TUO.
2) Guardarti sempre intorno con curiosità e osservare, comprendere, analizzare…perché tutto è Marketing & Comunicazione.
Considerando i due aspetti di cui sopra, la mente è perennemente occupata e nasce in me una totale immedesimazione in tutte le persone mie clienti.
In quest’ottica e vivendo in questo modo la mia professione, c’è un dimagrimento fisiologico.
Aspetto 1)
I loro desideri diventano i miei, i loro obiettivi diventano i miei, le loro problematiche da risolvere diventano le mie e, sia del loro mercato che del loro prodotto o servizio, che dei loro clienti voglio sapere tutto e di più.
Ritengo che ogni dipendente o collaboratore debba vivere così la propria azienda.
Deve essere un’azienda che dà oltre a chiedere e non parlo di denaro ma bensì di crescita personale, d’interesse nei confronti dei problemi della persona, del creare una vera squadra.
Sei una microazienda ed hai solo un dipendente? Bene, fate squadra tu titolare insieme al tuo dipendente.
Aspetto 2 )
Guardo e osservo le persone, i prodotti e tutto ciò che mi circonda con gli occhi di chi fa Marketing & Comunicazione e vedo il Marketing ovunque dalle tabaccherie ai supermercati, ai centri estetici, alle parrucchiere.
Guardo gli spot televisivi dal punto di vista della comunicazione ed il mio cervello frulla sempre.
Seguo un grande del marketing e della comunicazione che è Rudy Bandiera www.rudybandiera.com
E’ uscito da poco un suo post ( video + post ) che mi ha colpito in modo particolare.
Nel post afferma : “ Dobbiamo tutti capire l’importanza di creare un buon ecosistema di marketing e comunicazione, perché ciò che usiamo, ciò che facciamo e le decisioni che prendiamo nella nostra vita, nel mondo:
sono tutte scelte di marketing”
Ho letto e mi sono detta : “ cavolo, è proprio vero”.
Ecco perché vivo così la mia professione: tutto è marketing.
Rudy Bandiera riporta nel post un articolo di una persona che definisce genialoide ( concordo ) che si chiama Seth Godin.
Lo riporta ed io lo riporto a mia volta perché merita.
Seth Godin dice nel suo post “ la democrazia è un problema di marketing, la salute è un problema di marketing, il cambiamento climatico è un problema di marketing, far crescere la tua organizzazione, spargere la voce, fare il lavoro di cui sei orgoglioso, non sono problemi di ingegneria, sono questioni di marketing, quando gli umani fanno delle scelte, è marketing. Il marketing è il difficile del lavoro, di raccontare una storia che possa risuonare, possa in qualche modo fare un eco nel cervello delle persone, di portare una serie di promesse agli individui che vogliono ascoltare” Seth Godin.
Genialissimo!
Ecco un esempio: il prosciutto crudo, ai tempi in cui mio papà lavorava alla Fini spa di Modena, si vendeva in salumeria e nei primi supermercati al taglio nel banco salumeria che poi è diventato banco gastronomia.
Il salumiere, con camice bianco e cappello, chiedeva alla signora Maria, casalinga di professione, quanti etti di salume voleva, fette sottili o spesse, con o senza grasso etc.!
La signora Maria a casa metteva il suo bel pacchetto in frigo che doveva essere consumato velocemente in quel tipo di confezione.
Sono arrivate le vaschette confezionate di prosciutto e non solo: salame, mortadella, bresaola etc…
E’ stato superato il problema della confezione del salumiere che aveva una durata breve in frigo per mantenere freschezza e sapore!
La vaschetta in plastica, per la donna che lavora e fa la spesa al sabato, è stata una salvezza, anzi, ne fa la scorta e ne compera di più perché all’occorrenza, prosciutto, salame, mortadella e bresaola sono sempre freschi in tavola!
Anche questa è una scelta di marketing!
Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.
Tutti noi siamo in vita e stiamo bene perché abbiamo una serie di organi e sistemi vitali collegati tra loro.
Il corpo umano è composto da cellule, che nascono, vivono, muoiono; il corpo umano è sorretto dallo scheletro, dai muscoli e dai tendini. Abbiamo uno scheletro: l’insieme delle ossa e delle cartilagini che servono per sostenere il corpo. La cellula è la più piccola parte vivente degli esseri viventi.Il corpo umano contiene molti miliardi di cellule. Il corpo umano contiene anche molti organi. (Esempio: l’occhio è l’organo della vista) Ogni organo serve a molte funzioni differenti. ( esempio: il naso serve per odorare ma anche per respirare) Ogni organo del corpo umano è fatto di tessuti.
Ogni tessuto è fatto di cellule specializzate. Ogni funzione del corpo umano è svolta da uno o più apparati. Un apparato è un insieme di organi.
Ogni funzione del corpo umano è svolta da uno o più apparati. Ci sono o diversi apparati del corpo umano: l’apparato circolatorio, endocrino, muscolare, scheletrico, digestivo ed il sistema nervoso.
Ogni apparato da solo non serve a niente ma inserito nella catena degli apparati ha un suo perché e diventa VITALE per il corpo e ci PERMETTE DI VIVERE. Parliamo quindi di funzioni vitali che, prese da sole non servono a nulla ma sono nel nostro corpo che collega con una serie ben numerata di azioni che devonoessere compiute esattamente in quell’ordine.
L’apparato circolatorio: fa circolare il sangue L’apparato digestivo: trasforma i cibi in energia per il corpo L’apparato muscolare: permette al tuo corpo di muoversi L’apparato scheletrico: sostiene il tuo corpo Il sistema nervoso: dirige i movimenti, i pensieri, e sente le sensazioni e le emozioni L’apparato endocrino: regola importanti funzioni del tuo corpo L’apparato riproduttivo: permette all’uomo e alla donna di avere figli.
Ecco spiegato per lo meno il COME deve funzionare il digital marketing.
Avrete capito che non è sufficiente realizzare un sito internet od aprire canali social. Il vero Come fare digital marketing : usare il mix di strumenti digitali, mettendo ognuno al posto giusto del processo ed utilizzando i testi attrattivi che piacciono al vostro pubblico target con un budget a disposizione e dandovi degli obiettivi che, nel digitale, sono misurabili.
Approccio omnicanale ed analisi dei dati.
Il marketing digitale ha diverse definizioni: ad esempio Internet marketing o web marketing.
Dave Chaffey, autore del libro “Digital Marketing Strategy, Implementazioni e Pratica ” da questa definizione “il Digital Marketing permette di raggiungere gli obiettivi di marketing attraverso l’utilizzo di tecnologie e media digitali”.
3 Analisi da fare prima di entrare nel digital marketing:
Ad esempio, buttarsi in un e-commerce senza esere una marca conosciuta tramite i vecchi canali di comunicazione è un bagno di sangue in fatto di cifre da investire.
Ah..dimenticavo: Il digital marketing ha un grandissimo vantaggio rispetto al marketing tradizionale: tutto è misurabile.
Certo che devi decidere a tavolino che cosa vuoi misurare nel tuo sito internet, ad esempio, tramite Google Analytics.
