Le 4 P del Marketing. La P di Prezzo ( Price )

Prezzo alto Vs prezzo basso

 Il prezzo è la croce e la delizia di ogni azienda.

 Il prezzo è un fattore determinante nel posizionamento di un’azienda, un prodotto, un servizio e persino di un professionista.

Il prezzo fa parte della strategia di marketing ed è parte integrante della percezione del di un’azienda.

 Il prezzo basso non da’ un carattere distintivo al tuo prodotto o servizio.

Sei un “senza sale”, come dico io.

 Se hai intenzione di creare un business a medio e lungo termine e non di fare un’ azienda “ arraffa, arraffa “ il prezzo basso non caratterizza la tua azienda, prodotto o servizio.

Il prezzo basso non è qualche cosa che aumenta le vendite.

Questo perche’ il prezzo e’ parte integrante del tuo business, non per nulla è tra le prime 4 P del marketing.

Il prezzo influenza la percezione ed il posizionamento che il potenziale cliente si crea nella sua mente circa la tua azienda.

Un prezzo basso ti posiziona immediatamente nella mente del cliente come un’azienda di prodotti non di qualità, scarsi e di poco valore.

 Al contrario il prezzo alto diventa percezione di qualità quando riesci a far apprezzare la tua azienda e, di conseguenza, aumenti la sua predisposizione a spendere.

Infatti quello che devi sempre ricordare è LA PERCEZIONE che il tuo cliente avrà della tua azienda, prodotto o servizio.

E’ automatico che l’abbinamento mentale del tuo potenziale cliente sia:

Prezzo basso = poca qualità

Prezzo alto= alta qualità

Strategia di Marketing del prezzo basso

Nessuna persona crede più al ragionamento che tu sei migliore della tua concorrenza perché riesci a praticare un prezzo basso ma la tua qualità è migliore di quella degli altri.

Non fare mai leva su di un concetto come quello appena espresso.

NON FUNZIONA PIU’. L’unica cosa che rimarrà nella mente del cliente è che tu hai un prezzo basso.

Lo stesso concetto vale per i continui sconti su sconti.

 Hai presente Poltrone&Sofà, artigiani della qualità?

 Ecco, la politica dell’azienda si basa sullo sconto continuo, finisce una promozione e ne inizia un’altra.

Che cosa ti rimane di Poltrone&Sofà?

Sconti e non qualità.

 

Hai presente Spiky, l’app che propone offerte scontatissime e di prezzo ridicolo di un prodotto od un servizio?

Magari funziona anche all’inizio ma certo la percezione che ha chi acquista il buono è di un prodotto o servizio basso e la frase che si crea nella mente del cliente è:

“ Dai, provo! Costa così poco!”

Questo cliente non è cliente della tua azienda ma è un cliente del prezzo.

Non appena su Spiky si presenterà un prodotto od un servizio con il costo più basso del tuo, il cliente ti lascerà per il nuovo prezzo basso e così via.

Diventa una guerra al ribasso che spesso porta anche alla chiusura od ad un fallimento dell’azienda.

Strategia di Marketing del prezzo alto

 Quando riesci a far apprezzare il tuo prodotto o servizio, stai alzando il valore percepito dal cliente e quindi anche la sua predisposizione a spendere di più per il tuo prodotto o servizio.

 Come fare per far percepire il valore?

Non dare nulla per scontato, racconta dettagli che sembrano insignificanti, ma che in realtà hanno valore per il cliente, tanto valore.

 Fornici giustificazione del prezzo alto ed i potenziali clienti non avranno dubbi nel comperarti. (ricordati che i clienti vogliono comperare e non vogliono che sia tu a vendergli qualche cosa).

Il prezzo non riguarda solo i costi e quindi i conti di un buon business plan che ti porti ad avere dei margini di profitto a fine anno.

Il prezzo è percezione e la percezione riesci a farla sorgere nella mente del tuo potenziale cliente tramite la comunicazione e la comunicazione fa parte del marketing.

Quando ti dedichi allo studio del prezzo non coinvolgere solo il responsabile amministrativo dando rilevanza solo al controllo di gestione.

Convoca in riunione anche l’ufficio marketing che ti potrà indicare la strada della

“ Strategia del prezzo” permettendoti di far percepire il tuo valore e di raggiungere margini che magari non avresti potuto preventivare.

 

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!

 

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

Marketing: Identità aziendale, alla base dell’on e dell’off line.

Ma che cos’è la Corportare Identity o meglio l’Identità di un Brand?

E’ un’Identità visiva che deve, in qualsiasi momento, ricordare un determinato brand.

Si crea partendo dalla combinazione di parole, colori, schemi che l’azienda utilizza per fare una dichiarazione VISIVA di sé stessa. Si tratta di uno dei concetti più noti ma anche più complessi nel mondo della comunicazione che talvolta viene sottovalutato.

Non si può non avere Identità e la sua utilità prescinde dall’on e dall’ off-line.

Va studiata alla nascita di un’azienda di qualsiasi dimensione fino ad un restyling ( ammodernamento piuttosto che il caso in cui non si ha un’immagine di identità aziendale anche se da tempo si opera sul mercato ) dell’immagine di un’azienda di qualsiasi dimensione che già da anni è sul mercato.

Ma perché, talvolta, è sottovalutata? Perché spesso non è chiara che cosa sia la Brand Identity o meglio, l’Identità Societaria.

Alcune indicazioni sull’Identità Societaria o Carporate Identity

Perché occorre un’identità societaria?

Perché, come prima cosa, rappresenta la personalità aziendale.

Pensate a quanto è importante nella vita per ognuno di noi riuscire a comprendere la personalità di una persona.

Non è facile, mi dirai, definire la personalità di una persona e ti do perfettamente ragione ; figurati quanto può essere difficile indentificare la personalità di una società.

Oltretutto la persona ce l’hai davanti: la vedi, la osservi, la ascolti.

Una società no ma hai davanti immagini, colori e parole che ti danno una percezione dell’azienda.

La Corporate Identity non è affatto semplice ed ha a che fare con la storia, a mission e la vision dell’azienda ed al  Perché l’azienda esiste.

La Vision di un’azienda identifica l’idea dell’imprenditore, il suo sogno e ciò che l’azienda vuole diventare in prospettiva futura. La mission, invece, rappresenta la dichiarazione di intenti di un’azienda, ovvero descrive in che modo devono essere realizzati gli obiettivi giorno per giorno.

L’Identità aziendale si forma grazie a naming ( nome ), marchio, logo, pay off ed altre forme di comunicazione.

Più nel dettaglio, è la rappresentazione della concezione specifica che identifica le caratteristiche che un Brand, già solo alla prima occhiata, vuole comunicare di sé al suo pubblico.

Ogni singolo elemento della comunicazione aziendale, dal biglietto da visita, alla brochure, alla pubblicità su di un giornale, alla grafica del sito web ed modo di parlare di chi è in azienda, rispecchia a pieno la personalità del brand stesso.

I clienti o potenziali clienti potranno così avere una percezione ben chiara e reale dell’azienda dalla quale decideranno di acquistare eventuali servizi o prodotti. La Corporate Identity deve essere ben costruita dall’ufficio Marketing interno od esterno ma non solo: dalla proprietà, dai soci, dal responsabile commerciale e, se questo staff non è presente sarà costruita dal solo ufficio marketing con il titolare.

Balmer e Soenen nel 1999 hanno proposto una loro definizione di Corporate Identity che la può chiarire ancora meglio. Ve la riporto.

  • anima, ossia l’insieme della storia, dell’organizzazione e dei valori di un’azienda
  • mente, data dalle decisioni della proprietà, prese in virtù dei valori e degli obiettivi aziendali, che influiscono poi sulla crescita e lo sviluppo futuri
  • voce, che altro non è che il modo in cui l’azienda decide di comunicare e di parlare con il pubblico e il mondo esterno.

 

Corporate Identity: come realizzarla

Per trasmettere agli utenti è importante scegliere le risorse di comunicazione per farlo.

Tra queste, ci sono i mezzi di comunicazione da utilizzare: sito web, canali social e un blog . Il Blog è uno strumento importantissimo grazie al quale dare contenuti di valore per il vostro giusto pubblico. La lettura del blog interesserà infatti quegli utenti che si interessano dei vostri prodotti o servizi.

Dovrete definire le linee guide aziendali per la comunicazione – esterna ed interna ( attenzione, ricordate che i primi vostri clienti sono i dipendenti ed i collaboratori ) , così come le parole chiave da utilizzare per veicolare agli utenti il messaggio che volete.

Insomma, la Corporate Identity va costruita in maniera decisamente coerente con i valori della vostra azienda di qualsiasi dimensione.

Ecco che si apre un ventaglio più ampio di analisi per arrivare alla Corporate Identity che vogliamo trasmettere: la Corporate Image ( Immagine dell’azienda ) , la Corporate Communication ( il che cosa vuole comunicare l’azienda)  e il Corporate Language  ( il tipo di linguaggio che l’azienda vuole usare nel comunicare)

Corporate Image

Con Corporate Image ( immagine aziendale ) si indicano tutti quegli elementi visivi attraverso cui un’azienda comunica esternamente.

Marchio aziendale, logo aziendale, colori istituzionali, packaging, tipo di carattere scelto ma anche elementi visivi interni come l’arredamento degli uffici, la colorazione delle pareti. Parliamo quindi della immagine coordinata di un’azienda.

Lo scopo di una buona immagine coordinata aziendale è la riconoscibilità immediata da parte degli utenti. Al tempo stesso, trasmette ad essi il messaggio aziendale che è alla base di tutte le decisioni prese per dire agli utenti che azienda sei.

Tutto parte dal logo, considerato da sempre la rappresentazione esatta della personalità di un’azienda.

Questo è l’elemento visivo che racchiude in sé storia, mission e vision (e proprio per questo è così difficile realizzarne uno).

Altri elementi visivi sono i colori ed il carattere utilizzati. Sono altri due capisaldi importanti dell’immagine coordinata

Quello che è imprescindibile è che questi elementi siano sempre coerenti tra loro. Devono garantire una buona visibilità (lettura) e un’immediata riconoscibilità.

Logo, colori, caratteri utilizzati verranno uniti tra loro per creare una Corporate Image da utilizzare in ogni occasione on line ed off line:  biglietti da visita, brochure informativa sull’azienda, packaging, volantini, sito, pagine social, newsletter e qualsiasi altro tipo di mezzo di comunicazione.

Corporate Communication & Language

Ti assicuro che è importante saper diffondere la giusta immagine ( immagine aziendale)  affiancandola ad un messaggio giusto.

Ogni comunicazione deve avere un linguaggio specifico della cultura aziendale, così da “informare” con il giusto tono sia il pubblico esterno che il pubblico interno (dipendenti e collaboratori).

Da qui comprendi che il giusto tono di comunicazione deve essere appreso, a seconda delle dimensioni dell’azienda, da ogni manager, responsabile o capo reparto.

Anche questo linguaggio fa parte della Corporate Identity, e deve essere accuratamente gestito e controllato dall’ufficio Marketing.

Se invece introduciamo il concetto di una comunicazione rivolta verso l’esterno, è importante pianificare una strategia complessiva che riesca a trasmettere al meglio i valori, i prodotti od i servizi dell’azienda.

E’ fondamentale rendere attrattiva l’immagine che si utilizza per veicolare un messaggio pubblicitario e, perché no, utilizzare le testimonianze dei propri dipendenti per far conoscere meglio il brand.

Umanizziamo il Brand: dobbiamo raccontarci, spiegare i nostri valori e il perché esistiamo sul mercato.

Costruendo una Corporate Communication ( comunicazione aziendale)  coerente con la vostra immagine coordinata, riuscirete a trasmettere al pubblico la vostra complessiva Corporate Identity ( identità aziendale) , unica ed indistinguibile.

Ecco UNICA E DISTINGUIBILE, QUESTO E’IL NOCCIOLO DI TUTTA LA QUESTIONE.

Creare un’identità aziendale che sia come un’impronta.

Nessuna impronta è uguale all’altra e la vostra deve essere quella che si nota per prima.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Professionista o Imprenditore tu sia!

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

 

La tua comunicazione non funziona. Perché?

A dirla breve ed in parole di uso comune: “stai andando a casaccio”

Quando ho il primo incontro con micro, piccole e medie imprese , faccio tante domande e cerco di capire come sono le persone con le quali sto parlando, come è il modello di business che hanno, come sono pianificati e programmati e dov’è l’insoddisfazione o la necessità dell’azienda.

Non c’è nulla di pre-confezionato nelle mie consulenze, non ho un unico metodo ma ho un metodo di analisi per arrivare a comprendere come è meglio agire nel marketing e nella comunicazione per quell’azienda.

Quali sono le maggiori difficoltà che incontro?

  • C’è una completa non conoscenza del Marketing. Vuoto totale.

 

  • Non sanno quale sia, dove sia e come si comporta il pubblico corretto per i loro prodotti o servizi. Non avere idea di chi sia il tuo cliente, che passaggi fa sul digitale è come navigare senza bussola. Sul digitale ci sono tanti canali da utilizzare ma, in base alle abitudini del pubblico giusto, bisogna trovare quelli da esso frequentati e parlare loro con un linguaggio adatto a loro.

 

  • Non c’è pazienza, voglia di applicarsi ed i risultati devono arrivare subito. Mi dicono che fanno delle mezze pagine dell’ultimo minuto sui quotidiani ma che nessun cliente nuovo chiama, mi dicono che hanno provato Facebook ma che non funziona.

 

  • Mancano contenuti di valore, cioè il che cosa comunichi. I contenuti sono grandi sconosciuti che vengono scritti a caso, senza un piano editoriale, senza una linea guida.

 

  • Non hanno una strategia. Manca la visione organica, coerente e programmata di una strategia che deve portare ad un obiettivo finale. La strategia è una missione, una strada da percorrere grazie ad una serie di tattiche da mettere in atto come post su Fb, su Instagaram o una newsletter.

 

Il marketing viene gestito un po’ come la moda. Arriva Tik Tok ed è di gran successo ed anche l’avvocato apre un canale du Tik Tok!

Senza conoscere chi sei, quali sono i tuoi obiettivi e qual è la strategia per metterli in atto mancherai di consapevolezza, coerenza e direzione.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

Vuoi fare chiarezza sulla Strategia di Marketing della tua azienda?

 

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

 

 

 

 

 

Il Terrore del Budget Marketing nei clienti è vecchio come il Terrore dei bambini del lupo nella Favola di Cappuccetto Rosso.

Il Terrore del Budget

Il Terrore del Budget Marketing è proprio come il Terrore del Lupo: una favola.

Iniziare una Strategia Marketing dopo aver spremuto il cliente come un limone, tante le domande che gli hai fatto, conoscendo il budget del cliente è un grosso errore.

Anni fa chiedevo al cliente: che budget ha per questa operazione?

Risposte: “Non lo so, me lo dica lei quanto ci vuole” oppure “ Lo so ma non glielo dico perché lei e’ avvantaggiata”!

Ad oggi la domanda non la faccio neanche più perché sia a me che al cliente non deve interessare il budget marketing.

Ti sembra strano vero?

Ora provo a spiegarmi!

Se dobbiamo regalare un portafoglio ad una nostra amica per il suo compleanno, pensiamo prima al nostro portafoglio e cioè a quanto possiamo/vogliamo spendere.

Andiamo da Louis Vuitton, dal negozio famoso di pelletteria nel centro storico, ad una bancarella del mercato o dai cinesi?

Ecco, in base al budget scegliamo.

Errore enorme fare questo ragionamento in un budget marketing/ comunicazione.

Nel fare la Strategia di Marketing/ Comunicazione non dobbiamo pensare al budget oppure dobbiamo pensare di avere un budget senza limiti.

Sono cosciente che anche FCA non ha un budget infinito. Anche questa enorme azienda ha un budget limite ed essendo quindi un limite, non dobbiamo pensarci perché ci limita.

Il budget reale lo possiamo concretamente trovare solo dopo aver lavorato di strategia senza limite di budget. Facciamo un esempio concreto, così magari risulto più chiaro.

Ho visitato la scorsa settimana un mio cliente con idee chiare al quale ho proposto di iniziare il rapporto con una Strategia Marketing e Comunicazione che avrei dovuto studiare in base ad una miriade di variabili con allegata preventivazione step by step.

Il suo Terrore: il budget che ne sarebbe risultato in totale.

Gli ho spiegato che io e la mia squadra per lavorare bene e presentargli una strategia vincente non dovevamo avere un budget nella mente.

Perché?

Perché io & Co avremmo lavorato non per arrivare alla Strategia Migliore ma per arrivare ad una stiracchiata e stropicciata strategia per stare dentro al budget ed accontentare il cliente!

Ma questo non sarebbe stato un lavoro di Strategia eticamente ben fatto.

Infatti avremmo cercato di lavorare ad una strategia delimitata dal budget che non sarebbe stata ( al 90% ) la Strategia Migliore.

