Content Marketing. Ho capito ma, come cavolo faccio a farlo?

La domanda non è mia ma è tua, qualsiasi persona, imprenditore o professionista tua sia che sei capitato su questo post.

Si, perché sul Content Marketing ( Marketing dei contenuti ) trovi tantissimi post di esperti che ti dicono:

“ Devi creare contenuti di valore per i tuoi potenziali clienti” oppure “ devi dare consigli veramente utili ai tuoi clienti” oppure” devi dare soluzioni gratuite ai tuoi potenziali clienti “ .

Tu gli chiedi “ Come posso fare per dare al mio giusto pubblico questi contenuti di valore ?”

Ti rispondono: “ tramite post sul tuo Blog , video, infografiche, podcats etc!”

Comprendi il Dove devi fare content marketing ma nel contempo sudi e pensi: “ Come cavolo faccio a capire i contenuti di valore che devo scrivere?  Se anche trovo questi contenuti di valore, come faccio a scriverli?”

Se poi esprimi a voce alta i dubbi sopracitato a che ti sta dando il consiglio di utilizzare il Content Marketing potresti ricevere come risposta: “ah, se non sai tu che sei l’imprenditore di un’azienda di Meccanica di Precisione, poniti qualche domanda!”…( nel senso..sei un incapace ed anche tontolo..)

Non è così che ci si rapporta nello spiegare come si fa Content Marketing ad un imprenditore o professionista che da 20 anni fa il suo lavoro.

Vediamo come si può mettere in pratica e realizzare questo Content Marketing.

Si fissano diversi incontri con il marketer e si parla, parla, parla, parla dei clienti dell’azienda già acquisiti e di che domande essi fanno; si ragiona su quelle che sono le principali domande di chiarimento che i clienti o potenziali clienti fanno sulle varie fasi di lavorazione,; si delinea un pubblico in target al quale poter fare una breve intervista telefonica o via mail.

Insomma il marketer deve entrare a piedi pari nell’anima dell’azienda e deve riuscire a mettersi nei panni dell’imprenditore e dei potenziali clienti.

In questo modo è il marketer che entra nel mondo dell’imprenditore e non l’imprenditore entra nel mondo del marketer perché non ha tempo di entrarci. Va, piano piano ,istruito.

Il content marketing, che è il Re del Marketing, così, con calma e senza creare terremoti, entra nella mente dell’imprenditore e, magari, anche della segretaria che è sempre stata presente agli incontri.

Il Content Marketing non è nato con il marketing digitale ma, tanti anni fa,fu utilizzato da dirigenti ed imprenditori che con arguzia lo sfruttarono senza saperlo.

Ecco tre esempi che vi renderanno ancor più chiaro il concetto.

 Content Marketing off line: 3 esempi che hanno funzionato alla grande [case study]

Quando si pensa al content marketing, spesso lo si identifica con il content marketing sul web. E’ possibile fare marketing dei contenuti attraverso altri canali, nello specifico quelli offline.

In effetti, il content marketing non è una tattica nata con Internet. Ci sono esempi di marketing dei contenuti che hanno cento e più anni. Voglio dire che sono parecchi i casi di imprenditori o dirigenti così illuminati da sfruttare il marketing dei contenuti quando ancora… nessuno lo chiamava content marketing.

Cito qualche caso di content marketing di successo che arriva dal passato.

Ve ne presento tre.

Uno ha più di cento anni e uno oltre cinquanta. Il terzo ne ha poco più di dieci, perché è del 2005. Occorre tenere però conto che nel febbraio del 2005, periodo a cui l’ultimo caso di studio si riferisce, Facebook era praticamente appena nato e YouTube e Twitter non esistevano ancora. Sembra un’era geologica fa, eppure sono trascorsi appena tredici anni.

 Primo esempio: la Guida Michelin

La Guida Michelin nasce esattamente nell’anno 1900 in Francia.

La sua prima versione fu stampata in 35.000 copie e distribuita gratis.

Nelle sue 400 pagine dava ai pochi automobilisti di allora informazioni utili ai loro spostamenti in Francia.

La guida includeva informazioni su come fare manutenzione alle auto, su dove alloggiare, su dove mangiare, su dove far benzina e, ovviamente, su dove comprare gli pneumatici (possiamo immaginare che a quei tempi le auto bucassero più spesso di oggi).

È naturale che gli automobilisti, dovendo sostituire gli pneumatici, fossero indotti a preferire le gomme della Michelin. In effetti, la Guida rappresentava ai loro occhi un contenuto di grande valore. Di conseguenza, Michelin aveva mostrato agli automobilisti di essere autorevole nel settore automobilistico. Perché dunque comperare gomme di un’altra marca?

Secondo esempio: Nike

Nel 1966, Bill Bowerman, il cofondatore di Nike, scrive e pubblica un libro sul jogging e sulle relative tecniche di allenamento.

Il libro, intitolato semplicemente Jogging, vede come coautore W.E. Harris, un esperto cardiologo (coinvolto non a caso da Bowerman ).

Jogging è un manuale che spiega alle persone come mantenersi in forma con la corsa.

Il risultato di questa operazione di marketing editoriale? Il boom del jogging negli USA durante gli Anni ’70.

Nelle 90 pagine del libro (passate a più di 120 nella seconda edizione, che uscì l’anno successivo), Bowerman non tenta mai di vendere direttamente le sue scarpe, che non sono nemmeno menzionate nelle pagine.

Phil Knight, l’altro coofondatore di Nike, rimproverò Bowerman per questa mancata citazione: aveva scritto un libro che avrebbe cambiato le abitudini degli Americani, perché non citare le scarpe della Nike?

Jogging rimane così un potente esempio di content marketing, ma a metà. Lanciò negli USA l’abitudine di tenersi in forma e in salute con la corsa, ma mancò l’obiettivo di portare credibilità e autorevolezza a Nike. In fondo, bastava semplicemente citare il brand (che ai tempi si chiamava Blue Ribbon) in qualche punto.

Terzo esempio: LiveVault

Nel 2005 LiveVault, una società di servizi per il backup dei dati, decise di promuovere un sistema di backup per i dati aziendali su disco.
Ma come raggiungere i professionisti dell’IT, che costituivano il target dell’offerta? LIveVault creò un video di quasi 7 minuti, intitolato Institute of Backup Trauma.

Il video illustrava in modo spassoso i guai che si corrono ignorando l’importanza di salvare i dati aziendali.

La soluzione per eliminare questi pericoli? Un sistema di backup. Magari proprio quello offerto da LiveVault.

Il video fu spedito per posta elettronica a circa 150.000 IT manager e produsse un vero e proprio effetto virale, con oltre 250.000 download nei soli primi due mesi. Quasi un anno dopo, il video veniva scaricato ancora da diverse migliaia di persone ogni settimana.

Quello di LiveVault rappresenta un caso di successo anche per la difficoltà di coinvolgere il target. Immaginate infatti di dover parlare di backup dei dati a un pubblico di ingegneri. Argomento e pubblico non concedono granché margine di manovra. Eppure il content marketing ce l’ha fatta.

Conclusioni: il marketing dei contenuti non solo funziona, ma è una tattica di marketing che non è nata ieri. Le aziende la adoperano da tanto tempo, con altrettanto successo.

Spero di averti tolto qualche paura nel pensare di dover fare Content Marketing per rimanere al passo coi tempi e non essere buttato fuori dal mercato!

Un saluto sorridente qualsiasi persona, imprenditore o professionista tu sia!

 

 

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