Ho cercato di essere il più chiara possibile ma certo per chi non è del settore può essere poco comprensibile e poco attuabile ma l’esempio del corpo umano sono certa che ti abbia dato il giusto input per la generica comprensione del COME gestire bene un piano di digital marketing e del PERCHE’ alcune singole azioni non possano essere considerate Digital Marketing ma solo singole azioni su Internet.
Te lo spiego subito, chiaramente ed in italiano, ma prima devo dirti una cosa:
il marketing e la comunicazione H2H comprendono il marketing e la comunicazione BTB e BTC.
Chiariamo, anche perché io, a differenza della maggioranza dei miei colleghi mi spiego e tratto il marketing e la comunicazione con parole italiane.
– marketing BTC = marketing che parte da un’azienda ( B cioè Business ) verso il consumatore ( C cioè consumatore)
– marketing BTB = marketing che parte da un’azienda ( B cioè business ) verso un’altra azienda ( B cioè business )
Domandatevi : che differenza c’è tra un’azienda che parla ad un consumatore ed un’azienda che parla ad un’altra azienda?
Risposta: non c’è alcuna differenza perché un’azienda, qualsiasi servizio o prodotto venda si rivolge ad UNA PERSONA che lavora per un’altra azienda.
Questa Persona può essere, ad esempio, un responsabile acquisti di un’azienda quindi una PERSONA.
Da questo ragionamento molto semplice nascono il marketing e la comunicazione H2H cioè da Persona a Persona.
Questo è quello che tutti dobbiamo ricordare.
Esempio:
Quando la mia commerciale Sara è molto agitata prima di un incontro con una persona dal ruolo importante, ad esempio, il direttore marketing di una catena di grande distribuzione, io le dico sempre:
“ Non essere agitata Sara, ricorda che il Sig. XY, che ricopre un ruolo molto importante è una persona come te. Ha 1 testa, 2 braccia, 2 mani, 2 gambe, 2 piedi etc…e come te è sensibile alle emozioni. Vuole solo sentirsi importante e vuole avere la netta sensazione che tu possa aiutarlo a risolvere qualche problema in azienda o per la sua azienda. Il Sig. XY, avrà degli obiettivi e dovrà capire se tu sei in grado di aiutarlo a raggiungerli.Il responsabile marketing con il quale hai appuntamento Sara è un essere umano, cioè una persona in carne ed ossa, non un mostro computerizzato”.
Sara mi guarda con la bocca aperta e gli occhi spalancati e, dopo qualche secondo di silenzio, mi dice:
“Ma sai Silvia che non ci avevo pensato ? E’ proprio vero, vado a parlare con una persona come me”.
Quindi, ad oggi, non ci sono più tante differenze nel marketing come nella comunicazione tra:
-un’azienda che offre i suoi prodotti o servizi ad un’altra azienda e
– tra un’azienda che offre i suoi prodotti o servizi ad un consumatore privato.
Dobbiamo sempre pensare sia nel marketing che nella comunicazione al HUMAN 2 HUMAN: da persona a persona.
Il marketing e la comunicazione devono parlare ad un singolo e comprendere i suoi bisogni e dargli soluzioni.
Adesso che te l’ho spiegato ti potrà sembrare quasi banale questo H2H ( Human 2 human) ma non lo è evidentemente se, per anni, si è parlato solo di BTC e BTB.
Devi far “ sentire”a quella persona che ricopre il ruolo di responsabile ufficio acquisti che vorresti entrare in contatto con lui per aiutarlo, per essergli utile e per dargli soluzioni.
Le imprese non hanno emozioni. Le persone hanno emozioni.
Per farti conoscere, che tu sia un’azienda od un professionista, devi umanizzarti nel modo di presentarti, devi parlare anche di te, dei tuoi errori, dei tuoi successi o dei tuoi fallimenti.
Se non ti fai sentire un’azienda umana, come fai a farti percepire tale da un potenziale cliente?
Parla dei tuoi dipendenti, di che programmi state facendo in azienda per la loro crescita personale e farli sentire non come dei numeri ma come delle persone.
Come si dice che dietro ad ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna, diciamo anche che dietro una grande marca ci sono grandi persone.
Ti faccio un esempio.
Dovevo fare il sito ad un’azienda di trasporti. L’azienda di trasporti, chiaramente, si doveva rivolgere ad altre aziende che avevano necessità di trasporti.
Prima ho spiegato, non solo al titolare ma anche ai dipendenti, che cosa sono i Buyer Personas ed ho preparato delle schede per identificarli.
Ti assicuro che, pur avendomi seguito bene nella presentazione dei Buyer Personas mi guardavano con due occhioni sgranati ogni volta che incominciavo una scheda chiedendo “ :-
“ Come si chiama questo Buyer Personas ? “
Al termine del mio lavoro e cioè quando ho studiato le schede, fatto ricerche ed ho presentato loro i 3 buyer personas delle aziende loro clienti mi hanno detto : “ Wow ma è proprio vero che la maggiornaza dei nostri clienti è tra queste tre PERSONE…”
Risultarono questi 3 tipi di Buyer Personas che sono dipendenti di un’azienda ma ,ognuno di loro, pur avendo bisogno di un trasporto, aveva un bisogno diverso con emozioni e problematiche diverse.
Ne risultarono:
Per Trasporti immediati e veloci
Godi la giornata! Lavora Tranquillo e pensa alla cena al ristorante stasera con gli amici. Il tuo cliente ti chiede un trasporto adesso per adesso? Ti concede 15/30/45 minuti per organizzarlo?
Non preoccuparti. Noi di Autotrasporti XY siamo organizzati per farlo.
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Per Trasporti programmati ( Prima Buyer Persona )
Non temere nulla e sorridi ogni giorno! Tutto sarà come i tuoi clienti si aspettano. Per Te che hai la responsabilità di mantenere ciò che la tua azienda ha promesso: le programmazioni regolari e puntuali di qualsiasi tipo di trasporto in tutta Italia con Autotrasporti XY sono una certezza.
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Per Trasporti su misura ( Seconda Buyer Persona)
Vivi sereno! Stasera sarai in palestra puntuale. Hai tanti clienti da soddisfare che ogni giorno attendono i tuoi materiali? Niente ansie! Organizzare consegne in sequenza in più luoghi con anche variazioni di percorso noi di Autotrasporti XY lo sappiamo fare bene.
Per Trasporti immediati e veloci ( Terza Buyer Persona )
Godi la giornata! Lavora Tranquillo e pensa alla cena al ristorante stasera con gli amici. Il tuo cliente ti chiede un trasporto adesso per adesso? Ti concede 15/30/45 minuti per organizzarlo?
Non preoccuparti. Noi di Autotrasporti XY siamo organizzati per farlo.
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Insomma, concludendo, sei un essere umano che si rivolge ad un altro essere umano.
Facile no ?
Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!
Vuoi parlare con me del tuo marketing o della tua comunicazione ?