Concordi?

Scommetto che tu micro, piccolo, medio e grande imprenditore che stai leggendo vorresti sapere quale è il miglior investimento per arrivare a raggiungere gli obbiettivi che mi hai raccontato.

Io devo essere in grado di darti risposte certe, anche sul budget necessario, e tu imprenditore valuterai vantaggi/svantaggi di quell’investimento. (si tratta di investimento e non di costo infatti).

Se io ragionassi in modo classico, partendo dal budget, non sarei in grado di darti la possibilità di valutare. 

Come faccio a fare i budget realizzabili dal mio cliente?

  1. Definisco il Budget Ideale che corrisponde alla Strategia Migliore.
  2. Chiarisco con il cliente il Budget che ha a disposizione
  3. Il mio cliente è cosciente di quanta è la differenza tra Budget Ideale e Budget Reale
  4. Insieme valutiamo quali sono i primi step della Strategia da realizzare basandoci sui concetti di importanza ed urgenza.
  5. Valutiamo quali azioni devono essere fatte al meglio e su quali ci si può accontentare di un livello medio e più smart.

Difficilmente la Strategia Migliore si può iniziare mettendo a terra tutte le azioni che devono essere fatte. E’ normale e tu imprenditore non devi demoralizzarti o demotivarti. La Strategia Marketing/Comunicazione non deve mettere in difficoltà la parte finanziaria dell’azienda, anzi.

Quello che non è fattibile quest’anno, sarà fattibile il prossimo anno.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

Hai una Strategia Marketing/Comunicazione da realizzare?

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

Neuromarketing nel Dopo Coronavirus! Una leva di Marketing importante per chi ha relazioni con i clienti.

La mancanza di relazioni di questi mesi è un altro aspetto pericoloso ed importante per la psiche delle persone.

Non ricordo l’ultima volta che ho potuto salutare una persona amica od cliente con una stretta di mano e due o tre baci sulla guancia, che ho potuto dare una pacca sulla spalla, che ho potuto abbracciare una persona amica.

Tu lo ricordi?

Da un post di Martin Lindstrom ( il papà del neuromarketing potrebbe interessanti  Neuromarketing non manipolazione ) riporto gli esperimenti fatti due anni fa dal Dott. John Benjiamin  presso il centro medico dell’Università del Colorado.

Il dottore diede a due gruppi di topi strumenti identici per la sopravvivenza: cibo, acqua e uno spazio di vita sicuro. L’unica differenza era che i ratti di un gruppo venivano accarezzati e accarezzati, mentre l’altro veniva largamente ignorato. Il risultato? I topi accarezzati impararono e crebbero più velocemente.

Il tocco, ha dimostrato lo studio, è una chiave per la sopravvivenza. 

Lindstrom ci insegna come la parola “tocco” racchiuda un significato molto ampio per le persone.

Le persone tramite il “tocco” esprimono emozioni di piacere o di disgusto. Ci sentiamo “toccati” da gesti di cura e preoccupazione, ed esprimiamo disgusto dicendo: “Non lo toccherei neanche se mi pagano tanto”.

Arriviamo al problema della mancanza di relazioni vere!

Le chiamate via Skype possono soddisfare il nostro desiderio visivo e auditivo ma, al termine delle stesse, ci sentiamo un po’ vuoti e scarichi anche se la videochiamata ha dato risultati soddisfacenti.

Quando io esco da un incontro con un cliente vis a vis sono entusiasta, carica e comprendo di aver fatto buon uso del tempo del cliente e del mio. C’è una scambio diretto di emozioni, c’è condivisione, c’è partecipazione. Questo in una chiamata Skype non c’è e non c’è neanche quando compro da un e-commerce.

Certo, meno male che c’è la tecnologia e, come ho scritto in un altro post, l’uso obbligatorio della tecnologia per rimanere visivamente in contatto, è importantissimo e ben venga che tutti lo abbiano capito, bene che le attività al dettaglio abbiano scoperto e fatto vendite on line anche senza avere un  e-commerce. La consegna a domicilio potrebbe, infatti essere,  un nuovo canale di distribuzione per il dettaglio.

Se stai leggendo ed hai un’attività al dettaglio ti conviene, insieme a me, soffermarti in un altro concetto dell’ultimo libro di Martin Lindstrom, Small Data.

Il concetto è: le persone sono tutte un po’ fuori equilibrio.

Questo Lindstrom lo diceva in momento non sospetti del Corona Virus.

Ma ti immagino, ad oggi, il Fuori Equilibrio, quanto è aumentato?

Il Fuori Equilibrio vale per tutti come persone che siano esse dipendenti, professionisti, casalinghe, pensionati, etc…e quindi tutti coloro che sono tuoi potenziali clienti.

I tuoi clienti quindi, sia vecchi che nuovi quando verranno in negozio da te avranno sete di attenzioni e coccole.

Preparati e trova idee per tempo perché non potrai ancora abbracciarli e baciarli.

Forse, oggi, grazie a questa pandemia ci siamo tutti accorti quanto siamo importanti gli uni per gli altri.

Ci manchiamo.

Quindi tu che hai la fortuna di avere clienti che vengono in negozio da te devi sempre emozionare oltre ad avere un valido prodotto.

Pensa che quella persona che apre la porta del tuo negozio ti ha già dedicato parte del suo tempo:

  • Aveva bisogno di quel prodotto che tu vendi ed ha pensato a te!
  • Si è vestita e preparata per venire nel tuo negozio!
  • Ha preso l’auto, fatto della strada per arrivare fino a te!
  • Ha cercato parcheggio facendo tre giri dell’isolato magari mettendo anche degli eurini per il parcheggio.

…..vuoi non darle un benvenuta davvero entusiasta!!!

Possiamo parlare insieme e trovare una soluzione perché se coccoli ed emozioni, ti preferiranno ai tuoi concorrenti.

Un saluto qualsiasi Persona. Imprenditore o Professionista tu sia!

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

 

 

.

 

3 LEVE DI COMUNICAZIONE AZIENDALE VALIDE ANCHE NEI GIORNI DEL CORONA VIRUS .

Attenzione: Siete chiusi che è molto diverso dall’avete chiuso!

Se non foste chiusi ma se aveste chiuso non vi scriverei.

In questi giorni i principali pensieri di tutte le persone sono la salute propria, dei propri cari, di amici e conoscenti.

Stiamo a casa.  E’ciò che dobbiamo fare.

Sono sacrifici perché la nostra quotidianità è stata profondamente cambiata ma il pericolo è reale e quindi meglio isolati che intubati.

Mi rivolgo in questo post a tutte le attività miei clienti o potenziali clienti: micro, piccole, medie imprese e professionisti.

Il vostro mondo si è fermato, certo, ma MOMENTANEAMENTE.

Per prima cosa pensate che si è fermato per tutti.

Pensate anche che non tutto della vostra azienda si è fermato.

Potete continuare a comunicare tramite siti, blog, campagne Fb, Instagram, You tube, televisione, giornali.

I miei clienti mi chiedono: Silvia, dobbiamo fermare la campagna ( qualsiasi campagna sia) ?

No, dico io e ti spiego il perché.

La comunicazione ha 3 leve principali.

  • INFORMARE
  • PERSUADERE
  • RICORDARE

 

INFORMARE

“Le parole ‘informazione’ e ‘comunicazione’ sono spesso usate come sinonimi, ma significano cose molto diverse. Attraverso le informazioni butti fuori; con la comunicazione ottieni un ritorno – Sydney J. Harris

Continuate a buttare fuori contenuti informativi per il target dei vostri clienti.

Anche loro restano a casa ma ORA RESTANO A CASA. Misura provvisoria.

 PERSUADERE

 La persuasione veniva definita dal grande filosofo Aristotele come l’arte di indurre le persone a compiere azioni che normalmente non compierebbero se non lo chiedessimo loro.

Quindi continuate a persuadere con una comunicazione che sia anche adatta al momento in cui siamo e non fate scivoloni.

 RICORDARE

 ECCOCI AL PUNTO CRUCIALE.

Il ricordo è la leva principale della comunicazione.

Perché oggi io potrei non avere bisogno o non essere matura per acquistare in supermercati biologici.

Tra un mese cambio il mio punto di vita sull’alimentazione e penso a nomi di supermercati biologici.

Quale mi viene in mente? Mi viene in mente chi ha spinto di più nel farsi vedere in comunicazione sui giusti canali pubblicitari.

Quindi RICORDO….NON TI SCORDAR DI ME!!!

Ad oggi ricordare che ci siete, che cosa fate, aggiornare il sito, scrivere nel blog è un’operazione che tutti

voi aziende dovete fare.,

Questa è da sempre la leva principale della comunicazione e mai come ora è valida.

Ricordate che tra poco dovrete ripartire e chi si sarà fatto ricordare meglio degli altri, non ripartirà da zero.

Se volete approfondire contattatemi e potrò darvi consulenza via telefono o via Skype.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.

‘Ricorda che : VA tutto bene e non ANDRA’ tutto bene.

 

 

 

 

 

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

Vendere di più per negozi ed aziende. Si, è possibile. Attenti al nuovo sgambetto di Amazon.

Trova il valore del tuo prodotto o servizio e comunicalo con i canali e metodi giusti al tuo pubblico: sia quello che ti conosce sia a quello che non ti conosce. quello che ti conosce ancora. Questo è il mio marketing per i miei clienti.

Vuoi più persone che entrano in negozio che guardano i tuoi prodotti ed acquistano?

Vuoi dei commerciali che vanno agli incontri e, opportunamente addestrati, portano a casa dei contratti?

Fai come ti ho scritto nella prima frase e poi fai anche altro.

I negozi sono sempre più in crisi, si lamentano, sono rabbiosi per lo scarso numero di persone che entrano ad acquistare.

I responsabili commerciali delle aziende sono sempre più frustrati e riversano le loro frustrazioni sui commerciali che visitano aziende e negozi per vendere i loro prodotti e non chiudono contratti.

Poi c’è un MAL COMUNE DENOMINATORE CHE SI CHIAMA AMAZON!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Besoz ha un modello di business invidiabile, ha visto avanti e riesce a fare lo sgambetto a negozi ed aziende.

Perché è riuscito a fare lo sgambetto e ne sta facendo ancora?

Perché si è trovato davanti un pubblico di titolari di negozi e titolari di aziende che non hanno fatto le contromosse giuste.

  • Fate un elenco di quelli che sono i vantaggi per gli acquirenti di acquistare da Amazon piuttosto che in negozio o dal vostro commerciale.
  • Fate un elenco di quelli che sono i vantaggi per gli acquirenti di acquistare nel vostro negozio o dal vostro commerciale.

 

Io l’ho fatto e ci sono 2 punti a favore di negozi e commerciali :

  • Relazione
  • Consulenza

 

Relazione.

Sei in vantaggio rispetto ad Amazon perché hai un potenziale acquirente che è entrato nel tuo negozio o che stai incontrando, lo vedi, ti vede e vi potete conoscere.

Non fermarti alla prima impressione della persona che hai davanti e ti crea pregiudizi del tipo: questo è un rompiscatole che mi fa scaravoltare il negozio e poi non comprerà nulla; guarda come è vestito e come è trascurato nell’aspetto, questo è un poveraccio; guarda che brutta espressione burbera, questa è antipatica e la stessa cosa vale per i commerciali che vanno da clienti.

Sei tu negoziante o commerciale che devi iniziare la relazione senza avere pregiudizio e mentre crei relazione non devi pensare ai tuoi problemi aziendali e personali.

Sorridi, sii gentile, presentati ben vestito e profumato, Ti sembra una sciocchezza? Pensaci, spesso non lo fai e sento tante lamentele o le leggo sui social di persone che trovano commessi, titolari o commerciali tristiiiii, scorbutici, imbronciati, poco educati e che sembrano infastiditi dai clienti.

Entra in contatto con il tuo cliente sorridendo e facendo domande con il tono e nel modo giusto. Non fargli un interrogatorio.

Consulenza

Devi pensare a che tipo di consulenza puoi dare alla tua tipologia di cliente. Apri la mente.

Dare informazioni riguardo all’utilizzo del tuo prodotto in determinati contesti. Apri la mente.

Se molti clienti entrano in negozio e non comperano, il problema è tuo, nella maggioranza dei casi.

Se i clienti non comprano da te commerciale all’appuntamento, il problema è tuo, nella maggioranza dei casi.

La consulenza devi considerarla come un modo per farti conoscere prima che il cliente entri in negozio o prima della visita del commerciale.

Ci sono ad oggi tutti gli strumenti web che puoi usare per farti conoscere, diffondere il nome del tuo negozio o della tua azienda.

Devi usarli bene seguendo i consigli di un professionista che sia davvero interessato a te e tu devi avere:

COSTANZA

PAZIENZA

TENACIA

Perché il professionista, se tale è, ti darà le giuste indicazioni ma il risultato non può arrivare subito. Ci vuole tempo. Tutti coloro che ti dicono che in 30 giorni il successo assicurato sono dei fuffa marketing.

Ed ora la bomba….

Amazon ha introdotto da pochi giorni i PAGAMENTI A RATE.

Amazon avanza sempre. E’ un brand di successo ma non si ferma nel migliorare ( e che le aziende che hanno bilanci positivi e non fanno marketing ne prendano bene nota ) il servizio e cercare di attrarre ancor più clienti. Dopo essere riuscito a cambiare le abitudini della maggioranza dei consumatori ora tenta un colpo per metter KO il mercato ed aggiunge anche in Italia la modalità di pagamento rateale.

Tale modalità è già presente nel Regno Unito, Usa, Canada e Germania ed in Italia è in fase di test.

Può essere richiesta solo per alcune tipologie di prodotti.

Come funziona il pagamento a rate di Amazon

Su quali business può aver ripercussioni questo tipo di pagamento

1)Diminuzione dell’acquisto di determinati prodotti nei negozi che utilizzano le finanziarie.

Secondo una ricerca di Mister Credit, la linea di servizi di CRIF dedicata ai consumatori, nel 2018 il 44,7% dei prestiti attivati dagli italiani riguardavano quelli destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento e non solo.

Escludendo auto e moto (per adesso), sulle altre categorie di prodotto Amazon è già forte.

2) Diminuzione del lavoro per le finanziarie. Amazon permette di dilazionare la spesa in 5 rate mensili, senza interessi o costi aggiuntivi.
Avete letto bene? SENZA INTERESSI O COSTI AGGIUNTIVI,

Entrando più nello specifico la modalità di pagamento a rate su Amazon è semplice: l’utente, dopo aver scelto il prodotto da comprare, deve verificare che tra le opzioni di acquisto ci sia anche quella relativa al pagamento a rate. Selezionerà la possibilità di dilazionare la spesa in 5 rate mensili.  Essendo in una fase di test, non tutti i prodotti in vendita sull’e-commerce fondato da Bezos possono essere acquistati a rate, ma al momento solamente quelli a brand Amazon.

Chi può richiedere il pagamento a rate su Amazon?

La possibilità di pagare a rate su Amazon, come si legge sul sito, è usufruibile solo da chi:

  • è residente in Italia;
  • ha un account Amazon attivo da almeno un anno;
  • è titolare di una carta di credito o di debito valida associata al proprio account Amazon;
  • si è dimostrato affidabile nel rispettare tempi e termini di pagamento in passato (per questo farà fede la cronologia dei pagamenti).

Il cliente inoltre non potrà attivare questa modalità di pagamento per più prodotti della stessa categoria, ma solo per uno alla volta. Ciò significa che se si acquista una televisione a rate, il servizio non potrà essere contemporaneamente attivato per un altro dispositivo di quella categoria, ma solamente quando saranno pagate tutte le rate del primo acquisto.

 

Ti consiglio di rivedere subito in modo costruttivo il tuo business.

In tanti hanno già perso il treno. Non perderlo tu.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona od Imprenditore tu sia.

Contattami e ne parliamo.

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

 

Chi vince tra aziende concorrenti ? Vince chi sa Comunicare Meglio.

 

Ipotesi: abbiamo due aziende che producono un detersivo per lavastoviglie.

  • I prodotti sono esattamente di pari livello di qualità: lavano alla perfezione, biodegradabili al 100%, ecologici, liquidi, non richiedono brillantante, sono dello stesso colore ed hanno lo stesso profumo.
  • I piatti, le stoviglie ed i bicchieri risultano puliti allo stesso modo.
  • I piatti, le stoviglie ed i bicchieri risultano brillanti allo stesso modo.
  • I piatti, le stoviglie ed i bicchieri risultano disinfettati allo stesso modo.
  • I piatti, le stoviglie ed i bicchieri profumano di pulito allo stesso modo.
  • I detersivi a parità di quantità hanno lo stesso prezzo.
  • Nessuno dei due prodotti è in promozione.

Si tratta quindi di due aziende serie che davvero producono due detersivi di Qualità e la Qualità è identica.

Utilizzano gli stessi canali di comunicazione.