Tantissime persone che mi conoscono, mi chiedono la mia opinione se, davvero, i Social sono così utilizzati e, chi non li utilizza mi chiede anche il perché vengono utilizzati.
Ecco i dati.
Possono essere utili a te che li usi od anche per rispondere a lecite domande di chi non li usa.
Gli Italiani su Facebook e Instagram.
Facebook e Instagram rappresentano 2 dei social più abitati al mondo, ma:
– di che numeri parliamo in Italia?
– quanti sono davvero gli italiani attivi?
– perché usano Facebook e cosa si aspettano dalle aziende che seguono sul social
– quanto incide davvero Instagram sugli acquisti?
Ci sono fonti esterne ai social, molto attendibili che ci danno dei numeri comeHootsuite, WeAreSocial, Agcom e Blogmeter.
Quanti italiani sono presenti su Facebook e Instagram?
Stando agli ultimi dati diffusi da Agcom, ci sono ben 35,7 milioni di utenti attivi su Facebook e 22,3 milioni di utenti su Instagram
Instagram è una delle delle piattaforme social dal più alto potenziale di crescita.
Nonostante ciò che abbiamo pensato un po’ tutti con i vari scandali che hanno colpito Facebook negli ultimi anni, anch’esso continua a salire e a restare leader per utilizzo.
Quanti italiani attivi su Internet usano Facebook e Instagram?
I dati di Report Digital 2019, ci dicono che tra utenti internet dai 16 ai 34 anni, l’81% utilizza Facebook, mentre il 55% usa Instagram. Ai primi posti per utilizzo YouTube e WhatsApp, con rispettivamente l’87% e il 58% degli utenti.
Quanto tempo stanno mediamente ogni giorno gli italiani sui Social Network?
Secondo il report Globalwebindex condotto nel 1° trimestre del 2019, gli italiani trascorrono 1 ora e 46 minuti quotidianamente sui social, mentre secondo il report We are social + Hootsuite 2019, il tempo trascorso è di 1 ora e 51 minuti, risultati molto simili.
Sempre secondo We are social + Hootsuite , il 98% degli utenti social accede ad una piattaforma tutti i giorni.
Che cosa cercano in Facebook e Instagram gli utenti ?
Blogmeter, nella Terza Edizione della ricerca “Italiani e Social Media” riporta Facebook come piattaforma primaria per condividere momenti, informarsi e leggere le recensioni, mentre Instagram è al primo posto per seguire le celebrità e va immediatamente dietro a Facebook nella condivisione di momenti importanti. Entrambi i social figurano nel podio insieme a YouTube come luoghi di svago.
ATTENZIONE AZIENDE MICRO, PICCOLE, MEDIE, GRANDI E PROFESSIONISTI: quasi il 37% degli Italiani usa i social media per leggere recensioni e parlare con aziende o marche ed è un trend cruciale di cui tenere conto per l’importanza che i social rivestono, ogni giorno di più, nel processo di acquisto.
Gli italiani sono attivi o passivi sui social ?
Secondo Bloogmeter una buona percentuale di italiani legge contenuti di altri, ma non ne produce e “solo” il 35% dichiara di scrivere post originali e commentarne di altri.
Sono molte le persone che quindi leggono e seguono, ma meno quelle che partecipano attivamente alla conversazione o pubblicano contenuti propri.Un altro dato presente nel report importante da riportare è che 1 italiano su 3 preferisce guardare Stories anziché leggere post sui social.
Perché gli Italiani utilizzano i Social?
Secondo il report Globalwebindex del 2019, il 42% degli intervistati afferma di usare questi mezzi per restare aggiornato su novità ed eventi, il 36% per seguire i brand che gli piacciono e il 18% per scoprire nuovi brand attraverso i commenti.
Quale tipologia di contenuto gli italiani vogliono vedere da parte dei brand?
Guardando i dati raccolti da Facebook in una ricerca di fine 2018 si comprende come gli italiani che navigano sul Social vogliano in realtà vedere più contenuti autentici da parte delle aziende (46%), creatività (44%) ,informazioni (42%) ed intrattenimento (41%) .La parola d’ordine è, come più volte detto, rilevanza. Se non riusciamo a suscitare un’emozione o rispondere a un bisogno/desiderio di chi ci segue, difficilmente riusciremo a catturarne l’attenzione e l’interesse.
Instagram e acquisti, accoppiata vincente
Su Instagram si sta investendo sempre più in strumenti che permettono l’acquisto immediato, infatti sempre da rilevazioni di Facebook in collaborazione con Ipsos emerge come questo Instagram aiuti gli utenti italiani non solo nella scoperta di nuovi prodotti, ma anche nella ricerca attiva di prodotti e servizi e nella decisione di acquisto.
E cosa fanno le persone nel processo di acquisto dopo che hanno visto un prodotto su Instagram?
Cercano maggiori informazioni (78%), visitano sito o app del brand (63%), procedono direttamente all’acquisto online o offline (41%), visitano lo store del retailer (31%) o seguono il brand online (23%).
Esserci o non esserci ? Questo è il dilemma.
No, nessun dilemma.
Bisogna esserci!
Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!
Mi chiama Francesca, una mia cara amica che due anni fa è diventata avvocato.
Da qualche mese ha aperto un suo studio e nella telefonata mi dice: ” Silvia, mi devo differenziare dai miei colleghi , ho bisogno di te perché voglio creare il mio Personal Branding..VELOCEMENTE”.
Il progetto mi piace, anzi, ne sono entusiasta, ma mi spaventa una parolina che ha detto: VELOCEMENTE.
Fissiamo un incontro dove le spiego che tutte le strategie di marketing e quindi anche quella di Personal Branding, si applicano senza fretta e con tanta pazienza e costanza.
Si deve prima identificare la strategia e poi sia io che Francesca dovremo lavorare alacremente tante ore.
Ognuno deve fare la sua parte.
Gli 8 Principi del Personal Branding.
1) Avere una specializzazione2) Avere Leadership3) Avere un marchio personale4) Dichiarare esplicitamente una distinzione dalla concorrenza5) Visibilità : essere costantemente visibili nei canali di comunicazione che più sono adatti per il suo target ( buyer personas)6) Costanza7) Perseveranza8) Coerenza
Questi sono 8 principi e tante attività sono connesse ad essi.
Da questi 8 punti potete dedurre che il Personal Branding non si può fare VELOCEMENTE.
Ieri leggo in interessantissimo post del maestro Riccardo Scandellari www.skande.it che, guarda, guarda, cade proprio a fagiolo sulle tempistiche che occorrono per le 4 principali attività per fare Personal Branding.
Vi riporto integralmente le parole di Riccardo Scandellari sulle 4 attività principali da fare.
1) Essere trovato: ( 2/4 ore al mese ) ( H3)
Questa è l’attività meno impegnativa dal punto di vista contenutistico e rappresenta la base di qualsiasi professionista,
Se qualcuno parla di te o ti segnala, dove può reperire informazioni su di te e come contattarti?
Anche questa attività ha livelli crescenti di impegno e difficoltà: puoi partire con un profilo Linkedin per arrivare ad avere un sito con il tuo nome e tutte le informazioni che ti riguardano. L’importante è che tu ti faccia trovare agevolmente dove ti cercano, in base al tuo settore. Questo presupposto è un buon punto di partenza che ti differenzia dal 90% dei tuoi colleghi.
2) Proporti ad un determinato pubblico ( 30 minuti al giorno ).H3 Oltre ad essere trovato, puoi facilitare l’ottenimento di attenzione creando occasioni per essere visto: ad esempio la condivisione di contenuti di altri oppure piccoli post in cui racconti una tua esperienza o quello che pensi di un determinato argomento professionale, L’errore più comune consiste nel cercare like più che rendersi credibili dal punto di vista lavorativo, rendendo inutile o addirittura deleteria la propria comunicazione.
3) Generare aspettative ( 1/2 ore al giorno)H3
Questa è l’attività ideale, quella che spinge anche a me a creare contenuti ogni giorno. Si tratta di pubblicare tutorial o articoli in cui aiuti il mercato a formarsi, rendi consapevoli le persone e le aziende e tenti di elargire soluzioni ai più comuni problemi. Di fatto, facendo questo, chi ti nota non potrà fare a meno di ritenerti un professionista capace, in grado di risolvere una sua criticità.
4) Essere un Opinion Leader ( 4/8 ore al giorno) H3
Non credo tu possa partire da questo obiettivo che è più una conseguenza di anni di produzione di contenuti finalizzati all’effettiva generazione di pubblico. Per essere “Guru” del proprio settore , l’impegno dedicato ai contenuti, alla cura di contatti e relazioni, alla auto formazione e alla sperimentazione occuperà gran parte della giornata . Si tratta di generare e distribuire in modo molto serrato, video, post, libri e motivi di attrazione rivolti ad un grande pubblico. In pratica si tratta di diventare un professionista esposto mediaticamente che punta a vivere di corsi, eventi, infoprodotti ed editoria professionale.
Sono 4 punti descritti da Sandellari che valgono oro.Grazie maestro.
L’articolo integrale www.skande.it
Impegnatevi tutti e fatene buon uso.
Dimenticavo: nell’incontro Francesca ha compreso che la parolina velocemente era da eliminare e sto preparando la strategia al fine di Far Comprendere il Valore dell’ Avvocato Francesca facendo Personal Branding.
Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!😃😃
Quante volte hai detto, ti sei sentito dire o hai sentito questa frase?
Beh, fuso o non fuso, è sbagliata.
Si dovrebbe dire : “ hai tutti e tre i cervelli fusi “
Si, abbiamo 3 cervelli, scientificamente provato:
Cervello antico: è il primo ad entrare in azione. Regola funzioni di base come il respirare, la sensazione di pericolo o di sicurezza, il sesso e la sensazione di fame.
Cervello intermedio: è nel sistema limbico ed è la parte più nascosta del nostro cervello. E’ ancestrale, automatico ed è la sede dell’amigdala che ci fa provare le sensazioni di paura, fiducia ed è anche la sede del talamo ( felicità, tristezza e disgusto), nonché sede della dopamina, ormone del piacere e dell’appagamento.
Cervello recente/ razionale: questo cervello è presente solo nell’uomo ed in esso risiedono le funzioni cognitive evolute, la pianificazione, il problem solving, l’apprendimento , il linguaggio,etc…
Nelle nostre scelte d’acquisto il cervello razionale è perdente nel senso che è quello che entra in azione per ultimo.
Per questo motivo nel Marketing ed anche nella Comunicazione di dedica tanto spazio allo studio del Neuromarketing.
Neuromarketing, cos’è e come ha cambiato il Marketing. Un inchino ai maestri Martin Lindstrom e David Goleman.
Il Neuromarketing, l’avrete capito dall’apertura dedicata ai 3 cervelli, studia la risposta emotiva a una pubblicità, ad uno spot, ad un sito, ad un marchio, etc., analizzando le immagini del cervello attraverso tecniche come la risonanza magnetica.
Il neuromarketing si focalizza su come funziona la mente umana quando ci troviamo a risolvere problemi che riguardano il denaro in nostro possesso, come ad esempio un acquisto, e che tenta d’ individuare ed attrarre l’attenzione ed influenzare i processi decisionali del nostro cervello.
Il Neuromarketing è quindi uno strumento a disposizione dei marketer ( e delle aziende ) che permette di “entrare nella mente dei consumatori” per scoprire le emozioni che guidano le scelte d’acquisto.
« Martin Lindstrom, il guru del Neuromarketing, ci dice che oltre il 30% dei 100 marchi di Fortune sta utilizzando il Neuromarketing per la ricerca strategica. Il Neuromarketing ha dimostrato che oggi non bisogna più vendere prodotti, ma piuttosto di sedurre i clienti».La funzione del Marketing è infatti trovare nuove strade per spingere le persone a fare un’azione come, ad esempio, comperare qualche cosa. Capire i meccanismi della mente umana è stato sempre un mistero difficile da comprendere. Per questo, negli ultimi dieci anni gli esperti di marketing si sono sempre più appassionati al cervello umano. È in questo contesto che il Neuromarketing viene in aiuto.
Ogni volta che acquistiamo, anche se pensiamo di farlo per una ragione razionale, lo stiamo facendo per una scelta emotiva
«La ragione – spiega Daniel Goleman, il noto studioso e autore di bestseller sull’Intelligenza emotiva – è che il nostro cervello è progettato, quando ci troviamo di fronte ad una decisione, per valutare e soppesare emotivamente ciascuna opzione. Nessuna decisione nella vita prescinde dall’emozione, a meno che non siamo nell’ambito della matematica, che è un universo puramente teorico. È un’emozione tacita, impercettibile, ma molto rilevante».
Chi lavora nel marketing e nella comunicazione per le imprese che siamo micro, piccole , medie o grandi, deve comprendere come stimolare la capacità di evocare una risposta emotiva, per esempio, da uno spot o da una promozione.
«Non è possibile chiedere alla gente la loro impressione su un odore o una sensazione tattile o un sapore – spiega – Lindstrom – È difficile verbalizzare una sensazione, perché ancora non abbiamo il vocabolario giusto per farlo. Nel 2008, ho condotto il più grande esperimento di neuromarketing nel mondo usando la risonanza magnetica funzionale per la scansione del cervello dei consumatori per capire cosa succede veramente nella nostra parte inconscia del cervello. L’idea di base di questo esperimento è che se siamo in grado di dare un senso alla parte inconscia del nostro cervello – che gestisce l’85% di tutto quello che facciamo tutti i giorni – allora saremo più vicini a scoprire che cosa sentiamo veramente quando viviamo e acquistiamo cose tutti i giorni. E sulla base di questo, potremmo forse creare campagne pubblicitarie che abbiano un po’ più di successo di quanto non ne abbiano oggi».
Fantastico vero?