Investono la stessa cifra annua in marketing e comunicazione

Quale dei 2 prodotti vince sul mercato? Quale dei due prodotti conquista il primo posto nella mente dei consumatori? Quale dei due prodotti vende di più?

Vince : 1) chi ha scelto un nome ed un marchio che attraggono la donna ma anche l’uomo , visti i tempi, che ha necessità di un detersivo per lavastoviglie.

2) chi comunica meglio il prodotto.

Lo dico dal 1990 ed oggi sento un video di Rudy Bandiera, uno dei più grandi comunicatori di oggi,  che dice esattamente la stessa cosa.

Lo dicevo quando ero responsabile dell’agenzia di comunicazione Apple Comunica e lo dico tutt’oggi nel mio ruolo di consulente marketing e comunicazione.

E’ un concetto semplice ma che la maggioranza degli imprenditori di qualsiasi calibro non considera.

Forse non ci pensa perché il suo compito e ciò che sa fare cioè Intraprendere.

Deve essere consigliato e quindi ci deve essere una persona in azienda od un esterno che gli aprono occhi ed orecchie.

 

La Comunicazione ha un ruolo da Prima Donna e si merita questo titolo perchè le Prime Donne sanno sempre farsi notare.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

Lezione di Marketing Personale: non arrendersi mai.

Silvia Migliorini. Marketing e Comunicazione a Modena

La mia definizione di marketing è: trovare il Valore di un’azienda o di un professionista e farlo scoprire ai potenziali clienti giusti per arrivare a raggiungere gli obiettivi aziendali o personali.

Il Valore di cui vi parlo oggi è quello che è all’interno di ogni persona. Le persone si comportano in modo differente quando tutto va bene rispetto a quando tutto o in parte va male e ci sono tanti ostacoli che non permetto di vivere serenamente.

Sono talvolta mal di sentimenti e talvolta mal di materia prima per vivere: soldi

Il consiglio di  marketing di oggi non è per aziende e per professionisti quindi non è un marketing lavorativo ma è un incitamento da una persona, io, che fa marketing e che è sopravvissuta a disastri famigliari ed aziendali che avrebbero potuto rompere anche una lastra del materiale più resistente che c’è. Direi il grafene.

Ho sempre fatto l’imprenditrice in editoria e mi sono formata sulla comunicazione off-line e sull’old marketing.

Pazza come una cavalla ( ad oggi il mio marchio ) ho iniziato un’avventura editoriale a 18 anni senza un euro ma con una carica emotiva e fisica che riusciva a scalfire ogni dubbio, ogni razionale ragionamento sull’impossibilità di raggiungere il mio obiettivo che sentivo così mio, che aveva la mia fisicità, il mio viso, i miei occhi, la mia bocca.

Si, volevo mettere in contatto i privati tra loro per qualsiasi tipo di cerca/ trova e far decollare negozi ed aziende grazie alla loro presenza pubblicitaria sul mio primo ( poi arrivarono a 10 ) giornale di annunci economici gratuiti Il Caffè.

Nulla e nessuno mi fermavano neanche i negozianti dai quali entravo e mi dicevano che non avevano bisogno della macchinetta del caffè.

Ce l’ho fatta nel 1990 e sono partita nel 1981.

Dal 90 fino al 2008 fu tutta una crescita e mi sono formata con esperti coach nella gestione aziendale, gestione del personale, gestione commerciale , comunicazione e marketing.

Come forse si comprende, il lavoro era la mia vita e le mie 53 dipendenti ( 48 donne e 5 uomini ) erano la mia seconda famiglia.

In primis c’erano i miei figli Simone ed Andrea che, a posteriori, comprendo hanno avuto una mamma un pochino troppo lavoratrice.

Nel 2014 l’azienda scompare con un fallimento inaspettato ed io cado in un cratere che arriva al centro della terra e da lì non volevo più muovermi.

Con pazienza, resilienza, non ho voluto morire ma ho voluto ( meglio ho cercato ) di ripartire.

Ed eccomi qua, ripartita nel marketing on-line ed off line, nella comunicazione e nella gestione commerciale.

Studio, imparo, metto a frutto le mie esperienze.

Il mio obiettivo è sempre quello di conoscere aziende piccole e medie nonché professionisti per comprendere i loro obiettivi e farglieli raggiungere.

Non è un obiettivo diverso da quello che avevo a 18 anni.

Ne ho 57 e la voglia prorompente di essere utile all’imprenditore (attenzione che anche un tabaccaio per me è imprenditore ) non è mutata di volume ma è maturata e si è innovata.

Quindi ho ritrovato il mio valore come persona e lo sto mettendo a frutto.

Oggi vorrei dare un barlume di speranza a tutti colori (e sono tanti ) che non hanno un lavoro o che hanno un lavoro che non amano ma anche ad imprenditori che sono soli e stanno cercando di uscire dal tunnel.

Prendetevi il tempo che vi serve, pensate a ciò che vi farebbe felici e cercate il modo di farlo.

Quando faccio consulenze di Marketing e Comunicazione la mia prima attenzione è dedicata alla persona che ho davanti.

Uso empatia ed i suoi problemi diventano i miei, i suoi desideri diventano i miei, le sue difficoltà diventano le mie.

Tutte le ricerche, le analisi. I  tecnicismi e le strategie arrivano solo dopo che ho compreso la persona.

 

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia.

 

Vuoi idee, hai idee di come far crescere la tua azienda o professione? CONFRONTIAMOCI!

 

 

 

 

Il Marketing & Comunicazione, fatti con passione, sono un’ottima cura dimagrante. Perché lavorare con passione è una cura dimagrante.

Non vorrei apparire tra i risultati di ricerca di Google con la frase: Cura dimagrante ma con la frase di ricerca: Il Marketing con Passione o Come si fa a lavorare con Passione.

Fare buon Marketing e fare buona comunicazione non è un lavoro semplice e non è un lavoro per tutti.

Due gli aspetti:

  • 1) Fare consulenze Marketing & Comunicazione, fare azioni Marketing & Comunicazione presuppone una, prima buona, poi ottima conoscenza del mercato di riferimento, del cliente per il quale lavori e dei pubblico giusto del tuo cliente.

Devi comprendere l’obiettivo del tuo cliente e FARLO TUO.

  • 2) Guardarti sempre intorno con curiosità e osservare, comprendere, analizzare…perché tutto è Marketing & Comunicazione.

Considerando i due aspetti di cui sopra, la mente è perennemente occupata e nasce in me una totale immedesimazione in tutte le persone mie clienti.

In quest’ottica e vivendo in questo modo la mia professione, c’è un dimagrimento fisiologico.

 

Aspetto 1)

I loro desideri diventano i miei, i loro obiettivi diventano i miei, le loro problematiche da risolvere diventano le mie e, sia del loro mercato che del loro prodotto o servizio, che dei loro clienti voglio sapere tutto e di più.

Ritengo che ogni dipendente o collaboratore debba vivere così la propria azienda.

Deve essere un’azienda che dà oltre a chiedere e non parlo di denaro ma bensì di crescita personale, d’interesse nei confronti dei problemi della persona, del creare una vera squadra.

Sei una microazienda ed hai solo un dipendente? Bene, fate squadra tu titolare insieme al tuo dipendente.

Aspetto 2 )

Guardo e osservo le persone, i prodotti e tutto ciò che mi circonda con gli occhi di chi fa Marketing & Comunicazione e vedo il Marketing ovunque dalle tabaccherie ai supermercati, ai centri estetici, alle parrucchiere.

Guardo gli spot televisivi dal punto di vista della comunicazione ed il mio cervello frulla sempre.

Seguo un grande del marketing e della comunicazione che è Rudy Bandiera www.rudybandiera.com

E’ uscito da poco un suo post ( video + post ) che mi ha colpito in modo particolare.

Nel post afferma : “ Dobbiamo tutti capire l’importanza di creare un buon ecosistema di marketing e comunicazione, perché ciò che usiamo, ciò che facciamo e le decisioni che prendiamo nella nostra vita, nel mondo:

                                                sono tutte scelte di marketing”

Ho letto e mi sono detta : “ cavolo, è proprio vero”.

Ecco perché vivo così la mia professione: tutto è marketing.

Rudy Bandiera riporta nel post un articolo di una persona che definisce genialoide ( concordo ) che si chiama Seth Godin.

Lo riporta ed io lo riporto a mia volta perché merita.

Seth Godin dice nel suo post “ la democrazia è un problema di marketing, la salute è un problema di marketing, il cambiamento climatico è un problema di marketing, far crescere la tua organizzazione, spargere la voce, fare il lavoro di cui sei orgoglioso, non sono problemi di ingegneria, sono questioni di marketing, quando gli umani fanno delle scelte, è marketing. Il marketing è il difficile del lavoro, di raccontare una storia che possa risuonare, possa in qualche modo fare un eco nel cervello delle persone, di portare una serie di promesse agli individui che vogliono ascoltare” Seth Godin.

Genialissimo!

Ecco un esempio: il prosciutto crudo, ai tempi in cui mio papà lavorava alla Fini spa di Modena, si vendeva in salumeria e nei primi supermercati al taglio nel banco salumeria che poi è diventato banco gastronomia.

Il salumiere, con camice bianco e cappello, chiedeva alla signora Maria, casalinga di professione, quanti etti di salume voleva, fette sottili o spesse, con o senza grasso etc.!

La signora Maria a casa metteva il suo bel pacchetto in frigo che doveva essere consumato velocemente in quel tipo di confezione.

Sono arrivate le vaschette confezionate di prosciutto e non solo: salame, mortadella, bresaola etc…

E’ stato superato il problema della confezione del salumiere che aveva una durata breve in frigo per mantenere freschezza e sapore!

La vaschetta in plastica, per la donna che lavora e fa la spesa al sabato, è stata una salvezza, anzi, ne fa la scorta e ne compera di più perché all’occorrenza, prosciutto, salame, mortadella e bresaola sono sempre freschi in tavola!

Anche questa è una scelta di marketing!

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia.

 

Contattami per un incontro

 

 

 

 

 

 

 

 

E-Commerce: si o no ? Se si, come aumentare le vendite?

La prima importantissima valutazione da fare è: mi conviene avere un e-commerce?

Te lo dico perché spesso si sottovalutano e non vengono presi in considerazione aspetti base per la proficuità di un e-commerce per la propria attività che sia di prodotti o di servizi.

5 Aspetti da valutare prima di aprire un e-commerce

  • Chi è la mia azienda per essere cercata sul web e per essere presa in considerazione? Per dirla in altre parole: si fidano del nome della mia azienda?
  • Quali Brand del mio settore sono già presenti sul web e la fanno da padroni?
  • Quanto denaro occorre per riuscire ad entrare nella mente dei potenziali clienti e per essere quindi cercato, per ottenere fiducia, per avere visibilità nei canali giusti?
  • Che cosa ho di diverso rispetto agli altri e-commerce del mio settore? Per quale motivo, anche se non sono ancora nella mente dei miei potenziali clienti, vedendomi sul web dovrebbero fare un ordine? Riesco ad essere attrattivo e persuasivo nella mia comunicazione?
  • Ho il potenziale per seguire gli aggiornamenti dell’e-commerce, i carichi e le spedizioni?

Ecco, una volta che hai risposto positivamente a tutte queste domande puoi cominciare a organizzare il tuo e-commerce.

 

8 Strategie di Marketing che possono esserti utili per aumentare le vendite del tuo e-commerce.

1) Prevedi la sezione Blog nel tuo e-Commerce

 

Il Blog è una sezione molto impegnativa. Il Blog deve essere uno spazio nel quale pubblichi argomenti che interessano al tuo target clienti o meglio Buyer Personas( ti può interessare Il tuo Cliente Potenziale deve diventare un Cliente Nuovo) e riesci ad ottenere la loro fiducia. Anche se in cerca di un prodotto le persone amano saperne di più di quel prodotto o dell’ambito merceologico nel quale è inserito. Quindi il Blog è uno strumento che può rivelarsi importante ed utile per spingere i tuoi clienti all’acquisto. Perché il Blog sia propedeutico per canalizzare l’interesse dei tuoi clienti verso il tuo brand, devi scrivere articoli ottimizzati per la Seo. Qui sarebbe bene l’intervento di un/una professionista che ti indica con che frasi e parole, devi esprimerti ed anche che concetti devi spiegare ed approfondire.

2 ) Utilizza bene i canali Social

I Social possono aiutarti ad incrementare l’attrazione del pubblico giusto (inbound marketing ). Il primo passo riguarda la scelta dei Social più idonei da attivare. Non tutti possono essere adatti al tuo tipo di business.

Anche per l’utilizzo dei Social è opportuno affidarsi ad una persona esperta in tal senso. Piano editoriale, contenuti, foto, video, costanza di pubblicazione, tipo di sponsorizzazione incidono moltissimo sull’ intercettare l’interesse del tuo pubblico giusto che dal post deve passare al sito od ad una pagina di atterraggio ( Landing Page ) apposita per un determinato prodotto o servizio.

Fai remarketing anche sui Social. ( il meccanismo di riproporre il tuo post a chi ha già interagito )

 

3) Fai E-Mail Marketing

Tassativo: non comperare liste di indirizzi mail anche se ti firmano col sangue che corrispondono esattamente al tuo target.

Inserisci in un sistema di automazione d’invio mail ( marketing automation ). La scelta di questi sistemi è molto ampia: Mailchimp, GetResponse, Hobspot.

Inserisci il data base dei tuoi clienti e poi trova una strategia che ti permetta di avere mail valide dei tuoi potenziali clienti giusti.

Questa operazione riesci a farla con il tuo Blog , con degli e-book gratuiti da scaricare etc. e con la costruzione di pagine di atterraggio ben costruite che invoglino il tuo cliente giusto ad inviarti la loro mail più valida

 

Contattami per un incontro

 

4) Utilizza campagne pubblicitarie su Google.

Google, la piattaforma regina, ti offre la possibilità di pubblicizzare il tuo e-commerce con Adwords che puoi utilizzare con campagne di annunci “ a parole “ ( search ) o con banner pubblicitari ( display ) posizionati nei canali più efficaci ( sempre in rapporto al tuo business. Adwords  ti permette di portare visite qualificate, contatti e traffico.

La display è più adatta se devi far conoscere la tua marca ( brand awarness ).

Fai remarketing sui tuoi visitatori. Il remarketing è quella funzione che ripropone la tua comunicazione agli utenti che hanno già visitato il tuo sito e per un qualsiasi motivo sono usciti prima di acquistare.

 

5) Studia un e-commerce fruibile, usabile e autorevole

Mettiti nei panni di una persona che deve acquistare : oltre ad infondere fiducia devi agevolare e rendere semplice l’acquisto. Devi dare delle garanzie per qualità e per resi. Il cliente deve essere sempre soddisfatto di tutto. Il tuo cliente deve lasciare recensioni positive vere e reali.

6) Utilizza Analytics per monitorare il comportamento dei tuoi clienti

Analytics è uno strumento potente per capire se c’è qualche cosa che non funziona nel tuo e-commerce.

Quante persone entrano ogni giorno, che percorso fanno, che pagine visitano, quante persone riempiono il carrello e lo abbandonano prima di terminare il pagamento?

Analytics ti può dare tutte le risposte a queste domande.

Anche nel fissare gli obiettivi da monitorare sarebbe bene avvalersi di chi conosce bene i meccanismi di utilizzo e di lettura dei dati.

 

<p style=”text-align: center;”>Contattami per un incontro</p>

 

7) Dai il Benvenuto di persona ai tuoi clienti

Ogni volta che un cliente si registra al tuo e-commerce, fagli telefonare da una persona che con una voce sorridente che lo ringrazi per la registrazione e gli dica che dietro ad una schermata di un e-commerce ci sono persone che sono a sua disposizione al n 234567oppure che possono scrivere ad una mail……..per qualsiasi problema.

8) Fai delle promozioni

Sopratutto se sei da poco on-line crea promozioni magri solo su alcuni prodotti e fai la spedizione ed il reso gratis

Morale: attenzione a spendere soldi per creare un e-commerce e i soldi sono sempre tanti perché al di là della realizzazione dello stesso da parte di un’agenzia ( che deve sapere alla perfezione come si crea una buona piattaforma di e-commerce) devi anche avere le persone giuste che ( prima della realizzazione del sito ) ti spieghino le “ di marketing e comunicazione che dovranno essere fatte dopo la messa on-line e delle cifre che dovrai investire.

Gli acquisti on-line ci saranno se saprai come gestire la strategia e se hai molti soldi da investire.

Non annebbiare la tua decisione di avere un e-commerce solo perché c’è Amazon e perché tutti ti dicono che il mondo gira sul web.

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

 

Contattami per un incontro

 

 

 

 

 

 

 

Digital Marketing, perché serve per avere aziende vive che crescono in salute!

Il Digital Marketing è come un corpo umano.