«La pubblicità non funziona più – afferma senza mezzi termini Lindstrom – . I marketer spendono una quantità enorme di soldi e la gente non ricorda veramente nulla. Ovviamente, qualcosa succede. Forse memorizziamo le conoscenze a livello inconscio, che è quello che stiamo cercando di capire, o forse vanno solo in un buco nero: io fondamentalmente non credo che ci dimentichiamo tutto, ma che archiviamo le informazioni da qualche parte.Il neuromarketing aiuta a capire dove vanno questi messaggi e come influiscono su di noi, ed è probabilmente la migliore e l’unica scelta che abbiamo in questo momento nella comprensione del consumatore e del futuro della pubblicità».
Il Marker somatico
I marcatori somatici possono essere definiti l’origine dei nostri pensieri e delle nostre azioni.
I marcatori somatici si trovano nel cervello ed intervengono nelle nostre decisioni di acquisto. La loro funzione è quella di salvare nel nostro software cerebrale le nostre esperienze e utilizzarle quando dobbiamo decidere che cosa acquistare o come scegliere o come prendere una decisione..
I marker somatici sono generati a partire dalle emozioni secondarie cioè a emozioni che sono state registrate nel nostro cervello tramite le esperienze della vita e l’apprendimento..
Essi, danno quindi un SEGNO quando dobbiamo prendere una decisione in base alle esperienza pregresse: NEGATIVO – allarme o POSITIVO – tranquillità.
Le aziende dovrebbero costruire il proprio Brand in modo da rimanere impresse nella nostra mente. Quando dobbiamo acquistare un vasetto di crema al cioccolato, nella nostra mente appare il brand Nutella, per quanto ci possano essere creme al cioccolato altrettanto buono e magari più genuino ma non così impresso nella nostra mente.
Nutella ha giocato una grande partita di Brand Positioning e l’ha vinta. Oltretutto non abbandona la presa. Nutella è sempre presente in spot e campagne pubblicitarie. Mia nonna la comperava a mia mamma e mia mamma la comperava a me e via così .
Un altro esempio che ho trovato sul web è quello di Orange.
Orange è una società di telecomunicazioni degli Stati Uniti che ha offerto a tutti gli studenti di verniciare gratis le loro automobili con il colore arancione. Idea ingegnosa , creativa e fuori dai soliti schemi di comunicazione. All’improvviso sono comparse 5 mila vetture arancioni in giro per San Francisco, che hanno creato così un marcatore somatico.
I brand si devono rivolgere ai nostri 5 sensi: tatto, gusto, olfatto , vista e udito in modo costante e continuo.
Il logo sarà sempre importante, ma non semplicemente perché è un logo, ma perché dovrà muovere in chi lo visualizza un sentimento nei confronti del brand.
Etica del Neuromarketing
Ho pubblicato alcuni post con alcuni concetti del neuromarketing su Instagram ed un mio cliente / amico mi ha scritto che lui non è d’accordo nell’utilizzare il neuromarketing poiché pericoloso.
Gli ho risposto su Instagram che il neuromarketing deve essere etico ed utilizzato per un solo scopo.Quello che ci spiegano qui sotto prima Lindstrom e poi Goleman:
«Non stiamo mettendo l’etica da parte – sostiene Lindstrom. La pubblicità ci sta bombardando: siamo esposti a 2 milioni di spot televisivi nel corso della nostra vita. Possiamo imparare un modo per rendere un annuncio più influente, e così ridurre il numero di annunci. Questo era davvero l’obiettivo. E la risposta è stata, sì, funziona davvero». Questi studi secondo l’esperto, non puntano in assoluto a vendere sempre più prodotti, ma a una comunicazione di migliore qualità e più efficace.
«Mi sono chiesto se sia etico, per esempio, esaminare gli stati cerebrali, e direi che non è né più né meno etico di qualsiasi altro tipo di studio di marketing. Ha probabilmente sia molti difetti che benefici – dice Goleman – Ma sono opportuni degli avvertimenti. Per esempio, per fare uno studio sul cervello, si mette una persona in una situazione artificiale e si vede come il suo cervello reagisce alla marca X o Y. Ma non può essere una replica reale di come agiranno effettivamente. E il consumatore deve sapere quello che sta succedendo: in ogni marchio ci deve essere trasparenza al 100%. Non si può più agire dietro uno specchio oscurato, sperando che nessuno noterà quello che sta succedendo in una stanza nascosta sul retro. La prossima generazione di marketer avrà nuove regole cui obbedire per sopravvivere, perché viviamo in un mondo di Wikileaks dove non ci sono più segreti. Come consumatori non c’è molto che possiamo fare. La buona notizia, però, è che se siamo consapevoli, subiamo meno le influenze».
Io adoro il Neuromarketing e quindi gli Small Data di Martin Lindstrom ma, come è nella mia natura, utilizzo anche i Big Data.
Quando lavori in una disciplina così affascinante come il marketing non puoi esimerti dallo studiare ed utilizzare di volta in volta ciò che lo studio di Guru ed anche ciò che le tue intuzuioni personali ti hanno portato come bagaglio esperienziale.
Un saluto sorridente, qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia.
Ti rispondo subito e non ci sarà nessun concetto da comprendere.
Case History nel marketing non si usa.
Si usa solo Case Study.
Semplice, però aspetta che ti racconto perché.
Ero ad un appuntamento da uno studio di avvocati e tra le sezioni del sito ho proposto Case History.
Il cliente mi dice: “ Secondo me Silvia sono Case Study”
Non contraddico la sua opinione e gli dico “ Si, Case History o Case Study”
Torno in ufficio e controllo.
Trovo un post molto interessante di Gianluigi Bonanomi che tratta proprio la differenza tra i due termini.
Case History nel mondo anglosassone vuol dire: La storia personale di colui che nel passato è stato afflitto da problemi o sopraffatto da eventi, specialmente nella sua storia medica.
Ops!!!!
Nel Marketing non raccontiamo i malanni del titolare di un’azienda o dell’amministratore delegato.
Case Study da Wikipedia nasce come definizione nel mondo scientifico anche se poi utilizzato molto nel marketing.
Definizione Case Study da Wikipedia : Il caso di studio (oppure caso studio) è un metodo di ricerca utilizzato, nell’ambito di questioni complesse, per estendere l’esperienza o rafforzare ciò che è già noto da precedenti ricerche. Viene impiegato in diverse aree della scienza, in particolare se ne fa ampio uso nelle scienze sociali, e permette di porre enfasi sull’analisi contestuale dettagliata di un numero limitato di eventi o condizioni e le loro relazioni.
Il fatto che, come dice Gianluigi Bonanomi, moltissime aziende utilizzano il termine Case Hystory e cita l’esempio di Cisco, vuol dire che anche tra i Big c’è disinformazione.
Ho fatto un giro su web digitando il brand di 4 aziende multinazionali ed alla quarta….la CASE HISTORY.
Eccola:
I grandi di Web Ranking ma non sono gli unici, guarda caso, utilizzano il giusto termine Case Study.
Che dire ?
Come dico io: Non si è mai finito d’imparare, non bisogna mai smettere di studiare, bisogna sempre essere curiosi e, se non sei certo di una cosa, lasciare in sospeso la risposta e documentarsi
Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!
Vi parlo oggi delle specifiche leve da utilizzare per un efficace marketing operativo. Sono nove.
1 ) Posiziona il Tuo Prodotto
Ribadisco che il tuo marketing operativo deve essere organizzato solo ed esclusivamente dopo la pianificazione del marketing strategico e dopo che haidedicato tempo studiando quale vuoi che sia il posizionamento del tuo prodotto nella mente del tuo cliente giusto. ( Brand Positioning)
Marketing Strategico: studio di tattiche e strategie. Marketing operativo: studio delle azioni da fare per arrivare agli obiettivi definiti dal marketing strategico che corrispondono agli obiettivi aziendali.
Esempio chiarificatore e dopo non ti confonderai più:
Il Marketing Strategico è uguale allo studio da parte dell’allenatore di una squadra di calcio del posizionamento sul campo dei giocatori.
Il Marketing operativo è uguale alle singole mosse che i giocatori devono mettere in atto in maniera coordinata per mettere la palla in rete…risultato Marketing Strategico + Marketing Operativo: GOALLLLLL!!!!!
2) L’imbuto del marketing operativo
Per acquistare il tuo prodotto, posto che sia ben posizionato, il cliente deve passare attraverso in un imbuto formato da 5 step:
Consapevolezza: il tuo cliente deve avere bisogno di un determinato prodotto o servizio oppure anche solo il desiderio di avere un determinato prodotto o servizio.
Scelta: tra tutti i tipi di prodotti o servizi presenti sul mercato il cliente deve scegliere quello che soddisferà meglio il suo bisogno o desiderio.
Scelta: il cliente deve scegliere quale fornitore gli ispira più fiducia od ha più valore al fine di acquistare da lui quel prodotto o quel servizio.
Prezzo: il prezzo del prodotto o servizio deve essere considerato corretto e quindi deve essere accettato dal cliente.
Essere: il cliente deve essere nel momento giusto per acquistare e quindi trovare una ragione per agire immediatamente e non rimandare.
Posso quindi concludere e sarete sicuramente d’accordo che:
Senza un marketing che prende per mano i nuovi potenziali clienti, le nostre vendite si sperderanno uscendo come acqua fresca dai buchi del nostro imbuto.
. 3) Identificare i giusti buyer personas ( target di clientela )
Se mi dici che “ Il tuo prodotto va bene per tutti” , mi metto a piangere ed il trucco mi cola sul viso. Lo so che è un concetto contro-intuitivo ma mettitelo bene nella zucca che il tuo prodotto NON può andare bene per tutti. E’ impossibile.
Se sei ancora convinto che vada bene per tutti, torna al punto 1 e rifai il posizionamento del tuo prodotto.
Supponiamo tu debba aprire una gelateria.
Come deve essere strutturato il tuo piano di marketing operativo e qual è la cosa più importante per fare il botto con la tua gelateria?
Un arredamento del locale che ricorda un Iceberg?
Avere una squadra di persone molto efficienti e motivate?
Comodità di parcheggio?
Panchine fuori dalla gelateria ?
Un ampio parcheggio?
Essere su una strada di forte transito?
Quanti gusti di gelato proponi ?
Un buon prezzo?
Un gelato tanto buono da leccarsi i baffi ?
Se intervisti tanti gelatai, ognuno di loro ti risponderà con una delle caratteristiche qui sopra o con un suo “mix” di esse.
La risposta reale in realtà é: nessuna di queste qui sopra.
Ciò di cui hai bisogno è una folla di gente che sia contemporaneamente amante /drogata di gelato ed in cerca di un alimento rinfrescante.
Quindi non vuoi ad esempio raggiungere persone che non vogliono zuccheri od alle quali il gelato proprio non piace o quelli che amano avere la scorta di gelati confezionati in frezeer e mangiarseli in mutande sul divano. Devi raggiungere il tuo pubblico giusto sia con strumenti off-line es: radio ed on-line es: Facebook . Questi due strumenti li puoi programmare in orari particolari: metà pomeriggio per la merenda e dalle 19 in poi per la passeggiata serale o perché si fermino nella tua gelateria a prendere il kilo di gelato da portare a casa. Devi identificare la squadra di persone amanti/ drogate di gelato ed in cerca di un alimento rinfrescante.
4 ) Ottenere la fiducia del cliente
Qualsiasi imprenditore che si trovi a fare marketing, si trova nella condizione di dover ottenere la fiducia del cliente perché lo scetticismo e la reticenza hanno l’asticella molto alta nel’io del cliente.
L’unica possibilità che un’azienda ha, per conquistare fiducia, è quella di sollevare per prima dubbi e perplessità del cliente e dare la soluzione.
Nell’incontro con un cliente per il venditore è possibile rispondere alle obiezioni, superandole. Conosco molto bene anche la vendita.
Nel marketing operativo on ed off line non possiamo dialogare col cliente.
Occorre quindi nel nostro marketing operativo inserire quelle caratteristiche che sono tipiche del lavoro di un venditore vero e proprio, anche se il venditore non c’è.
5) Come risolvere le obiezioni anche se il cliente non c’è
Il cliente ha sempre un’infinità di obiezioni.
Per fortuna nel marketing on-line la tecnologia ha fatto grandi passi avanti.
E’ possibile lavorare sui clienti con un piano editoriale per un blog, con video, con piani di email marketing automatizzati etc….
Qualunque sia la via maestra che scegliamo per creare il nostro piano di marketing operativo, dobbiamo sempre ricordarci di risolvere le obiezioni dei potenziali clienti…non ditemi che non sapete le obiezioni che il vostro potenziale cliente potrebbe porre al vostro venditore. Inoltre dobbiamo aggiornare continuamenti il nostro Piano di superamento obiezioni aggiungendo le nuove obiezioni che riscontriamo negli incontri con nuovi clienti.
6) Avere referenze positive
C’è una frase che spesso i miei clienti dicono ( e sono d’accordo): il miglior marketing è il passaparola vis a vis.La riprova sociale data dai nostri amici e clienti soddisfatti è una delle caratteristiche fondamentali nel nostro marketing operativo ed è importante pubblicarle là dove possono essere pubblicate. ( sito, scheda Google my business, pagina facebook e possono essere anche sotto forma di video.)E’ di vitale importanza raccogliere quante più testimonianze possibili dai nostri clienti.
Se si deve partire con una nuova attività, un nuovo prodotto o servizio, il modo più corretto non è quello di partire al galoppo pensando solo alla vendita.
Talvolta, nelle giuste occasioni, si dovrebbe proporre il proprio prodotto o servizio in modo gratuito anche solo per la formula di vendita di Front End (prodotto o servizio vantaggioso nel prezzo che serve per acquisire per la prima volta un cliente) sotto forma di test gratuito ad un nucleo selezionato di potenziali clienti in cambio di una testimonianza positiva in caso di reale soddisfazione.
Quest’ultima azione, oltre che a raccogliere testimonianze, ci dà la possibilità di “ aggiustare il tiro” e correggere errori di progettazione, servizio, qualità.