Tutti noi siamo in vita e stiamo bene perché abbiamo una serie di organi e sistemi vitali collegati tra loro.

Il corpo umano è composto da cellule, che nascono, vivono, muoiono; il corpo umano è sorretto dallo scheletro, dai muscoli e dai tendini. Abbiamo uno scheletro: l’insieme delle ossa e delle cartilagini che servono per sostenere il corpo. La cellula è la più piccola parte vivente degli esseri viventi.Il corpo umano contiene molti miliardi di cellule. Il corpo umano contiene anche molti organi. (Esempio: l’occhio è l’organo della vista) Ogni organo serve a molte funzioni differenti. ( esempio: il naso serve per odorare ma anche per respirare) Ogni organo del corpo umano è fatto di tessuti.

Ogni tessuto è fatto di cellule specializzate. Ogni funzione del corpo umano è svolta da uno o più apparati. Un apparato è un insieme di organi.

Ogni funzione del corpo umano è svolta da uno o più apparati. Ci sono o diversi apparati del corpo umano:  l’apparato circolatorio, endocrino, muscolare, scheletrico,  digestivo ed il sistema nervoso.

Ogni apparato da solo non serve a niente ma inserito nella catena degli apparati ha un suo perché e diventa VITALE per il corpo e ci PERMETTE DI VIVERE. Parliamo quindi di funzioni vitali che, prese da sole non servono a nulla ma sono nel nostro corpo che collega con una serie ben numerata di azioni che devono essere compiute esattamente in quell’ordine.

L’apparato circolatorio: fa circolare il sangue L’apparato digestivo: trasforma i cibi in energia per il corpo L’apparato muscolare: permette al tuo corpo di muoversi L’apparato scheletrico: sostiene il tuo corpo Il sistema nervoso: dirige i movimenti, i pensieri, e sente le sensazioni e le emozioni L’apparato endocrino: regola importanti funzioni del tuo corpo L’apparato riproduttivo: permette all’uomo e alla donna di avere figli.

Ecco spiegato per lo meno il COME deve funzionare il digital marketing. 

Avrete capito che non è sufficiente realizzare un sito internet od aprire canali social. Il vero Come fare digital marketing : usare il mix di strumenti digitali, mettendo ognuno al posto giusto del processo ed utilizzando i testi attrattivi che piacciono al vostro pubblico target con un budget a disposizione e dandovi degli obiettivi che, nel digitale, sono misurabili.

Approccio omnicanale ed analisi dei dati.

 Il marketing digitale ha diverse definizioni: ad esempio Internet marketing o web marketing.

Dave Chaffey, autore del libro “Digital Marketing Strategy, Implementazioni e Pratica ” da questa definizione  “il Digital Marketing permette di raggiungere gli obiettivi di marketing attraverso l’utilizzo di tecnologie e media digitali”.

3 Analisi da fare prima di entrare nel digital marketing:

  1. Obiettivi aziendali ( potrebbe interessarti Marketing e obiettivi aziendali)
  2. Clienti tipo ( Buyer Personas ) ( potrebbe interessarti Il tuo cliente potenziale deve diventare un nuovo cliente)
  3. – Posizionamento Aziendale ( Brand Positioning ) potrebbe interessarti Che cos’è il Brand Positioning  o Brand Personale ( Personal Branding )( potrebbe interessarti Personal Branding: è un marketing lumaca dai risultati eccezionali)

 

Contattami per un incontro

 

Stabiliti questi dovete gestire la  presenza online dell’impresa o del professionista attraverso i diversi canali online, tipo sito web con Blog ( potrebbe interessarti Che cos’è il Blog e 3 ragioni per averlo), social media ( potrebbe interessarti Quanto perchè e come le persone stanno sui social ), e-mailmarketing , videomarketing, pubblicità si Google, la vostra scheda Google My Busienss ( potrebbe interessarti scheda Google My Business:12 vantaggi per la tua attività ) e dovreste avere un CRM. ( è un “programma” che vi permette di tracciare la “ vita” di ogni cliente nella vostra azienda )

L’obiettivo, di solito, è acquisire nuovi clienti e riuscire a dare servizi migliori di quelli attuali, ampliando e rafforzando le relazioni.

Aggiungo che, soprattutto per determinati business sarebbe bene integrare con azioni di comunicazione classica .( potrebbe interessarti Marketing on line-marketing off-line)

Ad esempio, buttarsi in un e-commerce senza esere una marca conosciuta tramite i vecchi canali di comunicazione è un bagno di sangue in fatto di cifre da investire.

Come ultimo punto, ma non per importanza, devi avere un’azienda con una struttura ben organizzata e, sempre per alcune attività, una squadra di commerciali ben addestrata ( potrebbe interessarti  Sei un venditore e non ti piace l’ufficio marketing , sei dell’ufficio marketing e non ti piacciono i venditori?).

Ah..dimenticavo: Il digital marketing ha un grandissimo vantaggio rispetto al marketing tradizionale: tutto è misurabile.

Certo che devi decidere a tavolino che cosa vuoi misurare nel tuo sito internet, ad esempio, tramite Google Analytics.

Ho cercato di essere il più chiara possibile ma certo per chi non è del settore può essere poco comprensibile e poco attuabile ma l’esempio del corpo umano sono certa che ti abbia dato il giusto input per la generica comprensione del COME gestire bene un piano di digital marketing e del PERCHE’ alcune singole azioni non possano essere considerate Digital Marketing ma solo singole azioni su Internet.

Ci siamo noi marketer ad organizzare il tutto.

 

Contattami per un incontro

 

Ognuno ha il suo mestiere!

Se tu volessi aggiustare la tua auto che non funziona più, l’aggiusteresti tu o la porteresti in officina ?

Un saluto sorridente qualunque imprenditore o professionista tu sia!!

 

Contattami per un incontro

 

 

 

Che cos’è il blog aziendale e 3 ragioni per averlo.

Pensa a quanto sei bravo nel proporre il tuo prodotto o servizio ad una persona che, per la prima volta, ti conosce personalmente nel tuo ambito lavorativo.

Stai dando alla persona davanti a te una vera e propria consulenza con tanto di consigli e di esempi in modo che il tuo interlocutore comprenda ciò che tu puoi fare per risolvere il suo bisogno.

La persona comprende che sei una persona che conosce bene il settore in cui opera e che può quindi essere davvero utile per lui e ti darà importanza e fiducia come esperto del settore e considererà valido il tuo prodotto o servizio.

So che, mentre fai questa consulenza personale, sei carico come una molla e lo fai anche per il piacere di essere riconosciuto come competente.

Vedi la persona che ti ascolta con interesse, ti guarda dritto negli occhi, annuisce con la testa e ti segue.

Questa per te è una soddisfazione enorme, non pensi neanche più alla vendita del tuo prodotto od alla consulenza che vorresti lui acquistasse.

Tutto questo, lo puoi fare anche tramite il web.

Entra nel ruolo e NON PENSARE ALLA VENDITA DEL TUO PRODOTTO O DELLA TUA CONSULENZA. 

Come fare?

Semplice, con il tuo sito con un blog.

Il tuo sito, sicuramente ( non tanto sicuramente )  fatto secondo le regole del marketing, ( se non sai quali sono, chiamami)  e’ composto da testo, foto e magari video che ti rappresentano ma che più di tanto non danno consulenza al cliente e non fanno comprendere a chi lo visita il tuo valore di consulente, di produttore, di negoziante, etc…

Ecco, tramite il blog lo puoi fare.

Scrivi e spiega, spiega e scrivi.

Hai dei dubbi su che cosa scrivere?

Toglieteli subito dalla testa perché  u, con la tua esperienza, sai che cosa i clienti ti hanno chiesto negli anni, sai che cosa a loro non è chiaro e ricordi quante cose hai spiegato ai tuoi clienti negli ultimi anni o ultimi mesi.

Ecco, cerca di utilizzare il blog come uno spazio disponibile nell’etere che permette a te come persona capace nella sua professione od attività di “dialogare” con un tuo potenziale cliente dandogli le risposte che hai dato negli anni o negli ultimi mesi ai clienti con i quali sei entrato in contatto con incontri personali.

Ti ho spiegato in modo chiaro ed usando solo parole italiane, il modo più semplice ed immediato sul come affrontare un blog: il blog è il dialogo con il tuo cliente solo che invece di avvenire di persona, avviene tramite una schermo.

Ci sono anche altre cose da imparare sul Come prepararsi per scrivere un Post ( articolo) ma le affronteremo in un altro articolo:

Un tema da affrontare subito  affinchè il tuo blog funzioni nel tempo.

Un blog aziendale di successo dovrà rispettare una regola affinchè possa avere successo ed il primo ingrediente che devi avere è la pazienza. ( ci vogliono minimo 6 mesi prima che il blog dia risultati)

 

Regola: avere un piano editoriale che permetta a te di essere più organizzato e consapevole di quali sono gli argomenti che più sono utili ai tuoi potenziali clienti.

Per piano editoriale intendo: fare un elenco dei titoli degli argomenti che vorrai trattare nei prossimi due mesi e definire la data di pubblicazione.

L’ideale è un post a settimana e sempre nello stesso giorno.

Meglio nei primi tre giorni della settimana.

Attenzione: qua entra in gioco la tua disciplina e tenacia.

Perché ? Perché se vuoi avere risultati devi sempre pubblicare nel giorno che hai stabilito, costi quel che costi, che fuori grandini o ci sia il sole, che tu abbia un impegno improvviso o no ( l’unica eccezione è un certificato di malattia) . Tu sai che entro le 24 h del giorno che hai deciso, devi pubblicare.

 

3 ragioni per avere un blog aziendale.

 

  • diffusione e conoscenza della tua marca ( Brand ) o del tuo nome come professionista ( Personal Brand).

Il blog, spero di avertelo fatto comprendere, ma ora te lo esplicito è: la vetrina delle tue competenze.

I post ( cioè gli articoli ) devono essere devono  essere scritti in modo corretto ed avere contenuti che siano davvero interessanti e di valore per i tuoi clienti o potenziali clienti.

Così facendo sarai ritenuto una marca importante ( brand nel caso di azienda, negozio, ettività etc.. o Personal Brand nel caso di un consulente o professionista)  e rilevante in quel determinato contesto. Ci sarà chi parlerà di te ad amici e conoscenti o lascerà una recensione positiva sulla tua pagina Facebook o sulla scheda Google My  Business.

Diventerai quindi un Brand od un personal Brand forte.

 

2) acquisire nuovi clienti e seo

Un blog con articoli ( post ), ben fatti ( segui sempre il concetto di importanza e valore per il tuo lettore)  porta anche ad aumentare il traffico organico ( quello gratuito )  sul tuo sito.

Tutte le persone che faranno una ricerca sulla barra di Google, potrebbero vedersi apparire nella pagina dei risultati di ricerca ( serp ) direttamente il tuo articolo e non, magari, l’indirizzo del tuo sito. Va benissimo comunque, perché entrando nel tuo articolo, saranno comunque sul tuo sito.

La seo che è nel titolo di questo punto 2, non è altro che la visibilità gratuita che ti darà Google premiandoti perché il tuo contenuto del post ( sistematicamente analizzato dai suoi ragnetti) verrà cliccato dagli utenti.

 

 

  • fidelizzare i vecchi clienti

La creazione di contenuti di valore ti servirà anche a fidelizzare i tuoi clienti già acquisiti.

Questi ultimi già ti conoscono e, se tu continuerai ad informarli inviando il tuo post come newsletter, acquisiranno ancor più fiducia in te e rimarrai nella loro memoria.

 

Mi fermo qui per non crearti confusione.

Spero di essermi espressa chiaramente e, se vuoi approfondire e desideri un aiuto per rendere il tuo sito, un sito che segue i criteri di marketing ed avere più informazioni sul blog aziendale, scrivimi e potremo incontrarci.

 

Un saluto sorridente qualsiasi persona, professionista o imprenditore tu sia.

 

 

Contattami per un incontro

 

 

Che cosa sono il marketing e la comunicazione H2H ?

Te lo spiego subito, chiaramente ed in italiano,  ma prima devo dirti una cosa:

  • il marketing e la comunicazione H2H comprendono il marketing e la comunicazione BTB e BTC.

Chiariamo, anche perché io, a differenza della maggioranza dei miei colleghi mi spiego e tratto il marketing e la comunicazione con parole italiane.

– marketing BTC = marketing che parte da un’azienda ( B cioè Business ) verso il consumatore ( C cioè consumatore)

– marketing BTB = marketing che parte da un’azienda ( B cioè business ) verso un’altra azienda ( B cioè business )

Domandatevi : che differenza c’è tra un’azienda che parla ad un consumatore ed un’azienda che parla ad un’altra azienda? 

Risposta: non c’è alcuna differenza perché un’azienda, qualsiasi servizio o prodotto venda si rivolge ad UNA PERSONA che lavora per un’altra azienda.

Questa Persona può essere, ad esempio, un responsabile acquisti di un’azienda quindi una PERSONA.

Da questo ragionamento molto semplice nascono il marketing  e la comunicazione H2H cioè da Persona a Persona.

Questo è quello che tutti dobbiamo ricordare.

Esempio:

Quando la mia commerciale Sara è molto agitata prima di un incontro con una persona dal ruolo importante, ad esempio, il direttore marketing di una catena di grande distribuzione, io le dico sempre:

“ Non essere agitata  Sara, ricorda che il Sig. XY, che ricopre un ruolo molto importante è una persona come te. Ha 1 testa, 2 braccia, 2 mani, 2 gambe, 2 piedi etc…e come te è sensibile alle emozioni. Vuole solo sentirsi importante e vuole avere la netta sensazione che tu possa aiutarlo a risolvere qualche problema in azienda o per la sua azienda. Il Sig. XY, avrà degli obiettivi e dovrà capire se tu sei in grado di aiutarlo a raggiungerli.Il responsabile marketing con il quale hai appuntamento Sara è un essere umano, cioè una persona in carne ed ossa, non un mostro computerizzato”.

Sara mi guarda con la bocca aperta e gli occhi spalancati e, dopo qualche  secondo di silenzio, mi dice:

“Ma sai Silvia che non ci avevo pensato ? E’ proprio vero, vado a parlare con una persona come me”.

Quindi, ad oggi, non ci sono più tante differenze nel marketing come nella comunicazione tra:

-un’azienda che offre i suoi prodotti o servizi ad un’altra azienda e

– tra un’azienda che offre i suoi prodotti o servizi ad un consumatore privato.

Dobbiamo sempre pensare sia nel marketing che nella comunicazione al HUMAN 2 HUMAN: da persona a persona.

Il marketing e la comunicazione devono parlare ad un singolo e comprendere i suoi bisogni e dargli soluzioni.

Se fai i Buyer Personas ( ti può interessare Il tuo cliende potenziale deve diventare un nuovo cliente .) di un’azienda farai dei buyer personas che sono PERSONE e non MURI AZIENDALI.

Adesso che te l’ho spiegato ti potrà sembrare quasi banale questo H2H ( Human 2 human) ma non lo è evidentemente se, per anni, si è parlato solo di BTC e BTB.

Devi far “ sentire”a quella persona che ricopre il ruolo di responsabile ufficio acquisti che vorresti entrare in contatto con lui per aiutarlo, per essergli utile e per dargli soluzioni.

Le imprese non hanno emozioni. Le persone hanno emozioni.

Per farti conoscere, che tu sia un’azienda od un professionista, devi umanizzarti nel modo di presentarti, devi parlare anche di te, dei tuoi errori, dei tuoi successi o dei tuoi fallimenti.

Se non ti fai sentire un’azienda umana, come fai a farti percepire tale da un potenziale cliente?

Parla dei tuoi dipendenti, di che programmi state facendo in azienda per la loro crescita personale e farli sentire non come dei numeri ma come delle persone.

Come si dice che dietro ad ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna, diciamo anche che dietro una grande marca ci sono grandi persone.

Ti faccio un esempio.

Dovevo fare il sito ad un’azienda di trasporti. L’azienda di trasporti, chiaramente, si doveva rivolgere ad altre aziende che avevano necessità di trasporti.

In prima pagina di un sito cerco sempre di mettere i Buyer Personas ( ti può interessare Il Tuo potenziale Cliente deve diventare un nuovo cliente ) dell’azienda.

Prima ho spiegato, non solo al titolare ma anche ai dipendenti, che cosa sono i Buyer Personas ed ho preparato delle schede per identificarli.

Ti assicuro che, pur avendomi seguito bene nella presentazione dei Buyer Personas mi guardavano con due occhioni sgranati ogni volta che incominciavo una scheda chiedendo “ :-

“ Come si chiama questo Buyer Personas ? “

Al termine del mio lavoro e cioè quando ho studiato le schede, fatto ricerche ed ho presentato loro i 3 buyer personas delle aziende loro clienti mi hanno detto : “ Wow ma è proprio vero che la maggiornaza dei nostri clienti è tra queste tre PERSONE…”

Risultarono questi 3 tipi di Buyer Personas che sono dipendenti di un’azienda ma ,ognuno di loro, pur avendo bisogno di un trasporto, aveva un bisogno diverso con emozioni e problematiche diverse.

Ne risultarono:

Per Trasporti immediati e veloci

Godi la giornata! Lavora Tranquillo e pensa alla cena al ristorante stasera con gli amici. Il tuo cliente ti chiede un trasporto adesso per adesso? Ti concede 15/30/45 minuti per organizzarlo?
Non preoccuparti. Noi di Autotrasporti XY siamo organizzati per farlo.

Clicca qui!

Per Trasporti programmati ( Prima Buyer Persona )

Non temere nulla e sorridi ogni giorno! Tutto sarà come i tuoi clienti si aspettano. Per Te che hai la responsabilità di mantenere ciò che la tua azienda ha promesso: le programmazioni regolari e puntuali di qualsiasi tipo di trasporto in tutta Italia con Autotrasporti XY sono una certezza.

Clicca qui!

Per Trasporti su misura ( Seconda Buyer Persona)

Vivi sereno! Stasera sarai in palestra puntuale. Hai tanti clienti da soddisfare che ogni giorno attendono i tuoi materiali? Niente ansie! Organizzare consegne in sequenza in più luoghi con anche variazioni di percorso noi di Autotrasporti XY lo sappiamo fare bene.

Per Trasporti immediati e veloci ( Terza Buyer Persona )

Godi la giornata! Lavora Tranquillo e pensa alla cena al ristorante stasera con gli amici. Il tuo cliente ti chiede un trasporto adesso per adesso? Ti concede 15/30/45 minuti per organizzarlo?
Non preoccuparti. Noi di Autotrasporti XY siamo organizzati per farlo.

Clicca qui!

Insomma, concludendo, sei un essere umano che si rivolge ad un altro essere umano.

Facile no ?

Un saluto sorridente qualsiasi Persona, Imprenditore o Professionista tu sia!

Vuoi parlare con me del tuo marketing o della tua comunicazione ?

 

Contattami per un incontro

 

Scheda Google My Business: Tante Foto, Tanti Contatti e 12 vantaggi per la tua attività.

La Scheda Google My Business è, per le attività locali, una manna scesa dal cielo anzi, scesa da Google, che permette alle attività locali di ottenere tanti, tantissimi nuovi contatti locali.

Grazie Google !!!

Ho già trattato l’argomento in Hai un’attività locale? Utilizza il Local Marketing ma voglio aggiungere un’azione importantissima che ho scoperto per far aumentare ancora i vostri nuovi contatti che vi ricordo si devono trasformare in contratti o in vendite.

Il segreto per migliorare radicalmente la vostra attività su Google My Business è pubblicare Molte Molte Moltissime foto.

Secondo una ricerca fatta su 15.000 schede Google My Business chi pubblica più di 100 foto su Google My Business decuplica i click al Sito, le richieste sulle Mappe, triplica le telefonate e rende almeno 5 volte più visibile il tuo business su Google.

Quintuplica…avete capito bene!!!!!

Pubblicare molte buone foto su Google My Business, almeno 1 al giorno, può far fare letteralmente un balzo in avanti al tuo business, come magari non sei riuscito a fare con Facebook ed Instagran.

Inoltre sulla scheda Google My Business puoi pubblicare non solo foto ma anche post con foto e Google è così efficiente e gentile da avvisarti con una mail quando il tuo post sta per scadere.

Quanto tempo stai dedicando a Google My Business? 

Google, non so se mi spiego, il potente Google ha messo al tuo servizio Google My Business proprio con l’intento di dare un aiuto allo sviluppo delle attività commerciali locali.

Google My Business è stato creato nel 2014 e riunisce i vecchi servizi di Google come Google Place ( Maps ) , Google Business e Google Local.

Dal 2014 sono stati fatti passi da gigante e non avere e soprattutto non curare la propria scheda Google My Business significa non riuscire a raggiungere nuovi contatti  e quindi PERDERE una gran fetta di potenziali clienti.

Da gennaio 2018 è inoltre possibile caricare sulla scheda anche video.

Aspetta, aspetta …ti dico altri 12 vantaggi porta alla tua attività avere e tenere aggiornata la scheda Google My Business.

  • E’ gratis
  • Porta ad una maggiore conoscenza della tua attività ( gergo marketing crea Brand Awarness )
  • Local SEO: se hai e curi bene la tua scheda Google My Business ne consegue che il tuo sito, nelle ricerche locali, migliorerà il posizionamento.
  • Visibilità dal cellulare: ci sono ancora molti siti non visibile da cellulare. La tua scheda Google My Business è visibile anche da cellulare.
  • Tutte le tuo info in un’unica scheda: in Google My Business è possibile dare all’utente tutte le info di base della tua attività: il tuo indirizzo, i tuoi contatti, in quali orari sei aperto e la scheda mostra le recensioni dei tuoi clienti.
  • Statistiche per tanti dati: grazie alla Scheda Google My Business puoi avere il controllo di diversi dati: numero di visualizzazioni, numero di click, numero chiamate e richieste di indicazioni stradali per arrivare da te.
  • Possibilità di pubblicare video
  • Pubblicare post con foto o con video
  • Google Maps: sei collegato a Google Maps e le persone ti raggiungeranno facilmente.
  • Più visite al sito web.
  • Gli utenti possono fare una telefonata semplicemente cliccando sul pulsante Chiama
  • Gli utenti possono inviarti un messaggio diretto semplicemente attivando la funzionalità messaggio.

Tutto questo per te creato da GRATIS da Google !!!

Non è che sei tra quelli che se una cosa è gratis vale poco vero?

Mi auguro per te di no.

Comunque sia, attiva e tieni aggiornata la tua scheda Google My Business!

Sempre!

Un saluto sorridente qualunque persona, imprenditore o professionista tu sia!

 

 

Contattami per un incontro

 

 

 

 

 

Personal Branding: è un marketing lumaca. Niente fretta, tanto impegno ma risultati eccezionali.

Mi chiama Francesca, una mia cara amica che due anni fa è diventata avvocato.

Da qualche mese ha aperto un suo studio e nella telefonata mi dice: ” Silvia, mi devo differenziare dai miei colleghi , ho bisogno di te perché  voglio creare il mio Personal Branding..VELOCEMENTE”.

Il progetto mi piace, anzi, ne sono entusiasta,  ma mi spaventa una parolina che ha detto: VELOCEMENTE.

Fissiamo un incontro dove le spiego che tutte le strategie di marketing e quindi anche quella di Personal Branding, si applicano senza fretta e con tanta pazienza e costanza.

Si deve prima identificare la strategia e poi sia io che Francesca dovremo lavorare alacremente tante ore.

Ognuno deve fare la sua parte.

Gli 8 Principi del Personal Branding.

1) Avere una specializzazione
2) Avere Leadership
3) Avere un marchio personale
4) Dichiarare esplicitamente una distinzione dalla concorrenza
5) Visibilità : essere costantemente visibili nei canali di comunicazione che più sono adatti per il suo target ( buyer personas)
6) Costanza
7) Perseveranza
8) Coerenza

Questi sono 8 principi e tante attività sono connesse ad essi.

Da questi 8 punti potete dedurre che il Personal Branding non si può fare VELOCEMENTE.

Ieri leggo in interessantissimo post del maestro Riccardo Scandellari www.skande.it che, guarda, guarda, cade proprio a fagiolo sulle tempistiche che occorrono per le 4 principali attività per fare Personal Branding.

Vi riporto integralmente le parole di Riccardo Scandellari sulle 4 attività principali da fare. 

1) Essere trovato: ( 2/4 ore al mese ) ( H3)
Questa è l’attività meno impegnativa dal punto di vista contenutistico e rappresenta la base di qualsiasi professionista,
Se qualcuno parla di te o ti segnala, dove può reperire informazioni su di te e come contattarti?
Anche questa attività ha livelli crescenti di impegno e difficoltà: puoi partire con un profilo Linkedin per arrivare ad avere un sito con il tuo nome e tutte le informazioni che ti riguardano. L’importante è che tu ti faccia trovare agevolmente dove ti cercano, in base al tuo settore. Questo presupposto è un buon punto di partenza che ti differenzia dal 90% dei tuoi colleghi.

2) Proporti ad un determinato pubblico ( 30 minuti al giorno ).H3 Oltre ad essere trovato, puoi facilitare l’ottenimento di attenzione creando occasioni per essere visto: ad esempio la condivisione di contenuti di altri oppure piccoli post in cui racconti una tua esperienza o quello che pensi di un determinato argomento professionale, L’errore più comune consiste nel cercare like più che rendersi credibili dal punto di vista lavorativo, rendendo inutile o addirittura deleteria la propria comunicazione.

3) Generare aspettative ( 1/2 ore al giorno)H3
Questa è l’attività ideale, quella che spinge anche a me a creare contenuti ogni giorno. Si tratta di pubblicare tutorial o articoli in cui aiuti il mercato a formarsi, rendi consapevoli le persone e le aziende e tenti di elargire soluzioni ai più comuni problemi. Di fatto, facendo questo, chi ti nota non potrà fare a meno di ritenerti un professionista capace, in grado di risolvere una sua criticità.

4) Essere un Opinion Leader ( 4/8 ore al giorno) H3
Non credo tu possa partire da questo obiettivo che è più una conseguenza di anni di produzione di contenuti finalizzati all’effettiva generazione di pubblico. Per essere “Guru” del proprio settore , l’impegno dedicato ai contenuti, alla cura di contatti e relazioni, alla auto formazione e alla sperimentazione occuperà gran parte della giornata . Si tratta di generare e distribuire in modo molto serrato, video, post, libri e motivi di attrazione rivolti ad un grande pubblico. In pratica si tratta di diventare un professionista esposto mediaticamente che punta a vivere di corsi, eventi, infoprodotti ed editoria professionale.

Sono 4 punti descritti da Sandellari che valgono oro.Grazie maestro.
L’articolo integrale www.skande.it

 

Impegnatevi tutti e fatene buon uso.

 

Dimenticavo: nell’incontro Francesca ha compreso che la parolina velocemente era da eliminare e sto preparando la strategia al fine di Far Comprendere il Valore dell’ Avvocato Francesca facendo Personal Branding.

 

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!😃😃

 

 

Contattami per un incontro

Neuromarketing non manipolazione

“Hai il cervello fuso”.

Quante volte hai detto, ti sei sentito dire o hai sentito questa frase?

Beh, fuso o non fuso, è sbagliata.

Si dovrebbe dire : “ hai tutti e tre i cervelli fusi “

Si, abbiamo 3 cervelli, scientificamente provato:

  • Cervello antico: è il primo ad entrare in azione. Regola funzioni di base come il respirare, la sensazione di pericolo o di sicurezza, il sesso e la sensazione di fame.
  • Cervello intermedio: è nel sistema limbico ed è la parte più nascosta del nostro cervello. E’ ancestrale, automatico ed è la sede dell’amigdala che ci fa provare le sensazioni di paura, fiducia ed è anche la sede del talamo ( felicità, tristezza e disgusto), nonché sede della dopamina, ormone del piacere e dell’appagamento.
  • Cervello recente/ razionale: questo cervello è presente solo nell’uomo ed in esso risiedono le funzioni cognitive evolute, la pianificazione, il problem solving, l’apprendimento , il linguaggio,etc…

Nelle nostre scelte d’acquisto il  cervello razionale è perdente nel senso che è quello che entra in azione per ultimo.

Per questo motivo nel Marketing ed anche nella Comunicazione di dedica tanto spazio allo studio del Neuromarketing.

Neuromarketing, cos’è e come ha cambiato il Marketing. Un inchino ai maestri Martin Lindstrom e David Goleman.

Il Neuromarketing, l’avrete capito dall’apertura dedicata ai 3 cervelli, studia la risposta emotiva a una pubblicità, ad uno spot, ad un sito, ad un marchio, etc., analizzando le immagini del cervello attraverso tecniche come la risonanza magnetica.

Il neuromarketing si focalizza su come funziona la mente umana quando ci troviamo a risolvere problemi che riguardano il denaro in nostro possesso, come ad esempio un acquisto, e che tenta d’ individuare ed attrarre l’attenzione ed influenzare i processi decisionali del nostro cervello.

Il Neuromarketing è quindi uno strumento a disposizione dei marketer ( e delle aziende ) che permette di “entrare nella mente dei consumatori” per scoprire le emozioni che guidano le scelte d’acquisto.

« Martin Lindstrom, il guru del Neuromarketing, ci dice che oltre il 30% dei 100 marchi di Fortune sta utilizzando il Neuromarketing per la ricerca strategica. Il Neuromarketing ha dimostrato che oggi non bisogna più vendere prodotti, ma piuttosto di sedurre i clienti».La funzione del Marketing è infatti trovare nuove strade per spingere le persone a fare un’azione come, ad esempio, comperare qualche cosa.  Capire i meccanismi della mente umana è stato sempre un mistero difficile da comprendere. Per questo, negli ultimi dieci anni gli esperti di marketing si sono sempre più appassionati al cervello umano. È in questo contesto che il Neuromarketing viene in aiuto.

Ogni volta che acquistiamo, anche se pensiamo di farlo per una ragione razionale, lo stiamo facendo per una scelta emotiva

«La ragione – spiega Daniel Goleman, il noto studioso e autore di bestseller sull’Intelligenza emotiva – è che il nostro cervello è progettato, quando ci troviamo di fronte ad una decisione, per valutare e soppesare emotivamente ciascuna opzione. Nessuna decisione nella vita prescinde dall’emozione, a meno che non siamo nell’ambito della matematica, che è un universo puramente teorico. È un’emozione tacita, impercettibile, ma molto rilevante».

Chi lavora nel marketing e nella comunicazione per le imprese che siamo micro, piccole , medie o grandi, deve comprendere come stimolare la capacità di evocare una risposta emotiva, per esempio,  da uno spot o da una promozione.

«Non è possibile chiedere alla gente la loro impressione su un odore o una sensazione tattile o un sapore – spiega – Lindstrom – È difficile verbalizzare una sensazione, perché ancora non abbiamo il vocabolario giusto per farlo. Nel 2008, ho condotto il più grande esperimento di neuromarketing nel mondo usando la risonanza magnetica funzionale per la scansione del cervello dei consumatori per capire cosa succede veramente nella nostra parte inconscia del cervello. L’idea di base di questo esperimento è che se siamo in grado di dare un senso alla parte inconscia del nostro cervello – che gestisce l’85% di tutto quello che facciamo tutti i giorni – allora saremo più vicini a scoprire che cosa sentiamo veramente quando viviamo e acquistiamo cose tutti i giorni. E sulla base di questo, potremmo forse creare campagne pubblicitarie che abbiano un po’ più di successo di quanto non ne abbiano oggi».

Fantastico vero?

«La pubblicità non funziona più – afferma senza mezzi termini Lindstrom – . I marketer spendono una quantità enorme di soldi e la gente non ricorda veramente nulla. Ovviamente, qualcosa succede. Forse memorizziamo le conoscenze a livello inconscio, che è quello che stiamo cercando di capire, o forse vanno solo in un buco nero: io fondamentalmente non credo che ci dimentichiamo tutto, ma che archiviamo le informazioni da qualche parte. Il neuromarketing aiuta a capire dove vanno questi messaggi e come influiscono su di noi, ed è probabilmente la migliore e l’unica scelta che abbiamo in questo momento nella comprensione del consumatore e del futuro della pubblicità».

Il Marker somatico

 

I marcatori somatici possono essere definiti l’origine dei nostri pensieri e delle nostre azioni.

I marcatori somatici si trovano nel cervello ed intervengono nelle nostre decisioni di acquisto. La loro funzione è quella di salvare nel nostro software cerebrale le nostre esperienze e utilizzarle quando dobbiamo decidere che cosa acquistare o come scegliere o come prendere una decisione..

I marker somatici sono generati a partire dalle emozioni secondarie cioè a emozioni che sono state registrate nel nostro cervello tramite le esperienze della vita e l’apprendimento..

Essi, danno quindi un SEGNO quando dobbiamo prendere una decisione in base alle esperienza pregresse: NEGATIVO – allarme o POSITIVO – tranquillità.

Le aziende dovrebbero costruire il proprio Brand in modo da rimanere impresse nella nostra mente. Quando dobbiamo acquistare un vasetto di crema al cioccolato, nella nostra mente appare il brand Nutella, per quanto ci possano essere creme al cioccolato altrettanto buono e magari più genuino ma non così impresso nella nostra mente.

Nutella ha giocato una grande partita di Brand Positioning e l’ha vinta. Oltretutto non abbandona la presa. Nutella è sempre presente in spot e campagne pubblicitarie. Mia nonna la comperava a mia mamma e mia mamma la comperava a me e via così .

Un altro esempio che ho trovato sul web è quello di Orange.