7) Regole del marketing operativo in negozio ( in-store )
Perché le grandi aziende vincono la battaglia contro le piccole aziende? Perché possono permettersi di spendere di più per acquisire un cliente? NO.
Perché applicano benissimo il marketing operativo in negozio.
Il piccolo negoziante vuole guadagnare subito dalla prima transazione con il cliente. Vuole marginare subito sul primo oggetto che vende. Il grande negoziante no.
Questo non solo perché ha più potere finanziario ( anche quello incide certo ) ma perché l’azienda strutturata ha persone all’interno che “fanno i conti” e dicono al reparto marketing quanto può spendere per acquisire un cliente.
Ecco un esempio per chiarire:
Il negozio di abbigliamento ( medio /piccolo ) non fa marketing in store cioè in negozio. Aspetta che, magari essendo in una zona di forte passaggio (…e, cavolo, con l’affitto che paga….) la porta sia aperta dai clienti che guardano la vetrina.
Quando un cliente entra, il negoziante o la commessa vogliono vendergli a 100€ un paio di pantaloni che sono costati 40€, in modo da guadagnare subito 60€. ( facciamo i conti della serva per rendere chiaro l’esempio e non mettiamo le spese fisse del negozio ).
La commessa poi chiede al cliente : “ C’è qualche altro capo che le piace e che vuole provare?”
La maggioranza dei clienti risponde “ no grazie” perché non ha voglia di comperare un altro capo a prezzo pieno.
Il grande negozio, le cui commesse hanno ricevuto ordini da chi ha creato il marketing operativo in-store, si comporta in modo diverso,
Fase iniziale di acquisizione cliente nuovo: ti propongono in offerta un paio di pantaloni da 100€ (che loro pagano 40€) a 50$. In questo modo si pagano il costo dei pantaloni e del marketing (10€ di ads su Fb, simuliamo) perchè lo scopo non è guadagnare dalla prima transazione
Il loro scopo è attirare il cliente nuovo in negozio per acquisirlo come cliente. Non sono interessati ai soldi che il cliente spende.
E a che cosa sono interessati? Sono interessati ad un valore molto più alto del margine operativo.
Vogliono i tuoi dati di contatto per poterti “inseguire con il marketing”.
Poi ti propongono ancora una maglia in tinta con i pantaloni, sempre con la stessa formula.
Cavalcano la tua voglia di acquistare del cliente che poi è felice di uscire dal negozio con un completo molto carino e non solo con un paio di pantaloni.
Poi ti offrono un foulard per completare l’effetto e via altri soldi…
Alla fine, dopo aver upsellato ( aggiunto vendite inerenti al primo acquisto ) , la transazione media per cliente porta il margine all’esercente dell’esercente a 50€ ogni vendita perché:
– qualcuno acquista solo l’offerta a pareggio
– qualcuno acquista qualche cosa d’altro
– qualcuno acquista anche l’impossibile
La media tra i clienti con i quali non guadagno nulla, quelli che mi comprano qualcosa e qualche cliente top che mi compra tantissimo, è di 50 € per ogni vendita.
Quindi, tirando le somme:
il piccolo / medio negozio di abbigliamento margina 60 sul singolo cliente e ipotizziamo che venda a 2/3 clienti al giorno e, tolte tutte le spese, a fine anno ha portato a casa uno stipendio decoroso.
Il grande negozio di abbigliamento invece attirando clienti col marketing operativo vende a una media di 60 clienti al giorno con un margine di 3500 € tutti buoni contro i 120- 180 € di margine giornaliero fatto dal piccolo/ medio negozio di abbigliamento.
Inoltre il grande negozio ha i dati di contatto dei clienti e continuerà a comunicare con loro senza fermarsi mai e li riporterà in negozio senza che debbano tornare a passare, per caso, di fronte alla vetrina.
Quindi, conclusione: ti ho dimostrato come il grande batte il piccolo non perché è pieno di soldi da spendere in spot pubblicitari me perché, conoscendo i suoi numeri, ha creato un imbuto di marketing operativo che funziona e lo fa guadagnare.
8)Fidelizzare il cliente
Abbiamo parlato fin’ora di acquisizione di clienti nuovi. Benissimo ed importantissimo.
Ma, attenzione a non dimenticare di coccolare i clienti vecchi che sono il vero valore del nostro conto economico quindi prepariamo un piano di marketing operativo per i nostri carissimi vecchi clienti.
In Italia i negozi solitamente aprono la serranda la mattina e sperano che entrino i clienti.
I liberi professionisti aprono lo studio e si affidano al passaparola o al pensiero positivo: arriveranno di sicuro clienti…
Ciò vuol dire che quando aprono negozi o studi di professionisti i titolari a tutto pensano ( architetto, arredi, colori, quadri, grande buffet per l’inaugurazione, etc…) tranne che al marketing. Ho lavorato per tanti anni nell’editoria ed i nuovi negozi neanche mettevano 500 € a budget per qualche uscita pubblicitaria.Ti dicevano: “ Ho avuto tante spese per l’apertura ed ora dobbiamo aspettare”. Mi veniva da urlare…ma se non fai sapere che ci sei aspetti che il Karma ti porti clienti? Roba da matti.
Digressione a parte diciamo che il 70% circa dei clienti vecchi ci lasciaperché gli ignoriamo. La nostra totale indifferenza nei loro confronti, ci rende poco importanti nella loro vita. Nessuno, o pochi piccoli negozi, raccolgono i dati di contatto, nessuno manda email, what’up, un regalino, gli auguri di compleanno, una news letter ,etc…
Una volta almeno mandavano una cartolina per Natale..adesso fanno un post su FB augurando Buon Natale.
Che tristezza!
9) Dare una spinta al passa parola
I nostri clienti non pensano che abbiamo bisogno di nuovi clienti.
Bisogna ricordarglielo, nel giusto modo di segnalarci ad amici, conoscenti, parenti etc…
Il passaparola positivo o le referenze bisogna meritarsele.
Mi spiego meglio: ci deve essere, da parte del nostro cliente, una vera e forte soddisfazione per ricordarsi di noi e consigliarci vivamente ad una qualsiasi persona.
Sto pensando a quante attività conosco e dalle quali mi servo con soddisfazione ma non così tanto da indicarlo ad altre persone.
Penso anche a quelle persone che hanno un’attività i cui prodotti o servizi mi entusiasmano e quindi li consiglierei senza neanche pensarci come, ad esempio il mio parrucchiere o la mia estetista.
Voi dovete essere come il mio parrucchiere o la mia estetista.
Non possiamo aspettarci quindi che il passaparola accada in modo spontaneo. Dobbiamo mettere in atto delle azioni che lo “ spingano”.
Ad esempio, possiamo chiedere ai nostri clienti soddisfatti una referenza.
Usa biglietti da visita appositi, ad esempio con la tua pagina Fb o la tua scheda Google My Business ed una frase del tipo: “Sei stato soddisfatto del nostro prodotto o servizio ? Se si, lasceresti una recensione su Fb o Google?”