Orange è una società di telecomunicazioni degli Stati Uniti che ha offerto a tutti gli studenti di verniciare gratis le loro automobili con il colore arancione. Idea ingegnosa , creativa e fuori dai soliti schemi di comunicazione. All’improvviso sono comparse 5 mila vetture arancioni in giro per San Francisco, che hanno creato così un marcatore somatico.

I brand si devono rivolgere ai nostri 5 sensi: tatto, gusto, olfatto , vista e udito in modo costante e continuo.

Il logo sarà sempre importante, ma non semplicemente perché è un logo, ma perché dovrà muovere in chi lo visualizza un sentimento nei confronti del brand.

Etica del Neuromarketing

Ho pubblicato alcuni post con alcuni concetti del neuromarketing su Instagram ed un mio cliente / amico mi ha scritto che lui non è d’accordo nell’utilizzare il neuromarketing poiché pericoloso.

Gli ho risposto su Instagram che il neuromarketing deve essere etico ed utilizzato per un solo scopo.Quello che ci spiegano qui sotto prima Lindstrom e poi Goleman:

«Non stiamo mettendo l’etica da parte – sostiene Lindstrom. La pubblicità ci sta bombardando: siamo esposti a 2 milioni di spot televisivi nel corso della nostra vita. Possiamo imparare un modo per rendere un annuncio più influente, e così ridurre il numero di annunci. Questo era davvero l’obiettivo. E la risposta è stata, sì, funziona davvero». Questi studi secondo l’esperto, non puntano in assoluto a vendere sempre più prodotti, ma a una comunicazione di migliore qualità e più efficace.

«Mi sono chiesto se sia etico, per esempio, esaminare gli stati cerebrali, e direi che non è né più né meno etico di qualsiasi altro tipo di studio di marketing. Ha probabilmente sia molti difetti che benefici – dice Goleman – Ma sono opportuni degli avvertimenti. Per esempio, per fare uno studio sul cervello, si mette una persona in una situazione artificiale e si vede come il suo cervello reagisce alla marca X o Y. Ma non può essere una replica reale di come agiranno effettivamente. E il consumatore deve sapere quello che sta succedendo: in ogni marchio ci deve essere trasparenza al 100%. Non si può più agire dietro uno specchio oscurato, sperando che nessuno noterà quello che sta succedendo in una stanza nascosta sul retro. La prossima generazione di marketer avrà nuove regole cui obbedire per sopravvivere, perché viviamo in un mondo di Wikileaks dove non ci sono più segreti. Come consumatori non c’è molto che possiamo fare. La buona notizia, però, è che se siamo consapevoli, subiamo meno le influenze».

Io adoro il Neuromarketing e quindi gli Small Data di Martin Lindstrom ma, come è nella mia natura, utilizzo anche i Big Data.

Quando lavori in una disciplina così affascinante come il marketing non puoi esimerti dallo studiare ed utilizzare di volta in volta ciò che lo studio di Guru ed anche ciò che  le tue intuzuioni personali ti hanno portato come bagaglio esperienziale.

Un saluto sorridente, qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia.

 

Contattami per un incontro

Marketing: differenza tra Case Study e Case History!

Ti rispondo subito e non ci sarà nessun concetto da comprendere.

Case History nel marketing non si usa.

Si usa solo Case Study.

Semplice, però aspetta che ti racconto perché.

Ero ad un appuntamento da uno studio di avvocati e tra le sezioni del sito ho proposto Case History.

Il cliente mi dice: “ Secondo me Silvia sono Case Study”

Non contraddico la sua opinione e gli dico “ Si, Case History o Case Study”

Torno in ufficio e controllo.

Trovo un post molto interessante di Gianluigi Bonanomi che tratta proprio la differenza tra i due termini.

Case History nel mondo anglosassone vuol dire: La storia personale di colui che nel passato è stato afflitto da problemi o sopraffatto da eventi, specialmente nella sua storia medica.

Ops!!!!

Nel Marketing non raccontiamo i malanni del titolare di un’azienda o dell’amministratore delegato.

Case Study da Wikipedia nasce come definizione nel mondo scientifico anche se poi utilizzato molto nel marketing.

Definizione Case Study da Wikipedia : Il caso di studio (oppure caso studio) è un metodo di ricerca utilizzato, nell’ambito di questioni complesse, per estendere l’esperienza o rafforzare ciò che è già noto da precedenti ricerche. Viene impiegato in diverse aree della scienza, in particolare se ne fa ampio uso nelle scienze sociali, e permette di porre enfasi sull’analisi contestuale dettagliata di un numero limitato di eventi o condizioni e le loro relazioni.

Il fatto che, come dice Gianluigi Bonanomi, moltissime aziende utilizzano il termine Case Hystory e cita l’esempio di Cisco, vuol dire che anche tra i Big c’è disinformazione.

Ho fatto un giro su web digitando il brand di 4 aziende multinazionali ed alla quarta….la CASE HISTORY.

Eccola:

 

I grandi di Web Ranking ma non sono gli unici, guarda caso, utilizzano il giusto termine Case Study.

 

Che dire ?

Come dico io: Non si è mai finito d’imparare, non bisogna mai smettere di studiare, bisogna sempre essere curiosi  e, se non sei certo di una cosa, lasciare in sospeso la risposta e documentarsi

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!

 

Contattami per un incontro

 

Marketing operativo. Le 9 leve che devi costruire per far guadagnare la tua azienda o il tuo negozio.

 

Dopo aver parlato del marketing strategico ( ti può interessare link marketing strategico e l’Arte della Guerra) torniamo sul marketing operativo ( ti può interessare link interno Marketing operativo : si parte per la battaglia )

Vi parlo oggi delle specifiche leve da utilizzare per un efficace marketing operativo. Sono nove.

 

  • 1 ) Posiziona il Tuo Prodotto

Ribadisco che il tuo marketing operativo deve essere organizzato solo ed esclusivamente dopo la pianificazione del marketing strategico e dopo che hai dedicato tempo studiando quale vuoi che sia il posizionamento del tuo prodotto nella mente del tuo cliente giusto. ( Brand Positioning)

Marketing Strategico: studio di tattiche e strategie. Marketing operativo: studio delle azioni da fare per arrivare agli obiettivi definiti dal marketing strategico che corrispondono agli obiettivi aziendali.

Esempio chiarificatore e dopo non ti confonderai più:

  • Il Marketing Strategico è uguale allo studio da parte dell’allenatore di una squadra di calcio del posizionamento sul campo dei giocatori.
  • Il Marketing operativo è uguale alle singole mosse che i giocatori devono mettere in atto in maniera coordinata per mettere la palla in rete…risultato Marketing Strategico + Marketing Operativo: GOALLLLLL!!!!!

 

  • 2) L’imbuto del marketing operativo

Per acquistare il tuo prodotto, posto che sia ben posizionato, il cliente deve passare attraverso in un imbuto formato da 5 step:

  1. Consapevolezza: il tuo cliente deve avere bisogno di un determinato prodotto o servizio oppure anche solo il desiderio di avere un determinato prodotto o servizio.
  2. Scelta: tra tutti i tipi di prodotti o servizi presenti sul mercato il cliente deve scegliere quello che soddisferà meglio il suo bisogno o desiderio.
  • Scelta: il cliente deve scegliere quale fornitore gli ispira più fiducia od ha più valore al fine di acquistare da lui quel prodotto o quel servizio.
  • Prezzo: il prezzo del prodotto o servizio deve essere considerato corretto e quindi deve essere accettato dal cliente.
  • Essere: il cliente deve essere nel momento giusto per acquistare e quindi trovare una ragione per agire immediatamente e non rimandare.

 

Posso quindi concludere e sarete sicuramente d’accordo che:

Senza un marketing che prende per mano i nuovi potenziali clienti, le nostre vendite si sperderanno uscendo come acqua fresca dai buchi del nostro imbuto.

 

3) Identificare i giusti buyer personas ( target di clientela )

Se mi dici che “ Il tuo prodotto va bene per tutti” , mi metto a piangere ed il trucco mi cola sul viso. Lo so che è un concetto contro-intuitivo ma mettitelo bene nella zucca che il tuo prodotto NON può andare bene per tutti. E’ impossibile.

Se sei ancora convinto che vada bene per tutti, torna al punto 1 e rifai il posizionamento del tuo prodotto.

Supponiamo tu debba aprire una gelateria.

Come deve essere strutturato il tuo piano di marketing operativo e qual è la cosa più importante per fare il botto con la tua gelateria?

  1. Un arredamento del locale che ricorda un Iceberg?
  2. Avere una squadra di persone molto efficienti e motivate?
  3. Comodità di parcheggio?
  4. Panchine fuori dalla gelateria ?
  5. Un ampio parcheggio?
  6. Essere su una strada di forte transito?
  7. Quanti gusti di gelato proponi ?
  8. Un buon prezzo?
  9. Un gelato tanto buono da leccarsi i baffi ?

Se intervisti tanti gelatai, ognuno di loro ti risponderà con una delle caratteristiche qui sopra o con un suo “mix” di esse.

La risposta reale in realtà é: nessuna di queste qui sopra.

Ciò di cui hai bisogno è una folla di gente che sia contemporaneamente amante /drogata di gelato ed in cerca di un alimento rinfrescante.

Quindi non vuoi ad esempio raggiungere persone che non vogliono zuccheri od alle quali il gelato proprio non piace o quelli che amano avere la scorta di gelati confezionati in frezeer e mangiarseli in mutande sul divano. Devi raggiungere il tuo pubblico giusto sia con strumenti off-line es: radio ed on-line es: Facebook . Questi due strumenti li puoi programmare in orari particolari: metà pomeriggio per la merenda e dalle 19 in poi per la passeggiata serale o perché si fermino nella tua gelateria a prendere il kilo di gelato da portare a casa. Devi identificare la squadra di persone amanti/ drogate di gelato ed in cerca di un alimento rinfrescante.

 

4 ) Ottenere la fiducia del cliente

Qualsiasi imprenditore che si trovi a fare marketing, si trova nella condizione di dover ottenere la fiducia del cliente perché lo scetticismo e la reticenza hanno l’asticella molto alta nel’io del cliente.

L’unica possibilità che un’azienda ha, per conquistare fiducia, è quella di sollevare per prima dubbi e perplessità del cliente e dare la soluzione.

Nell’incontro con un cliente per il venditore è possibile rispondere alle obiezioni, superandole. Conosco molto bene anche la vendita.

Nel marketing operativo on ed off line non possiamo dialogare col cliente.

Occorre quindi nel nostro marketing operativo inserire quelle caratteristiche che sono tipiche del lavoro di un venditore vero e proprio, anche se il venditore non c’è.

 

  • 5) Come risolvere le obiezioni anche se il cliente non c’è

Il cliente ha sempre un’infinità di obiezioni.

Per fortuna nel marketing on-line la tecnologia ha fatto grandi passi avanti.

E’ possibile lavorare sui clienti con un piano editoriale per un blog, con video, con piani di email marketing automatizzati etc….

Qualunque sia la via maestra che scegliamo per creare il nostro piano di marketing operativo, dobbiamo sempre ricordarci di risolvere le obiezioni dei potenziali clienti…non ditemi che non sapete le obiezioni che il vostro potenziale cliente potrebbe porre al vostro venditore. Inoltre dobbiamo aggiornare continuamenti il nostro Piano di superamento obiezioni aggiungendo le nuove obiezioni che riscontriamo negli incontri con nuovi clienti.

 

  • 6) Avere referenze positive

 

C’è una frase che spesso i miei clienti dicono ( e sono d’accordo): il miglior marketing è il passaparola vis a vis.La riprova sociale data dai nostri amici e clienti soddisfatti è una delle caratteristiche fondamentali nel nostro marketing operativo ed è importante pubblicarle là dove possono essere pubblicate. ( sito, scheda Google my business, pagina facebook e possono essere anche sotto forma di video.)E’ di vitale importanza raccogliere quante più testimonianze possibili dai nostri clienti.

Se si deve partire con una nuova attività, un nuovo prodotto o servizio, il modo più corretto non è quello di partire al galoppo pensando solo alla vendita.

Talvolta, nelle giuste occasioni, si dovrebbe proporre il proprio prodotto o servizio in modo gratuito anche solo per la formula di vendita di Front End (prodotto o servizio vantaggioso nel prezzo che serve per acquisire per la prima volta un cliente) sotto forma di test gratuito ad un nucleo selezionato di potenziali clienti in cambio di una testimonianza positiva in caso di reale soddisfazione.

Quest’ultima azione, oltre che a raccogliere testimonianze,  ci dà la possibilità di “ aggiustare il tiro” e correggere errori di progettazione, servizio, qualità.

 

  • 7) Regole del marketing operativo in negozio ( in-store )

Perché le grandi aziende vincono la battaglia contro le piccole aziende? Perché possono permettersi di spendere di più per acquisire un cliente? NO.

Perché applicano benissimo il marketing operativo in negozio.

Il piccolo negoziante vuole guadagnare subito dalla prima transazione con il cliente. Vuole marginare subito sul primo oggetto che vende. Il grande negoziante no.

Questo non solo perché ha più potere finanziario ( anche quello incide certo ) ma perché  l’azienda strutturata ha persone all’interno che “fanno i conti” e dicono al reparto marketing quanto può spendere per acquisire un cliente.

Ecco un esempio per chiarire:

Il negozio di abbigliamento ( medio /piccolo )  non fa marketing in store cioè in negozio. Aspetta che, magari essendo in una zona di forte passaggio (…e, cavolo, con l’affitto che paga….) la porta sia aperta dai clienti che guardano la vetrina.

Quando un cliente entra, il negoziante o la commessa vogliono vendergli a 100€ un paio di pantaloni che sono costati 40€, in modo da guadagnare subito 60€.                   ( facciamo i conti della serva per rendere chiaro l’esempio e non mettiamo le spese fisse del negozio ).

La commessa poi chiede al cliente : “ C’è qualche altro capo che le piace e che vuole provare?”

La maggioranza dei clienti risponde “ no grazie” perché non ha voglia di comperare un altro capo a prezzo pieno.

Il grande negozio, le cui commesse hanno ricevuto ordini da chi ha creato il marketing operativo in-store,  si comporta in modo diverso,

Fase iniziale di acquisizione cliente nuovo: ti propongono in offerta un paio di pantaloni da 100€ (che loro pagano 40€) a 50$. In questo modo si pagano il costo dei pantaloni e del marketing (10€ di ads su Fb, simuliamo) perchè lo scopo non è guadagnare dalla prima transazione

Il loro scopo è attirare il cliente nuovo in negozio per acquisirlo come cliente. Non sono interessati ai soldi che il cliente spende.

E a che cosa sono interessati? Sono interessati ad un valore molto più alto del margine operativo.

Vogliono i tuoi dati di contatto per poterti “inseguire con il marketing”.

Poi ti propongono ancora una maglia in tinta con i pantaloni, sempre con la stessa formula.

Cavalcano la tua voglia di acquistare del cliente che poi è felice di uscire dal negozio con un completo molto carino e non solo con un paio di pantaloni.

Poi ti offrono un foulard per completare l’effetto e via altri soldi…

Alla fine, dopo aver upsellato ( aggiunto vendite inerenti al primo acquisto ) , la transazione media per cliente porta il margine all’esercente dell’esercente a 50€ ogni vendita perché:

– qualcuno acquista solo l’offerta a pareggio
– qualcuno acquista qualche cosa d’altro
– qualcuno acquista anche l’impossibile

La media tra i clienti con i quali non guadagno nulla, quelli che mi comprano qualcosa e qualche cliente top che mi compra tantissimo, è di 50 € per ogni vendita.

Quindi, tirando le somme:

il piccolo / medio negozio di abbigliamento margina 60 sul singolo cliente e ipotizziamo che venda a 2/3 clienti al giorno e, tolte tutte le spese, a fine anno ha portato a casa uno stipendio decoroso.

Il grande negozio di abbigliamento invece attirando clienti col marketing operativo vende a una media di 60 clienti al giorno con un margine di 3500 € tutti buoni contro i 120- 180 € di margine giornaliero fatto dal piccolo/ medio negozio di abbigliamento.

Inoltre il grande negozio ha i dati di contatto dei clienti e continuerà a comunicare con loro senza fermarsi mai e li riporterà in negozio senza che debbano tornare a passare, per caso, di fronte alla vetrina.

Quindi, conclusione: ti ho dimostrato come il grande batte il piccolo non perché è pieno di soldi da spendere in spot pubblicitari me perché, conoscendo i suoi numeri, ha creato un imbuto di marketing operativo che funziona e lo fa guadagnare.

 

  • 8)Fidelizzare il cliente

 

Abbiamo parlato fin’ora di acquisizione di clienti nuovi. Benissimo ed importantissimo.

Ma, attenzione a non dimenticare di coccolare i clienti vecchi che sono il vero valore del nostro conto economico quindi prepariamo un piano di marketing operativo per i nostri carissimi vecchi clienti.

In Italia i negozi solitamente aprono la serranda la mattina e sperano che entrino i clienti.

I liberi professionisti aprono lo studio e si affidano al passaparola o al pensiero positivo: arriveranno di sicuro clienti…

Ciò vuol dire che quando aprono negozi o studi di professionisti i titolari a tutto pensano ( architetto, arredi, colori, quadri, grande buffet per l’inaugurazione, etc…) tranne che al marketing. Ho lavorato per tanti anni nell’editoria ed i nuovi negozi  neanche mettevano 500 € a budget per qualche uscita pubblicitaria.Ti dicevano: “ Ho avuto tante spese per l’apertura ed ora dobbiamo aspettare”. Mi veniva da urlare…ma se non fai sapere che ci sei aspetti che il Karma ti porti clienti? Roba da matti.

Digressione a parte diciamo che il 70% circa dei clienti vecchi ci lascia perché  gli ignoriamo. La nostra totale indifferenza nei loro confronti, ci rende poco importanti nella loro vita. Nessuno, o pochi piccoli negozi, raccolgono i dati di contatto, nessuno manda email, what’up, un regalino, gli auguri di compleanno, una news letter ,etc…

 

Una volta almeno mandavano una cartolina per Natale..adesso fanno un post su FB augurando Buon Natale.

Che tristezza!

 

  • 9) Dare una spinta al passa parola

I nostri clienti non pensano che abbiamo bisogno di nuovi clienti.

Bisogna ricordarglielo, nel giusto modo di segnalarci ad amici, conoscenti, parenti etc…

Il passaparola positivo o le referenze bisogna meritarsele.

Mi spiego meglio: ci deve essere, da parte del nostro cliente, una vera e forte soddisfazione per ricordarsi di noi e consigliarci vivamente ad una qualsiasi persona.

Sto pensando a quante attività conosco e dalle quali mi servo con soddisfazione ma non così tanto da indicarlo ad altre persone.

Penso anche a quelle persone che hanno un’attività i cui prodotti o servizi mi entusiasmano e quindi li consiglierei senza neanche pensarci come, ad esempio il mio parrucchiere o la mia estetista.

Voi dovete essere come il mio parrucchiere o la mia estetista.

Non possiamo aspettarci quindi che il passaparola accada in modo spontaneo. Dobbiamo mettere in atto delle azioni che lo “ spingano”.

Ad esempio, possiamo chiedere ai nostri clienti soddisfatti una referenza.

Usa biglietti da visita appositi, ad esempio con la tua pagina Fb o la tua scheda Google My Business ed una frase del tipo: “Sei stato soddisfatto del nostro prodotto o servizio ? Se si, lasceresti una recensione su Fb o Google?”

Puoi creare un piano d’incentivi. Molti clienti non faranno nulla in cambia di qualcosa. Le persone amano segnalare chi li fa star bene e li coccola. Ogni segnalazione può diventare un buono sconto, un premio, un omaggio, etc…

 

Queste 9 azioni sono le fondamenta per costruire un piano di successo di marketing operativo.

Poi si approfondiranno certi aspetti mano a mano che i tempi passano..

Tutto deve essere sotto controllo. Le nostre orecchie ed i nostri occhi devono essere antenne in grado di trasmetterci tutti i cambiamenti di mercato e soprattutto le abitudini di acquisto dei clienti che possono subire variazioni.

Una certezza, che ho sentito anche dal grande Philp Kotler, al Kotler Forum Marketing 2018 , è che, ad oggi, bisogna essere sempre pronti ad:

 IMPARARE/ DISIMPARARE/ REIMPARARE.

Un saluto sorridente qualunque persona, imprenditore o professionista tu sia!!!

 

Contattami per un incontro

 

 

 

 

Marketing geniale: marketing persuasivo!

Il marketing persuasivo riesce ad avere ottimi risultati poiché agisce su dei meccanismi che quidano consapevolmente o incosapevolmentte il nostro cervello .

I clienti tengono conto del prezzo solo quando non hanno nient’altro da prendere in considerazione
(Seth Godin
)

 

Come fa il marketing persuasivo a spingerci all’acquisto ?

 

  • influenze pubblicitarie che ci attraggono nelle loro tentacoli da polipi: annunci per TV, cartelloni pubblicitari, internet, facebook, intsagram. Quando acquistiamo siamo avvolti da un senso di sicurezza. Ti ricordi quando hai acquistato la tua auto o il tuo cellulare ?
  • Un altro grosso potere delle aziende è essere presenti in luoghi affollati dando in omaggio i loro prodotti da provare per avere poi recensioni su Google o suiSocial. Se poi questo omaggio promozionale è presentato da personaggi conosciuti il successo è assicurato. Ti immagini un portachiavi da bimbi in regalo dato da Ronaldo, se acquisti in pallone da calci ?
  • Sensazione d’urgenza. Se ti dicono che quell’offerta sulla crema miracolosa per le rughe finisce stasera alle 19. Scommetti che, se sei sensibile al problema rughe alle 18 la comperi anche andando a chiedere i soldi a tua mamma?

 

Il marketing persuasivo agisce sui 5 sensi

 

Il marketing ,il web, la comunicazione creano una connessione con i nostri 5 sensi…..parliamo di emozioni! .

Si perche , ragionate, tanti sono i robot, i programmi automatizzate etc… presenti nei nostri Pc e nei nostri cellulari ma dietro al Pc ed al llulare avrete sempre una PERSONA.  Ecco l’importanza del marketing persuasivo.

Le immagini, i suoni, gli odori, i sapori devono spingerci ad un’esperienza unica con il prodotto od il servizio.

 

Psicologia della comunicazione persuasiva

Ecco un esempio:

Cessate o mortali, dal contaminare con vivande nefaste i vostri corpi! Vi son messi, vi son frutti, che curvano con il loro peso i rami e, sulle viti, turgide uve. Vi son dolci verdure ed altri prodotti che la fiamma può far graditi e teneri. Né il liquido latte manca a voi, né il miele odoroso di fior di timo. A voi offre ricchezze la provvida Terra, ed alimenti miti, offre vivande senza stragi e senza sangue.” 

Ovidio

 

In questo caso i prodotti naturali della terra che hanno un rapporto affine con la salute dell’uomo e una stimolazione poli-sensoriale che evoca sensazioni con immagini, colori, profumi, senso di salute e simboli,

Questa descrizione attiva la vista con i colori dei frutti, delle foglie, degli alberi da frutto, il gusto con il sapore di frutti, verdure e miele, l’oflatto con i profumi di coltivazioni, l’udito con i cibi che  vengono cotti in cucina ed il tatto col prendere in mano uva, mirtilli, arance, insalata, cavoli etc….

Nel marketing persuasivo, il consumatore attratto dalla confezione del prodotto. Gli occhi Siamo  influenzati dalla nostra percezione quando osserviamo il packaging, il layout dei vari messaggi promozionali ed i colori del packaging,

.Ogni colore suscita una particolare reazione emotiva ed è associato anche ad un gusto specifico.

 

Dagli studi su questa tematica di colori è emerso che:

  • Il Giallo è associato all’ottimismo e alla giovinezza, spesso è utilizzato per attirare l’attenzione sulle vetrine nei negozi.
  • Il Rossoall’energia; aumento del battito cardiaco in caso di urgenze ovvero spesso usato per indicare i saldi.
  • Il Blu alla fiducia e alla sicurezza, quindi è utilizzato spesso nelle banche e nel business.
  • Il Verdeal benessere, è il colore più leggero agli occhi per cui è usato nei negozi per trasmettere relax.
  • L’Arancioneall’aggressività e richiama le azioni di sottoscriversi, acquisto o vendita.
  • Il Rosa è romantico e femminile ed è utilizzato nei prodotti per donne o ragazze.
  • Il Nero,potente ed elegante, è spesso usato nei brand di lusso.
  • Il Violarappresenta la calma ed è un colore ampiamente utilizzato nei prodotti anti-età e di bellezza in generale.

Come indagare e misurare il comportamento del visitatore sul Web

Per capire come un utente si muove sul tuo sito, puoi usare strumenti come Google Analytics (tramite il quale puoi capire il percorso che fa, quali sono le pagine più visitate, quanto tempo resta sulla pagina) o Google Search Console,  un software gratuito che consente di controllare lo stato di salute di un sito

Perché il web marketing ha bisogno di marketing persuasivo.

Brian Eisenberg afferma:

I tuoi visitatori non si preoccupano del tuo processo di vendita (e tutto ciò che riguarda il tuo processo di vendita deve essere progettato in modo che non debbano preoccuparsene) – ricorda, il tuo processo di vendita è tutto su di te, ma devi assolutamente preoccuparti di come comprano. La chiave per un sito persuasivo è mappare i processi di acquisto al processo di vendita, perfezionando il processo di vendita quando diventa intrusivo o controproducente “.

La creazione di un sito è sicuramente importante, ma per fare marketing deve essere persuasivo.

Non scimmiottate qualcuno, siate sempre voi stessi.

Essere se stessi porta sempre enormi vantaggi. Trasmettete i vostri valori, il perché vi dedicate con passione a quel servizio od a quel prodotto. Siate sinceramente voi , trasmettete tutto di voi.

Con la sincerità e toccando la sensibilità dei vostri clienti e facendoli emozionare riuscirete a coinvolgere le persone nel mondo che avete creato.

Non dimenticate mail un blog che il vostro sia un sito o che sia un e-commerce,

Se, e solo se, avrete davvero la passione per ciò che fare e non solo la conquista di denaro ce la farete.

 

Per la stragrande maggioranza i professionisti di marketing non sono psicologi. Ma molti professionisti di successo utilizzano regolarmente la psicologia per attrarre i consumatori. I professionisti intelligenti, abili, onesti usano la psicologia in modo etico, legale e rispettoso per attrarre e coinvolgere i consumatori convincendoli ad acquistare” ha detto Robert Rosenthal.

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia !

 

 

 

 </ 

Contattami per un incontro

>

Content Marketing. Ho capito ma, come cavolo faccio a farlo?

La domanda non è mia ma è tua, qualsiasi persona, imprenditore o professionista tua sia che sei capitato su questo post.

Si, perché sul Content Marketing ( Marketing dei contenuti ) trovi tantissimi post di esperti che ti dicono:

“ Devi creare contenuti di valore per i tuoi potenziali clienti” oppure “ devi dare consigli veramente utili ai tuoi clienti” oppure” devi dare soluzioni gratuite ai tuoi potenziali clienti “ .

Tu gli chiedi “ Come posso fare per dare al mio giusto pubblico questi contenuti di valore ?”

Ti rispondono: “ tramite post sul tuo Blog , video, infografiche, podcats etc!”

Comprendi il Dove devi fare content marketing ma nel contempo sudi e pensi: “ Come cavolo faccio a capire i contenuti di valore che devo scrivere?  Se anche trovo questi contenuti di valore, come faccio a scriverli?”

Se poi esprimi a voce alta i dubbi sopracitato a che ti sta dando il consiglio di utilizzare il Content Marketing potresti ricevere come risposta: “ah, se non sai tu che sei l’imprenditore di un’azienda di Meccanica di Precisione, poniti qualche domanda!”…( nel senso..sei un incapace ed anche tontolo..)

Non è così che ci si rapporta nello spiegare come si fa Content Marketing ad un imprenditore o professionista che da 20 anni fa il suo lavoro.

Vediamo come si può mettere in pratica e realizzare questo Content Marketing.

Si fissano diversi incontri con il marketer e si parla, parla, parla, parla dei clienti dell’azienda già acquisiti e di che domande essi fanno; si ragiona su quelle che sono le principali domande di chiarimento che i clienti o potenziali clienti fanno sulle varie fasi di lavorazione,; si delinea un pubblico in target al quale poter fare una breve intervista telefonica o via mail.

Insomma il marketer deve entrare a piedi pari nell’anima dell’azienda e deve riuscire a mettersi nei panni dell’imprenditore e dei potenziali clienti.

In questo modo è il marketer che entra nel mondo dell’imprenditore e non l’imprenditore entra nel mondo del marketer perché non ha tempo di entrarci. Va, piano piano ,istruito.

Il content marketing, che è il Re del Marketing, così, con calma e senza creare terremoti, entra nella mente dell’imprenditore e, magari, anche della segretaria che è sempre stata presente agli incontri.

Il Content Marketing non è nato con il marketing digitale ma, tanti anni fa,fu utilizzato da dirigenti ed imprenditori che con arguzia lo sfruttarono senza saperlo.

Ecco tre esempi che vi renderanno ancor più chiaro il concetto.

 Content Marketing off line: 3 esempi che hanno funzionato alla grande [case study]

Quando si pensa al content marketing, spesso lo si identifica con il content marketing sul web. E’ possibile fare marketing dei contenuti attraverso altri canali, nello specifico quelli offline.

In effetti, il content marketing non è una tattica nata con Internet. Ci sono esempi di marketing dei contenuti che hanno cento e più anni. Voglio dire che sono parecchi i casi di imprenditori o dirigenti così illuminati da sfruttare il marketing dei contenuti quando ancora… nessuno lo chiamava content marketing.

Cito qualche caso di content marketing di successo che arriva dal passato.

Ve ne presento tre.

Uno ha più di cento anni e uno oltre cinquanta. Il terzo ne ha poco più di dieci, perché è del 2005. Occorre tenere però conto che nel febbraio del 2005, periodo a cui l’ultimo caso di studio si riferisce, Facebook era praticamente appena nato e YouTube e Twitter non esistevano ancora. Sembra un’era geologica fa, eppure sono trascorsi appena tredici anni.

 Primo esempio: la Guida Michelin

La Guida Michelin nasce esattamente nell’anno 1900 in Francia.

La sua prima versione fu stampata in 35.000 copie e distribuita gratis.

Nelle sue 400 pagine dava ai pochi automobilisti di allora informazioni utili ai loro spostamenti in Francia.

La guida includeva informazioni su come fare manutenzione alle auto, su dove alloggiare, su dove mangiare, su dove far benzina e, ovviamente, su dove comprare gli pneumatici (possiamo immaginare che a quei tempi le auto bucassero più spesso di oggi).

È naturale che gli automobilisti, dovendo sostituire gli pneumatici, fossero indotti a preferire le gomme della Michelin. In effetti, la Guida rappresentava ai loro occhi un contenuto di grande valore. Di conseguenza, Michelin aveva mostrato agli automobilisti di essere autorevole nel settore automobilistico. Perché dunque comperare gomme di un’altra marca?

Secondo esempio: Nike

Nel 1966, Bill Bowerman, il cofondatore di Nike, scrive e pubblica un libro sul jogging e sulle relative tecniche di allenamento.

Il libro, intitolato semplicemente Jogging, vede come coautore W.E. Harris, un esperto cardiologo (coinvolto non a caso da Bowerman ).

Jogging è un manuale che spiega alle persone come mantenersi in forma con la corsa.

Il risultato di questa operazione di marketing editoriale? Il boom del jogging negli USA durante gli Anni ’70.

Nelle 90 pagine del libro (passate a più di 120 nella seconda edizione, che uscì l’anno successivo), Bowerman non tenta mai di vendere direttamente le sue scarpe, che non sono nemmeno menzionate nelle pagine.

Phil Knight, l’altro coofondatore di Nike, rimproverò Bowerman per questa mancata citazione: aveva scritto un libro che avrebbe cambiato le abitudini degli Americani, perché non citare le scarpe della Nike?

Jogging rimane così un potente esempio di content marketing, ma a metà. Lanciò negli USA l’abitudine di tenersi in forma e in salute con la corsa, ma mancò l’obiettivo di portare credibilità e autorevolezza a Nike. In fondo, bastava semplicemente citare il brand (che ai tempi si chiamava Blue Ribbon) in qualche punto.

Terzo esempio: LiveVault

Nel 2005 LiveVault, una società di servizi per il backup dei dati, decise di promuovere un sistema di backup per i dati aziendali su disco.
Ma come raggiungere i professionisti dell’IT, che costituivano il target dell’offerta? LIveVault creò un video di quasi 7 minuti, intitolato Institute of Backup Trauma.

Il video illustrava in modo spassoso i guai che si corrono ignorando l’importanza di salvare i dati aziendali.

La soluzione per eliminare questi pericoli? Un sistema di backup. Magari proprio quello offerto da LiveVault.

Il video fu spedito per posta elettronica a circa 150.000 IT manager e produsse un vero e proprio effetto virale, con oltre 250.000 download nei soli primi due mesi. Quasi un anno dopo, il video veniva scaricato ancora da diverse migliaia di persone ogni settimana.

Quello di LiveVault rappresenta un caso di successo anche per la difficoltà di coinvolgere il target. Immaginate infatti di dover parlare di backup dei dati a un pubblico di ingegneri. Argomento e pubblico non concedono granché margine di manovra. Eppure il content marketing ce l’ha fatta.

Conclusioni: il marketing dei contenuti non solo funziona, ma è una tattica di marketing che non è nata ieri. Le aziende la adoperano da tanto tempo, con altrettanto successo.

Spero di averti tolto qualche paura nel pensare di dover fare Content Marketing per rimanere al passo coi tempi e non essere buttato fuori dal mercato!

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!

 

 

Contattami per un incontro

 

 

Marketing e Comunicazione. Perchè sono differenti e sembrano uguali?

Proprio oggi che avevo inserito nel piano editoriale del mio blog : Marketing e Comunicazione . Perchè sono differenti e sembrano uguali ?, mi capita di scorrere nel feed di Linkedin un posto di Francesco Sordi dell’Istituto del Marketing Scientifico che dice:

“ Hai un locale vegetariano e vuoi vendere di più, magari anche ad un prezzo più alto ?

Per questo c’è la Comunicazione.

Sai cucinare e vuoi fare soldi ?

Per questo c’è il Marketing.

Ogni volta che qualcuno confonde Marketing e Comunicazione, un marketer muore.

Campagna a cura dell’Associazione Italiana di Tutela e Salvaguardia dei Marketers”

Ecco questa è la più efficace e geniale spiegazione della differenza tra Marketing e Comunicazione.

D’altra parte Francesco, che seguo regolarmente, è un Marketer Genio.

Partiamo col dire che Non si può non fare Marketing, così come Non si può non fare Comunicazione.

Quindi le due discipline non sono o/o ma e/e.

Ricordiamo subito le prime 4 P del Marketing: ti può interessare Marketing Mix. Le 7 P e 4 C

  • Product: che prodotto può soddisfare un bisogno degli utenti nel settore XY?
  • Price: qual è il prezzo al quale gli utenti acquistano il prodotto ?
  • Placement: che canali di distribuzione sono i più adatti per questo prodotto ?
  • Promotion: eccola, Promozione quindi Comunicazione.

La Comunicazione quindi è una delle azioni che il Marketing deve presiedere cioè decidere. Poi deve far passare i concetti all’ufficio Comunicazione che li deve sviluppare, ad esempio nell’Advertising ( comunicazione pubblicitaria)

 “La Comunicazione si può definire una sottocategoria del Marketing dell’economia che ha la responsabilità di promuovere un prodotto od un servizio. Deve attrarre e colpire i Buyer Personas ( i diversi clienti tipo ) e quindi fare in modo che essi comprino il prodotto od il servizio.”

Riuscire a trasmettere un messaggio, ad emozionare od a colpire il senso pratico del potenziale utente è una grande abilità !

Qualche Comunicazione famosa e passata alla storia tratto dal blog di www.zerokilled.it

  • 1) 1916 – I WANT YOU FOR U.S ARMY

Chi non conosce lo Zio Sam? Un volto inquietante, ben definito, due occhi fissi di ghiaccio, la chioma bianca che sbuca da un cilindro a stelle e strisce e quel dito, severo, che punta dritto verso chi l’osserva. Uncle Sam fu disegnato da James Montgomery Flagg più di 100 anni fa, nel periodo in cui gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania entrando nella Prima Guerra Mondiale. Flagg usò sé stesso come modello ma l’idea non fu originale: si ispirò ad una campagna di reclutamento britannica del 1914, in cui Alfred Leete ritraeva Lord Kitchener – nella medesima posa – intento ad esortare i giovani del Regno a combattere per la British Expeditionary Force. Secondo i dati della Biblioteca del Congresso nel corso dell’ultimo anno di guerra il manifesto fu stampato oltre 4 milioni di volte, raggiungendo le 5.300.000 di copie a conflitto concluso. Ma non è finita qui. Nonostante i suoi 101 anni, lo Zio più famoso d’America vive ancora. La sua immagine continua ad essere “presa in prestito” dai grafici contemporanei ed utilizzata frequentemente nei cartelloni pubblicitari.

2) 1931 – COCA COLA E BABBO NATALE

E’ il 1931 quando Archie Lee, referente di The Coca Cola Company per la D’Arcy Advertising Agency, commissionò al disegnatore Haddon Sundblom delle illustrazioni pubblicitarie con l’immagine di Babbo Natale. Prima di quest’anno Babbo Natale era raffigurato ora come un uomo alto e magro, ora come un elfo. Sundblom si ispirò alla poesia di Clement Clark Moore “La visita di San Nicola” che evocava un’immagine piacevole, umana, tenera e paffuta di Santa Claus. Contrariamente a ciò che si dice, la poesia ritraeva già Babbo Natale con una veste rossa: dettaglio, questo, che Coca Cola non si fece sfuggire legandolo per sempre al successo del proprio brand. L’obiettivo era chiaro: trasmettere un’immagine rassicurante, generosa e colorata – come quella di un nonno con i nipoti – per poi sovrapporla con quella bevanda. Secondo voi, ci sono riusciti?

3) 1942 – WE CAN DO IT!

Chi non conosce l’immagine di Rosie the Riveter: il simbolo patriottico per eccellenza intento a rimboccarsi le maniche della sua camicia da lavoro? Rosie prende il nome dal titolo di una canzone popolare americana del 1942 e – nello stesso periodo – diventò l’immagine di propaganda a favore del lavoro femminile nelle fabbriche statunitensi. A seguito dell’attacco giapponese di Pearl Harbour del 1941 – infatti – le industrie avevano perso grande parte di manodopera maschile. Gli uomini dovettero partire per la guerra e gli Stati Uniti avevano bisogno di produrre armi e munizioni. Con l’aiuto delle agenzie pubblicitarie il Governo americano realizzò delle campagne per convincere le donne a diventare operaie e Rosie la rivettatrice – con il suo fazzoletto rosso a pois bianchi e la sua espressione da dura – ne diventarono il simbolo. Solo in seguito la campagna divenne l’emblema del femminismo, grazie anche al suo potente slogan: “We can do it”. Recentemente l’azienda americana Swiffer ha ripescato questa pubblicità e l’ha accostata ai suoi prodotti casalinghi facendo abbracciare a Rosie una potente aspirapolvere. Le proteste furono tali da costringere Swiffer a ritirarla. Rosie ha vinto ancora!

4) 1947 – DE BEERS: “DIAMONDS ARE FOREVER”

E’ il 1947 quando il più grande venditore di diamanti al mondo è alla ricerca di un nuovo slogan. Si dice che quando Frances Garety dell’agenzia N. Y. Ayer & Son propose “Diamonds are forever” nessuno ne era pienamente convinto. A smentirli furono gli stessi Americani, che iniziarono a vedere in quella frase il simbolo dell’amore eterno. Dal 1948 “Un diamante è per sempre” accompagnerà tutte le pubblicità di De Beers diventando uno degli slogan meglio riusciti del XX secolo.

5) 1988 – NIKE: “JUST DO IT

Nel 1988 Dan Wieden e David Kennedy creano il motto “Just do it” per la multinazionale americana Nike. Nel primo spot in cui venne mostrato lo slogan, un ottantenne jogger di nome Walt Stack corre sorridente lungo il Golden Gate Bridge. Ne seguirono tanti altri, sempre più elaborati e coinvolgenti, tra cui l’indimenticabile “Match in Hell” ambientato al Colosseo che vedeva i “buoni”, capitanati da Ronaldo (il Fenomeno), Maldini e Cantonà, affrontare dei “guerrieri oscuri” desiderosi di eliminare il gioco più bello del mondo.  “Just do it” diventò uno dei più celebri slogan di sempre e contribuì a rendere la Nike uno dei marchi di abbigliamento sportivo più

importanti a livello globale. Una scelta vincente fu quella di non tradurlo in nessun’altra lingua diventando così riconoscibile ovunque. L’azienda riusciva a trasmettere un’immagine di determinazione, impegno, nonché l’ideale americano del “lavorare sodo” trasposto nello sport. L’idea di questo slogan – tuttavia – fu piuttosto originale. Qualche anno fa Wieden raccontò che fu ispirato dal pluriomicida Gary Gilmore il quale – poco prima della sua esecuzione – esclamò: “Let’s do it!”. Lo sapevate?

6) 1997 – APPLE: “THINK DIFFERENT”

Anche Apple, come Coca Cola, merita un’altra menzione d’onore nella nostra top 12 grazie ad uno spot indimenticabile. Famoso tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, “Think different” è una delle pubblicità più copiate al mondo. Non accende soltanto desideri, non suscita soltanto emozioni: “Think different” costruisce l’immagine di Apple e la spiega ai suoi consumatori. Nel 1997 l’azienda di Cupertino era in declino e Steve Jobs sapeva che per rilanciare il brand doveva valorizzarne l’immagine, ricreare un’identità e fare sentire differenti, e quindi speciali, i suoi utilizzatori accostandoli ai “folli visionari” del secolo scorso.

7) 2004 – ADIDAS: “IMPOSSIBLE IS NOTHING”

Nel 2004 Adidas lanciò una campagna pubblicitaria di grande successo caratterizzata dallo slogan “Impossible is nothing“. Lo spot fu un autentico capolavoro tecnologico: mescolava le immagini di Muhammad Alì e la figlia Laila, anch’ella pugile, come se si stessero davvero affrontando, diventando il primo di una serie di video motivazionali che esortavano a non arrendersi: “Parole come non posso, non ci riesco o è impossibile: non esistono!” Negli anni successivi ne seguirono altri, con altrettanti parallelismi tra campioni dello sport di ieri e di oggi. Tra gli indimenticabili vogliamo ricordare una giovane Nastia Liukin riproporre lo stesso esercizio che Nadia Comăneci eseguì nel 1976 alle Olimpiadi di Montreal, a soli 14 anni, ottenendo per la prima volta nella storia della ginnastica artistica un dieci perfetto.

Visto che meraviglia di comunicazioni sono state create ? Uno spettacolo!!!!

Penso che ora la differenza tra Marketing e Comunicazione sia più chiara. Ti invito a leggere :Marketing, questo grande sconosciuto

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia !

 

 

Contattami per un incontro

Vuoi farti Amare? Utilizza Neuromarketing e Small Data

Adoro gli Small Data molto più dei Big Data.

Penso sia questione di sensibilità, di empatia e d’indole interna che ho.

Ho partecipato al Philip Kotler Forum 2018 che ha visto come principali attori: Philip Kotler e Martin Lindstrom.

Per quanto avessi molta impazienza nel sentire le parole del grande Philip Kotler ero più emozionata nel pensare di sentire gli insegnamenti di Martin.

Lui osserva, osserva, osserva con attenzione ed empatia i comportamenti delle persone nel quotidiano ed in determinati ambiti.

Questa è una dote che un buon marketer deve avere, sempre, nella sua quotidianità in modo da divenire sempre più abile nel comprendere che cosa amano le persone e deve insegnare ai suoi clienti come farlo.

Il “ che cosa amano le persone” permetterà a te come azienda o libero professionista di farti apprezzare e  ricordare per le emozioni che hai fatto provare al tuo cliente.

 “Le persone dimenticheranno ciò che hai detto, dimenticheranno che cosa hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire”. Maya Angelou

Questa famosa frase di Maya Angelou racchiude esattamente tutto ciò che si intende per Small Data e Neuromarketing.

Ho letto libri sul neuromarketing e gli small data dei quali consiglio la lettura.

Alla fine tutto si concentra in un concetto : farsi  ricordare dalle persone per le emozioni positive che riesci a suscitare in loro.

Per poterlo fare devi comprendere quali sono le emozioni che desiderano ( osserva, osserva ed osserva all’infinito ) .

Come affermato in un’intervista da Lindstrom  : “ Gli small data sono delle osservazioni apparentemente insignificanti che possiamo individuare nella vita dei consumatori [ ……] e che rivelano delle emozioni che noi non siamo sempre in grado di raccontare o che non vogliamo raccontare ad uno sconosciuto”

Poi passi alle azioni marketing che, nel tuo settore, emozionano i tuoi clienti e potenziali clienti.

Passo ad un famoso Case Study di Lindstrom che ha spiegato anche al PKMF 2018 per rendere più chiaro come gli Small Data possano influire positivamente sui brand e portarli da un fallimento prossimo venturo ad un’ascesa impressionante  .

Come un vecchio paio di sneakers ha reso LEGO l’azienda di giocattoli numero Uno al mondo.

problemi di LEGO nacquero nel 1981, quando arrivò nel mercato dei giocattoli Donkey Kong, azienda specializzata nei giochi digitali per bambini. Il management di Lego lesse nel successo di Donkey Kong che i bambini moderni non avessero più pazienza e creatività per i LEGO.

Ogni studio sui Big Data ( mole smisurata di dati strutturati che si possono dedurre da tutte quelle tecnologie che consentono la rivelazioni di tali dati. Anche questi dati vengono analizzati al fine di avere informazioni utili a trarne informazioni da sfruttare per orientare le azioni di business da intraprendere) .

Dai Big Data analizzati di Lego , si deduceva che i bambini preferivano i giochi digitali, il che ha influenzato notevolmente il modo di pensare e le successive scelte di business.

LEGO iniziò a concentrarsi su videogiochi, libri, programmi televisivi, abbigliamento per bambini, e negozi al dettaglio e, decise di rendere più semplice il gioco aumentando la e dimensioni dei suoi mattoni. Risultato: nel 2004, LEGO era nei guai, con un flusso di cassa negativo e un rischio di default del debito.

La strategia suggerita da Lindstrom a Lego

A quel punto, l’azienda chiese a Lindstrom di sviluppare una nuova strategia di branding ( che cosa pensano le persone quando vendono il brand Lego ) e Martin li esortò a non abbandonare ciò che stavano facendo magistralmente da così tanto tempo. Lego quindi rafforzò i propri parchi a tema ed alleanze di successo con famose serie quali Harry Potter, Star Wars e Bob Aggiustatutto .

Lego realizzò una consapevolezza importate, che ha portato ad un grande cambiamento nel suo modo di  pensare a seguito di una ricerca etnografica (la ricerca etnografica non ha lo scopo di studiare le persone ma di osservarle. Obiettivo: esaminare nei dettagli le esperienze, le situazioni, le emozioni, l’ambiente, le attività, le relazioni, le interazioni svolti dalle persone nella vita di ogni giorno). La ricerca etnografica di Lego fu condotta a casa di un ragazzino tedesco di 11 anni. I dirigenti di Lego grazie ad essa scoprirono che si erano sbagliati di grosso sul bisogno di gratificazione immediata dei bambini.

Quando fu chiesto al ragazzo di mostrare il suo bene più prezioso, sollevò un paio di scarpe da ginnastica malconce. Quelle scarpe da ginnastica erano il suo trofeo, il suo capolavoro. Il modo in cui parte della suola era consumata dimostrava agli amici che era un grande skateboarder.

Il ragazzino tedesco aveva ottenuto un riconoscimento sociale dai i suoi compagni grazie alla padronanza di una abilità da lui scelta. Per lui, si trattava di avere qualcosa di tangibile da mostrare come prova per i suoi sforzi. In questo caso, l’oggetto erano un paio di sneakers logore.

Il ruolo dei Small Data

Il processo decisionale di LEGO era da sempre basato sui Big Data; tuttavia, l’analisi dei Small Data ( la ricerca etnografica sul ragazzino tedesco )  ha rivoluzionato l’intera azienda. L’analisi complessa dei Big Data aveva allontanato LEGO dal suo core value ( valori fondamentali di Lego ) : l’essere un brand votato alla manualità e all’esperienza. A quel punto LEGO si è concentrato nuovamente sul suo prodotto principale, riportando i mattoni alle loro dimensioni tradizionali, aggiungendo più mattoncini alle loro scatole e fornendo manuali di istruzioni più impegnativi e avvincenti.

Nel 2014 le vendite di LEGO sono aumentate dell’11% superando i 2 miliardi di dollari. Per la prima volta in assoluto, LEGO ha superato Mattel ed è diventato così il più grande produttore di giocattoli al mondo.

Tutte le statistiche di Lindstrom derivavano dai Small Data: osservazioni apparentemente banali rivelano spesso desideri insoddisfatti del consumatore.

Gli Small Data sono stati la base delle idee di Lindstrom innovative anche per:

  • lo sviluppo di nuove soluzioni per Porsches (progettando una carta di credito per miliardari)
  • il rilancio di una catena di supermercati americana in difficoltà.
  • Il posizionamento di una casa automobilistica cinese.

Un detto dice: “Se vuoi capire gli animali, non andare allo zoo, vai nella giungla.”

Se volete capire il vostro pubblico andate nell’habitat naturale quotidiano dei vostri potenziali clienti.

Avete in negozio di frutta e verdura ? Andate al mercato settimanale della vostra città.

Avete un’azienda che produce abbigliamento? Andate in tutti i negozi di abbigliamento della vostra città.

Avete un’officina? Andate nelle altre officine della città.

Preparatevi qualche domanda per ogni avventore e capirete tante cose che potranno migliorare le vostre performance di business.

Osservate, osservate ed osservate.

Un in bocca al lupo sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!

Marketing Silvia Migliorini

 

Contattami per un incontro