Puoi creare un piano d’incentivi. Molti clienti non faranno nulla in cambia di qualcosa. Le persone amano segnalare chi li fa star bene e li coccola. Ogni segnalazione può diventare un buono sconto, un premio, un omaggio, etc…
Queste 9 azioni sono le fondamenta per costruire un piano di successo di marketing operativo.
Poi si approfondiranno certi aspetti mano a mano che i tempi passano..
Tutto deve essere sotto controllo. Le nostre orecchie ed i nostri occhi devono essere antenne in grado di trasmetterci tutti i cambiamenti di mercato e soprattutto le abitudini di acquisto dei clienti che possono subire variazioni.
Una certezza, che ho sentito anche dal grande Philp Kotler, al Kotler Forum Marketing 2018 , è che, ad oggi, bisogna essere sempre pronti ad:
IMPARARE/ DISIMPARARE/ REIMPARARE.
Un saluto sorridente qualunque persona, imprenditore o professionista tu sia!!!
Il marketing persuasivo riesce ad avere ottimi risultati poiché agisce su dei meccanismi che quidano consapevolmente o incosapevolmentte il nostro cervello .
I clienti tengono conto del prezzo solo quando non hanno nient’altro da prendere in considerazione
(Seth Godin)
Come fa il marketing persuasivo a spingerci all’acquisto ?
influenze pubblicitarie che ci attraggono nelle loro tentacoli da polipi: annunci per TV, cartelloni pubblicitari, internet, facebook, intsagram. Quando acquistiamo siamo avvolti da un senso di sicurezza. Ti ricordi quando hai acquistato la tua auto o il tuo cellulare ?
Un altro grosso potere delle aziende è essere presenti in luoghi affollati dando in omaggio i loro prodotti da provare per avere poi recensioni su Google o suiSocial. Se poi questo omaggio promozionale è presentato da personaggi conosciuti il successo è assicurato. Ti immagini un portachiavi da bimbi in regalo dato da Ronaldo, se acquisti in pallone da calci ?
Sensazione d’urgenza. Se ti dicono che quell’offerta sulla crema miracolosa per le rughe finisce stasera alle 19. Scommetti che, se sei sensibile al problema rughe alle 18 la comperi anche andando a chiedere i soldi a tua mamma?
Il marketing persuasivo agisce sui 5 sensi
Il marketing ,il web, la comunicazione creano una connessione con i nostri 5 sensi…..parliamo di emozioni! .
Si perche , ragionate, tanti sono i robot, i programmi automatizzate etc… presenti nei nostri Pc e nei nostri cellulari ma dietro al Pc ed al llulare avrete sempre una PERSONA. Ecco l’importanza del marketing persuasivo.
Le immagini, i suoni, gli odori, i sapori devono spingerci ad un’esperienza unica con il prodotto od il servizio.
Psicologia della comunicazione persuasiva
Ecco un esempio:
Cessate o mortali, dal contaminare con vivande nefaste i vostri corpi! Vi son messi, vi son frutti, che curvano con il loro peso i rami e, sulle viti, turgide uve. Vi son dolci verdure ed altri prodotti che la fiamma può far graditi e teneri. Né il liquido latte manca a voi, né il miele odoroso di fior di timo. A voi offre ricchezze la provvida Terra, ed alimenti miti, offre vivande senza stragi e senza sangue.”
Ovidio
In questo caso i prodotti naturali della terra che hanno un rapporto affine con la salute dell’uomo e una stimolazione poli-sensoriale che evoca sensazioni con immagini, colori, profumi, senso di salute e simboli,
Questa descrizione attiva la vista con i colori dei frutti, delle foglie, degli alberi da frutto, il gusto con il sapore di frutti, verdure e miele, l’oflatto con i profumi di coltivazioni, l’udito con i cibi che vengono cotti in cucina ed il tatto col prendere in mano uva, mirtilli, arance, insalata, cavoli etc….
Nel marketing persuasivo, il consumatore attratto dalla confezione del prodotto. Gli occhi Siamo influenzati dalla nostra percezione quando osserviamo il packaging, il layout dei vari messaggi promozionali ed i colori del packaging,
.Ogni colore suscita una particolare reazione emotiva ed è associato anche ad un gusto specifico.
Dagli studi su questa tematica di colori è emerso che:
Il Giallo è associato all’ottimismo e alla giovinezza, spesso è utilizzato per attirare l’attenzione sulle vetrine nei negozi.
Il Rossoall’energia; aumento del battito cardiaco in caso di urgenze ovvero spesso usato per indicare i saldi.
Il Blu alla fiducia e alla sicurezza, quindi è utilizzato spesso nelle banche e nel business.
Il Verdeal benessere, è il colore più leggero agli occhi per cui è usato nei negozi per trasmettere relax.
L’Arancioneall’aggressività e richiama le azioni di sottoscriversi, acquisto o vendita.
Il Rosa è romantico e femminile ed è utilizzato nei prodotti per donne o ragazze.
Il Nero,potente ed elegante, è spesso usato nei brand di lusso.
Il Violarappresenta la calma ed è un colore ampiamente utilizzato nei prodotti anti-età e di bellezza in generale.
Come indagare e misurare il comportamento del visitatore sul Web
Per capire come un utente si muove sul tuo sito, puoi usare strumenti come Google Analytics (tramite il quale puoi capire il percorso che fa, quali sono le pagine più visitate, quanto tempo resta sulla pagina) o Google Search Console, un software gratuito che consente di controllare lo stato di salute di un sito.
Perché il web marketing ha bisogno di marketing persuasivo.
Brian Eisenberg afferma:
“I tuoi visitatori non si preoccupano del tuo processo di vendita (e tutto ciò che riguarda il tuo processo di vendita deve essere progettato in modo che non debbano preoccuparsene) – ricorda, il tuo processo di vendita è tutto su di te, ma devi assolutamente preoccuparti di come comprano. La chiave per un sito persuasivo è mappare i processi di acquisto al processo di vendita, perfezionando il processo di vendita quando diventa intrusivo o controproducente “.
La creazione di un sito è sicuramente importante, ma per fare marketingdeve essere persuasivo.
Non scimmiottate qualcuno, siate sempre voi stessi.
Essere se stessi porta sempre enormi vantaggi. Trasmettete i vostri valori, il perché vi dedicate con passione a quel servizio od a quel prodotto. Siate sinceramente voi , trasmettete tutto di voi.
Con la sincerità e toccando la sensibilità dei vostri clienti e facendoli emozionare riuscirete a coinvolgere le persone nel mondo che avete creato.
Non dimenticate mail un blog che il vostro sia un sito o che sia un e-commerce,
Se, e solo se, avrete davvero la passione per ciò che fare e non solo la conquista di denaro ce la farete.
Per la stragrande maggioranza i professionisti di marketing non sono psicologi. Ma molti professionisti di successo utilizzano regolarmente la psicologia per attrarre i consumatori. I professionisti intelligenti, abili, onesti usano la psicologia in modo etico, legale e rispettoso per attrarre e coinvolgere i consumatori convincendoli ad acquistare” ha detto Robert Rosenthal.
Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia !